Israele, l’esercito abbatte un drone al largo di Haifa e accusa Hezbollah:
“Irruzione estremamente grave”
http://www.huffingtonpost.it/2013/04/25/israele-lesercito-abbatte drone_n_3155356.html?utm_hp_ref=italy
Agi, L’Huffington Post | Pubblicato: 25 aprile 2013
L’esercito israeliano ha intercettato un drone al largo della costa di Haifa e lo ha abbattuto. Le esplosioni sono risuonate nell’intera area. I mezzi navali israeliani si sono subito attivati per ritrovare il relitto in mare.
“Entrato nello spazio aereo israeliano dal nord, e diretto verso il sud, il drone, abbattuto dai caccia F-16 quando si trovava a 8-10 chilometri dalla costa, era stato probabilmente lanciato da Hezbollah”, scrive la stampa israeliana.
Accuse esplicite al partito politico sciita sono state formulate dal viceministro della Difesa Danny Danon: “Stiamo parlando – ha detto – di un altro tentativo di Hezbollah di inviare aerei senza pilota sul nostro territorio”.
In precedenza, il premier Benjamin Netanyahu aveva definito l’incidente “estremamente grave”.
“Il tentativo di fare irruzione all’interno dei nostri confini è estremamente grave. Continueremo a fare tutto ciò che è necessario per proteggere la sicurezza dei cittadini israeliani”, ha affermato Netanyahu.
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Sayyed Nasrallah: “Gli amici della Siria non permetteranno che la Siria cada nelle mani degli Stati Uniti, di Israele e di Takfiri apostati
di Sara Taha Moughnieh
http://www.almanar.com.lb/english/adetails.php?eid=91960&cid=23&fromval=1&frid=23&seccatid=14&s1=1
Sara Taha Moughnieh ha studiato presso l’Università Libanese Americana, dove si è laureata nel 2008 e lavora presso la rete televisiva “Al Manar Channel”, un importante gruppo di comunicazioni libanese.
Martedì, 30 aprile 2013, il Segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha pronunciato un discorso televisivo, in cui ha affrontato argomenti relativi al nemico israeliano, alla crisi siriana, e ai combattenti di Hezbollah, come pure ai Martiri.
Sayyed Nasrallah mette in guardia Israele, dal non commettere “sciocchezze” in Libano
Con la sua comunicazione, Sua Eminenza ha fornito assicurazioni che Hezbollah non era responsabile dell’invio di questo aereo senza pilota (drone) sopra la Palestina occupata, precisando che “a causa della delicata situazione nella regione, e visto che non è responsabile del lancio del velivolo, Hezbollah immediatamente ha rilasciato una dichiarazione precisa, negando l’invio del drone sopra la Palestina occupata”.
Sayyed Nasrallah ha sottolineato che “Hezbollah ha il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, soprattutto quando sono rivolte contro il nemico israeliano”, aggiungendo che “ciò che è stato detto su questo drone non era più importante o pericoloso rispetto alla responsabilità di Hezbollah per il drone di Ayyoub, che ha sorvolato la Palestina e ha raggiunto Dimona.”
[N.d.tr.: Un drone di Hezbollah “Ayyoub” ha sorvolato per centinaia di chilometri Israele, mettendo in luce la vulnerabilità dello scudo israeliano, ed è stato mal digerito dalle autorità di Tel Aviv, che hanno licenziato il Comandante della Israeli Air Defense Command, il generale di brigata Doron Gavish.]
Come ha chiarito, egli non nega che un drone sia entrato nei territori occupati; comunque Sua Eminenza ha sottolineato che “non vi è alcuna prova che un drone sia entrato …fino a questo momento, gli Israeliani non hanno trasmesso un film o immagini dei rottami del velivolo che hanno sostenuto di aver abbattuto …”
Sayyed Nasrallah ha proposto diverse ipotesi su chi può avere la responsabilità del lancio di quest’ultimo drone.
Ha escluso la prima ipotesi, che sostiene l’eventualità che la Guardia Rivoluzionaria iraniana abbia inviato il drone sopra “Israele”, e ha qualificato ciò come “irrealistico”.
La seconda supposizione, che un gruppo libanese o palestinese abbia la capacità di inviare un piccolo drone sulla Palestina, è una assunzione proponibile, ma non esiste alcun indicatore a proposito.
