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La micidiale gabbia dei Trattati Europei

Una scheda ragionata per sapere cosa sono e quali effetti producono i Trattati Europei sottoscritti dai governi ma non dalla gente. Per questo e contro di essi Ross@ chiede che si possa fare un referendum.

Il ‘Fiscal Compact’ – il cui titolo ufficiale è ‘Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’Unione economica e monetaria’ – ha comportato:

·         la revisione dell’articolo 81 della Costituzione per introdurre il pareggio di bilancio,

·         la modifica della legge di contabilità per adeguarla agli standard richiesti dell’UE,

·         la creazione di un Ufficio indipendente dal governo e dal parlamento per valutare le decisioni di finanza pubblica.

 

I bilanci pubblici degli Stati membri dell’UE seguono le regole del Semestre europeo, reso  vincolante con il Six Pack – formato da cinque regolamenti (nn.1173,1174,1175,1176,1177 del 2011) e una direttiva (2011/85/UE)  −, e con il Two Pack costituito da due regolamenti (nn. 472 e 473 del 2013). Con il Two Pack, si è data attuazione alle norme del Fiscal Compact, che consente alla Commissione di intervenire ex ante sui bilanci sottoponendo a controllo i provvedimenti relativi al deficit e al debito e quelli di natura macroeconomica (mercato del lavoro, investimenti infrastrutturali, pensioni, PA, servizi pubblici …).

Questo insieme di regole spostano la sovranità fiscale verso un’oligarchia politico-tecnocratica sovranazionale: i parlamenti nazionali non hanno più il potere ultimo sulle entrate e le spese pubbliche, le cui decisioni non sono state delegate al parlamento europeo ma ad organismi composti da esponenti dei governi nazionali e della tecnocrazia dell’UE. È stato così riportato in vita  il vecchio principio della monarchia assolutista, opposto alla democrazia rappresentativa, del taxation without representation, della tassazione senza rappresentanza.

Parte integrante dell’oligarchia dell’UE è la Banca Centrale Europea (BCE), che gestisce in completa autonomia e indipendenza la politica monetaria guidata dai principi liberisti: stabilità monetaria e lotta all’inflazione per impedire qualsiasi intervento pubblico nell’economia.

Oltre agli strumenti più strettamente monetari e agli interventi sul mercato dei titoli, la BCE è attrice anche sul fronte degli aiuti agli Stati attraverso il Trattato denominato Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). Per quanto riguarda la BCE questo Trattato impone ai governi, che chiedono un sostegno finanziario, di sottoscrivere un Memorandum of understanding, un protocollo di intesa, in modo da rendere stringenti le politiche di austerità e le ‘riforme strutturali’ (mercato del lavoro, pensioni, privatizzazioni …). Solo questo insieme di condizioni può spingere la BCE, con sua autonoma decisione,  a sostenere gli Stati membri intervenendo sui mercati secondari per acquistare titoli pubblici con scadenza breve e media.

Come funziona il Semestre europeo? Basta seguire la sequenza di avvenimenti del ciclo del bilancio italiano del 2013.

Il DEF, il documento di economia e finanza, è stato predisposto il 30 aprile; esso contiene:

·         il Piano di Riforme Nazionali, relativo alle riforme di struttura (mercato del lavoro, pensioni, servizi pubblici, infrastrutture ecc.),

·         il Programma di Stabilità, con le misure per rispettare i vincoli del deficit e del debito pubblici.

 

Questo documento è stato inviato contemporaneamente al parlamento e alla Commissione dell’UE. La Commissione li ha esaminati e giudicati; le sue valutazioni sono state sottoposte all’ECOFIN, il Consiglio dei ministri finanziari dell’UE, che le ha rese ufficialmente note attraverso le Raccomandazioni pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’UE nel mese di luglio. Sulla base di queste Raccomandazioni il governo ha elaborato tra settembre e ottobre le leggi di bilancio.

Il 13 settembre 2013 il governo ha pubblicato la Nota di aggiornamento del DEF, che è una dettagliata esposizione di come il governo ha eseguite le Raccomandazioni (disavanzo, semplificazione della Pubblica Amministrazione, riforma del mercato del lavoro, privatizzazione dei servizi pubblici, sono citate perfino le riforme costituzionali per introdurre il premierato assoluto). Il parlamento l’ha approvata con un ordine del giorno votato dalla maggioranza delle larghe intese.

Il 15 ottobre il governo italiano ha trasmesso al parlamento e alla Commissione il disegno di legge di Stabilità. Mentre il parlamento lo stava discutendo e prima della sua approvazione in Senato in prima lettura, la Commissione il 15 novembre ha emesso il suo giudizio su debito, deficit e misure di politica economica. Sul debito ha sostenuto che per il 2014 debba calare dello 0.66% del Pil, e a partire dal 2015 deve essere ridotto di un ventesimo della differenza tra il suo attuale livello (129,5%) e il 60%  del Pil, come stabilito dal Fiscal Compact. Per il deficit ha fatto notare la difficoltà di tenerlo al disotto del 3%, e ha criticato lo spostamento al 2015 del pareggio di bilancio. Il governo ha prontamente esaudito i desideri della Commissione perché questa ha nelle sue mani, oltre l’armamentario dell’allerta preventiva e delle procedure di deficit eccessivo, l’arma del via libera all’espansione degli investimenti pubblici qualora ritenga che le politiche dell’austerità fiscale riportino il deficit e il debito nei parametri stabiliti. Con le valutazioni emesse l’aumento degli investimenti pubblici italiani, dell’ordine di 4 miliardi, è stato sospeso.

 Cosa ha deciso allora il governo per ottemperare ai desiderata della Commissione? Ha predisposto una seconda manovra di accompagnamento della legge di Stabilità consistente in quattro provvedimenti:

·         la spending review, per recuperare 32 miliardi entro il 2016, affidata a Cottarelli (ex Banca d’Italia e FMI);

·         le dismissioni di quote azionarie pubbliche in SNAM, ENI, Terna, Fincantieri, STM, SACE e successivamente Poste e Ferrovie;

·         il rientro dei capitali dall’estero che da decenni senza successo i governi proclamano di voler perseguire;

·         la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia in mano alle banche privatizzate.

Forte di questo secondo blocco di provvedimenti Saccomanni si è presentato all’Eurogruppo del 22 novembre dove ha ottenuto una benevola attenzione per i nuovi provvedimenti che incideranno per 32 miliardi sulla spesa pubblica a danno dei cittadini, a causa degli ulteriori tagli ai servizi pubblici (compresi il trasporto locale e la sanità), e dei dipendenti pubblici, i cui contratti sono stati bloccati, e che consentiranno di portare avanti le privatizzazioni.

Le politiche di austerità per essere imposte hanno richiesto un accentramento dei poteri decisionali a livello dell’UE e lo svuotamento degli stessi parlamenti a livello nazionale. A deciderlo non sono stati i cittadini, ma le élites dirigenti che hanno dato vita a una vera e propria oligarchia. Per questo Ross@ sta raccogliendo le firme per una petizione popolare per chiedere un referendum di indirizzo sui Trattati del Fiscal Compact e del MES affinché i/le cittadini/e possano decidere se accettare o respingere le politiche di austerità imposte attraverso questi due Trattati, fraudolentemente utilizzati proprio per evitare che si potessero svolgere referendum abrogativi.

* Ross@

 

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