L’ultima “videointervista” rilasciata dal boia nazista Eriche Priebke al suo solerte e adorante avvocato (a proposito di conflitto di interessi, anche qui non si scherza) è un flusso di menzogne in libertà; un riepilogo sciatto, ma “nobilitato” dalla testimonianza diretta, di tutti i luoghi comuni diffusi a piene mani dai collaborazionisti italiani (i fascisti in camicia nera e poi incamicia bianca scudicrociata) nell’immediato dopoguerra.
La confutazione puntuale, ragionata fondata sulla documentazione storica, è stat fatta in decine di volumi e ricostruzioni. Ma i giornalai di regime – in questi giorni – preferiscono prestare attenzione alle ultime parole del boia come se fossero “dichiarazioni attendibili”. C’è una ragione: questa lista di menzogne contiene un dispositivo di comando che anche oggi – in questa “due giorni” di mobilitazione contro le politiche del governo e i suoi distruttivi effetti sociali – torna utile perché recita “chi comanda non deve mai essere ostacolato, altrimenti ogni rappresaglia sarà stata voluta dai contestatori”.
Una sintesi delle confutazioni è il testo che qui vi proponiamo, scritto da Andrea Dominici- Ha campeggiato per anni sul sito del Comune di Roma, per essere poi misteriosamente “perduto” durante la consiliatura di Gianni Alemanno.
Con questa pubblicazione, almeno, speriamo che la nuova giunta metta riparo a questo ennesimo sfregio alla memoria storica della città.
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