La terza ipotesi: una fazione ostile ad Hezbollah, in questo caso tuttavia non “Israele”, ha inviato il drone dai territori libanesi o non libanesi, in modo che Israele possa accusare Hezbollah e scatenare un’operazione militare, e quindi indurre Hezbollah a difendersi, facendo piombare il Libano in uno scontro tra Israele e Hezbollah.
La quarta ipotesi è che lo stesso Israele abbia inviato il drone sul Libano, poi facendolo ritornare sui territori occupati, per poi abbatterlo, e questa ipotesi è decisamente la più probabile.
A questo proposito, Sua Eminenza ha assicurato che “stiamo seguendo questa questione”, e ha considerato che “nella regione ci sono indizi preoccupanti, e vi è un massiccio dispiegamento di forze nel Nord della Palestina, ma crediamo che tutti questi indicatori siano da mettersi in relazione agli sviluppi in Siria.”.
Quindi, Sayyed Nasrallah ha messo in guardia Israele, dal non commettere “sciocchezze” in Libano:
“Chi presume che la resistenza sia debole e incerta si sta sbagliando di grosso, ed io avverto il nemico e le fazioni da lui sostenute dal non commettere “sciocchezze” in Libano, poiché la resistenza è in allerta, preparata, e determinata a difendere il Libano”, ed ha assicurato che “noi trionferemo in ogni futura battaglia, se a Dio piacerà”.
Sua Eminenza ha precisato il fatto che “i Libanesi si sono preoccupati di esaminare attentamente queste ipotesi.”
Egli ha sottolineato come “alcuni gruppi si sono accontentati semplicemente di accusare proprio Hezbollah, ma questo è sbagliato”, puntualizzando che “ci sono tentativi da parte degli Stati Uniti, dei paesi arabi e degli Emirati del Golfo di prendere in considerazione perfino la causa palestinese, e questo è da mettere in relazione con l’intenzione di imporre nuove condizioni ai Palestinesi. Questo genera timori, perché di solito le nuove condizioni sono precedute da un’aggressione, al fine di scuotere il coraggio e la fermezza dei Palestinesi.”
Noi non ci vergogniamo dei nostri Martiri, noi ne diamo pubblica sepoltura
Sua Eminenza ha affrontato quelle che egli considera “menzogne” dei media relative “agli invii di uomini di Hezbollah (in Siria, in aiuto del legittimo governo) e il gran numero di Martiri”.
Egli ha ritenuto che “i media hanno aperto un’asta sul numero di Martiri, raggiungendo addirittura la cifra di 500. Ieri, Al-Arabiya sosteneva che erano stati uccisi 30 Martiri, e altri mezzi di comunicazione facevano riferimento a fosse comuni, a cadaveri nascosti di Martiri, e a graduali seppellimenti.”
Sayyed Nasrallah ha dichiarato che “il Libano è un paese piccolo, chi potrebbe nascondere così tanti Martiri? Durante tutto il nostro cammino, non abbiamo mai nascosto i corpi dei nostri Martiri o sepolti a poco a poco. Noi informiamo la famiglia di ogni Martire che cade, e noi lo accompagniamo alla tomba il giorno dopo.”
“Noi diamo pubblica sepoltura ai nostri Martiri. Noi non ci vergogniamo dei nostri Martiri, in particolare di quelli che sono caduti negli ultimi due giorni …”, ha aggiunto, sottolineando che tutte le affermazioni circa il gran numero di Martiri caduti sono “bugie nel contesto di una guerra psicologica, ed esiste una deliberata tendenza alla menzogna: mentire, mentire, fino a quando la gente ci crede!”
L’obiettivo insito alla guerra è quello di distruggere la Siria
Rispetto alla crisi siriana in corso, Sayyed Nasrallah ritiene che “l’obiettivo insito negli eventi in Siria non sia più quello di trascinare la Siria fuori dell’asse dei paesi arabi che resistono e si oppongono ad Israele. Non sia più quello di ottenere il potere a qualsiasi prezzo. Si può affermare che l’obiettivo di chiunque stia nel retroscena della guerra in Siria è quello di distruggere la Siria in modo che cessi di essere uno Stato forte e centralizzato e diventi un paese troppo debole per prendere decisioni relative al suo petrolio, al suo mare o ai suoi confini.”
“Fin dall’inizio della crisi siriana, è stata presa una decisione militare per rovesciare il regime. Si è pervenuto a questo massacrando persone, chiedendo l’intervento straniero, con l’uso di armi chimiche … alcuni giurisperiti addirittura hanno emesso “fatwa” rigorose che consentono l’uccisione di civili … Per quanto riguarda il campo avverso, a cui facciamo parte, abbiamo invocato e continuiamo ad invocare una soluzione politica.”
Sua Eminenza ha ribadito: “Per il fatto di ciò che sta accadendo in Siria, la causa palestinese è di fronte al pericolo di una seria cancellazione. Inoltre, la situazione siriana ha conseguenze sul Libano, l’Iraq e sull’intera regione.”
“La Siria ha veri amici, nella regione e nel mondo, che non permetteranno la sua caduta nelle mani degli Stati Uniti d’America, di Israele, e di gruppi Takfiri apostati”, così ha ulteriormente assicurato il segretario generale di Hezbollah, rivelando che “il regime siriano ha informato la dirigenza russa sui nomi dei membri della delegazione siriana destinati a partecipare a colloqui con l’opposizione, dialogo che la parte avversaria continua a rifiutare.”
Inoltre, egli ha raccomandato che “coloro che manifestano la loro angoscia per il bagno di sangue in Siria, coloro che non vogliono abbandonare la causa palestinese, e coloro che sono preoccupati per la Siria, dovrebbero operare per raggiungere un accordo politico e una soluzione politica per la situazione siriana.”
Prenderemo tutte le misure necessarie per proteggere i residenti della regione rurale di Al-Qusayr
Sayyed Nasrallah ha sottolineato che “gli attacchi contro i villaggi della zona rurale di Al-Qusayr sono aumentati negli ultimi tempi, e le informazioni hanno rivelato che alcuni Libanesi sono stati coinvolti in questi attacchi, fatto che ha sospinto l’esercito siriano ad affrontare gli aggressori e proteggere i villaggi.”
[Beirut, 27 apr. – (Adnkronos/Aki) – Almeno sei miliziani del movimento sciita libanese Hezbollah sono stati uccisi a Qusayr, località siriana a sud di Homs. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya, senza fornire al momento ulteriori dettagli. Nella zona di Qusayr, località strategica sul confine fra la Siria centrale e il Libano, infuriano da giorni scontri tra ribelli e forze del regime siriano di Bashar al-Assad, storicamente sostenuto da Hezbollah. Già nei giorni scorsi attivisti dell’opposizione siriana avevano dato notizia della morte a Qusayr di miliziani di Hezbollah, uccisi dai ribelli dell’Esercito libero siriano.]
Seyyed Nasrallah si è chiesto: “Che cosa ha fatto il governo libanese per proteggere i Libanesi all’interno dei villaggi di Al-Qusayr, ed è possibile che il governo libanese invii l’esercito a proteggere questa gente?”
In questo contesto, Seyyed Nasrallah ritiene che “tutto ciò che il governo libanese intende fare è inviare una nota di protesta alla Lega Araba. Ma ha senso protestare con il boia?”
“Noi affermiamo chiaramente che non permetteremo che i Libanesi presenti nelle zone rurali di Al-Qusayr costituiscano l’oggetto di attacchi da parte di gruppi armati, e prenderemo tutte le misure necessarie per preservare la loro sicurezza”, ha aggiunto, indicando che alcune fazioni libanesi “stanno emanando Fatwa, concedono dichiarazioni, e inviano denaro e milizie in Siria attraverso il Libano e altri paesi; quindi, non permettiamo a nessuno di sostenere di essere estraneo ed innocente rispetto agli eventi siriani.”
La distruzione della tomba santuario di Sayyeda Zainab avrà serie ripercussioni
Il segretario generale di Hezbollah ha dichiarato che “nella regione Sayyeda Zainab, dove si trova il mausoleo di Sayyed Zainab, figlia dell’Imam Ali, sono presenti alcuni gruppi armati. Si tratta di una questione molto delicata, soprattutto dopo che fazioni di Takfiri apostati hanno annunciato che, una volta conquistato il sito, distruggeranno la tomba santa. A contrastarli, ci sono difensori di questo santuario che per proteggerlo vengono martirizzati. Pertanto, questi difensori stanno realmente cercando di sedare la rivolta, non di scatenarla.”
Ed ha continuato: “Non è sufficiente che l’opposizione e la cosiddetta “Coalizione Siriana” siano contrarie alla distruzione della tomba santa. I paesi che appoggiano questi gruppi dovranno assumersi la responsabilità di questo crimine, se ciò dovesse accadere.”
Sayyed Nasrallah ha messo in guardia: “Se avviene questo crimine, ci saranno serie ripercussioni.”
I sequestrati di Azaz non fanno parte del “conflitto politico”, devono essere immediatamente rilasciati
Per quanto riguarda il caso dei sequestrati libanesi ad Azaz (Azaz è una cittadina della Siria a circa 30 chilometri a nord-nordovest da Aleppo, sul confine con la Turchia), Sua Eminenza ha ritenuto che il “persistere di questo caso è molto doloroso, come è penoso vedere i parenti dei rapiti muoversi da un luogo ad un altro per presentare la loro protesta”.
[ I famigliari dei sequestrati di Azaz continuano nella loro azione di protesta contro la Turchia
http://www.almanar.com.lb/english/adetails.php?eid=91829&frid=23&seccatid=14&cid=23&fromval=1
29 aprile 2013
Undici pellegrini libanesi erano stati sequestrati nel maggio 2012 nel nord della provincia siriana di Aleppo mentre tornavano via terra dopo avere visitato i luoghi santi in Iran. Due di loro venivano rilasciati nei mesi di agosto e settembre.
I rimanenti nove venivano successivamente portati alla città di Aazaz, nel distretto di Aleppo.
Il rapimento veniva rivendicato da un individuo che si è identificava come Abu Ibrahim, sostenendo essere un membro del cosiddetto “Esercito siriano libero”, ma questo gruppo di opposizione militante nega ogni coinvolgimento nei rapimenti.
La National News Agency NNA ha riportato che lunedì i famigliari delle nove persone libanesi sequestrate ad Azaz hanno organizzato un sit-in presso il Centro culturale turco nel centro di Beirut per fare pressioni in favore del rilascio dei loro parenti
Secondo la NNA, “i famigliari dei Libanesi rapiti ad Azaz hanno bloccato la strada di fronte al Centro culturale turco nel centro di Beirut, dopo che il personale del Centro si è rifiutato di abbandonare i loro uffici. I manifestanti hanno affermato che avrebbero continuato ad occupare la strada fino a quando il personale non fosse uscito dal Centro.”
Adham Zgheib, figlio del rapito Ali Zgheib, ha dichiarato ai media locali: “Noi sfidiamo il direttore del Centro culturale turco a venire qui e non permetteremo che il centro continui il suo lavoro.”
Ed ha sottolineato: “Sono i Turchi ad essere i rapitori, e non li vogliamo vedere fino a che i nostri parenti non saranno liberati.”
Contemporaneamente, nella stessa mattina altri famigliari hanno chiesto al personale della compagnia aerea turca di non entrare nei loro uffici. Il personale ha risposto positivamente.]
Sayyed Nastallah ha ritenuto che la persistenza del sequestro a tutt’oggi solleva molte domande sulle parti e le ragioni che stanno dietro il rapimento.
“Se i sequestratori volevano esercitare una pressione politica, allora fin dall’inizio con tutta evidenza hanno mancato l’obiettivo …È stato detto che costoro desideravano un accordo di scambio, ho assicurato che ero pronto ad andare a Damasco e risolvere questo problema, ma i rapitori in seguito non lo hanno più voluto.”
Sua Eminenza ha indicato che “ le trattative portate avanti dal Qatar, la Turchia, e l’Arabia non hanno portato alcun risultato”, e ha richiesto la liberazione immediata dei rapiti, in quanto non c’entravano nulla con il “conflitto politico”.
Non vogliamo che il conflitto si vada ad estendere al Libano
Sayyed Nasrallah ha ribadito: “Noi non vogliamo alcun conflitto in Libano, e non vogliamo che il conflitto siriano si vada ad estendere al Libano. Noi conosciamo quei gruppi libanesi che hanno attaccato la zona rurale di Al-Qusayr. Li conosciamo per nome, ma non intraprenderemo alcuna azione contro costoro, perché vogliamo proteggere il Libano da ogni scontro.”
Fonte: Al Manar TV
01-05-2013 – 13:49
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http://italian.ruvr.ru/2013_05_05/Israele-attacca-Damasco-trenta-persone-morte/
“La Voce della Russia”: Redazione Online
Israele attacca Damasco: oltre trenta morti
5 maggio 2013, 20:01
Circa 30 militari sono morti a causa dell’incursione aerea di Israele alla periferia di Damasco, centinaia i feriti. La notizia è stata diffusa dal portale di informazione online “Damas post”.
Come comunicato l’attacco ha colpito delle zone periferiche di Damasco, dove erano dislocate due brigate della guardia presidenziale. Gli attacchi hanno colpito dei depositi d’armi del centro di indagini militari di Jamraya.
Nelle precedenti comunicazioni di oggi il ministro degli Affari Interni della Siria Faisal Mekdad, ha definito l’incursione aerea di Israele una dichiarazione di guerra.
La televisione statale siriana ha diffuso la notizia che Israele ha sferrato un attacco missilistico contro la Siria sul centro ricerca militare di Damasco.
Delle potenti esplosioni si sono udite durante la notte di domenica nell’area dove si trova il complesso militare di Jamraya.
In un video amatoriale pubblicato su Internet si vede un’enorme nuvola di fumo sul cielo notturno sopra la città.
La televisione siriana ha annunciato: “Un nuovo attacco di Israele, è un tentativo di sollevare lo spirito dei gruppi terroristici che non riescono a riprendersi dai colpi del nostro valoroso esercito”. Israele al momento non commenta l’accaduto.
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http://news.cloudhak.it/batterie-di-missili-e-incursioni-aeree-israele-attacca-la-siria/
Batterie di missili e incursioni aeree, Israele attacca la Siria
6 maggio 2013
Nel giro di due giorni il regime di Bashar Assad in Siria si ritrova un altro potenziale nemico alle porte, ovvero Israele.
Nulla di nuovo se non fosse che per dichiarazione di Israele in sole 48 ore batterie di missili iraniani e russi sono state fatte saltare in aria con blitz mirati dell’aviazione militare. Veniva supposto che questi armamenti erano destinati agli arsenali di Hezbollah e quindi dovevano essere distrutti prima che attraversassero il confine con il Libano.
Il secondo blitz sembra essersi spinto ancora più in avanti, con la distruzione di alcune fabbriche in cui erano nascoste armi destinate ad alimentare i gruppi “terroristici” che hanno da sempre l’obiettivo di distruggere Israele, portando nuova tensione nell’area.
Assad ha minacciato ritorsioni, forse più una provocazione che una reale minaccia, data la furiosa guerra civile che impegna per ora la Siria.
Tuttavia, la minaccia è ritenuta seria da Tel Aviv, al punto da chiudere lo spazio aereo del nord del paese, con batterie di missili anti-aerei già schierate.
Per la Siria la situazione si fa pesante. Israele è passata alla distruzione preventiva, mentre dall’ONU arriva la notizia che ad usare armi chimiche, siano stati i ribelli al regime di Assad, atto che ha messo in qualche imbarazzo l’amministrazione Obama, già pronta ad un apporto militare in grado di rovesciare le sorti della guerra civile che infuria in Siria.
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Azioni di guerra di Israele in Siria, è l’inizio della fine di Assad?
domenica. 5 maggio 2013
Ufficialmente Israele agisce contro i centri d’eccellenza delle forze armate siriane per prevenire che armamenti e tecnologie cadano nelle mani degli Hezbollah libanesi.
Ma con ciò sta provocando una pubblica umiliazione dell’esercito di Assad, sfidato a reagire contro le regioni settentrionali d’Israele quando è impegnato alla disperata nel reprimere le milizie dei ribelli a lui ostili.
Perchè questo azzardo proprio oggi? Israele e i suoi alleati occidentali dispongono forse di informazioni secondo cui il regime di Damasco sta per franare?
Vogliono neutralizzare preventivamente l’arsenale degli sciiti libanesi filo-iraniani, come da dichiarazioni ufficiali, o piuttosto disinnescare le potenzialità belliche di chi prenderà il controllo della Siria nel dopo Assad?
E’ una guerra opaca e misteriosa quella che si dispiega dalla Galilea e dal Golan. Operazioni ad alto rischio di ritorsione che gli strateghi dell’intelligence non sempre riescono a prevedere. Il timore di un incendio improvviso che coinvolga la frontiera libanese, presidiata dalle truppe Unifil dell’ONU a guida italiana, non è poi così remoto. Purtroppo.
http://www.gadlerner.it/2013/05/05/azioni-di-guerra-di-israele-in-siria-e-linizio-della-fine-di-assad
(Traduzioni ed elaborazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
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