Riportiamo il documento redatto dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina sulla settima conferenza nazionale del movimento, considerata una tappa importante nel percorso di lotta verso il ritorno e la rivoluzione fino alla liberazione dell’intero suolo nazionale palestinese.
La conferenza nazionale, che si è tenuta in tre sessioni sia in Palestina, sia nei territori della diaspora, ha avuto come obiettivo un’analisi e una critica globali sui metodi, il lavoro, le politiche complessive e i piani del Fronte, per la formulazione di una visione politica e di nuovi metodi organizzativi in funzione della nuova fase di lotta. La conferenza è servita inoltre a creare le basi per le scelte politiche e le posizioni future del Fronte, che renderanno il ruolo e la presenza del movemnto maggiormente influenti nella lotta per la liberazione nazionale e sociale.
Il Fronte ha iniziato con un momento di silenzio in onore dei martiri della nostra nazione, che hanno sacrificato le loro vite per la Palestina e la sua libertà e in rispetto dei prigionieri, che lottano per la libertà continuando a percorrere un lungo e difficile cammino per ottenere gli inalienabili, legittimi e storici diritti nazionali di arabi palestinesi.
Dopo aver stabilito un ordine del giorno, la conferenza è proseguita con la lettura di un ricco comunicato e una lettera del detenuto segretario generale Ahmad Sa’adat, che ha toccato importanti questioni politiche, organizzative e teoriche, sottolineando il fondamentale ruolo della Settima Conferenza Nazionale per il futuro del Fronte.
La conferenza ha discusso bozze di comunicati presentati dal Comitato Centrale e da vari rami del Fronte ed è terminata con l’elezione dei nuovi membri del Comitato Centrale Generale e del Consiglio di sorveglianza centrale. L’esito della conferenza ha riflettuto i principi democratici sui quali si basa il lavoro interno del Fronte, oltre all’enfatizzazione dell’importanza di una maggiore partecipazione nella formulazione di politiche, programmi, piani e scelte politiche. La Conferenza ha inoltre sottolineato l’importanza di rafforzare l’unione dell’organizzazione attraverso l’intensificarsi dei sistemi e delle strutture democratiche a tutti i livelli.
La Settima Conferenza Nazionale è arrivata in un momento di preoccupazione e complessità a livello politico non indifferenti, momento in cui i continui progetti dell’imperialismo statunitense e sionista puntano alla liquidazione della causa nazionale palestinese attraverso lo sfruttamento dei fragili equilibri interni e dei precari programmi politici, economici e sociali dei paesi arabi, esercitando allo stesso tempo una pressione ulteriore sull’Autorità Palestinese per concludere ancora più affari senza tener conto della legge internazionale, delle risoluzioni ONU e dell’inalienabile diritto al ritorno del popolo palestinese.
La conferenza ha discusso inoltre circa il contesto internazionale intorno alla situazione palestinese ed araba ed i suoi effetti sulla nostra lotta nazionale per la liberazione e la lotta del popolo arabo. Il governo degli Stati Uniti è ostile alle aspirazioni e agli obiettivi del nostro popolo per la libertà, l’autodeterminazione e il ritorno, un fatto che si riflette ogni giorno sul campo e nelle sedi diplomatiche internazionali, impegnate nel creare una partnership di sicurezza con l’aggressione sionista. La Conferenza ha inoltre rilevato l’impatto storico degli eventi internazionali e regionali sulla scena araba.
L’ascesa del ruolo di Russia, Cina e delle potenze regionali ha cambiato in maniera decisiva le dinamiche di conflitto internazionale. La Conferenza ha discusso la situazione araba politica, economica e di sicurezza nel suo contesto internazionale; ha inoltre approfondito la questione del disordine strutturale dei regimi arabi e il fallimento degli stati arabi che hanno tentato di salvaguardare la propria sovranità nazionale, l’indipendenza politica o la sicurezza economica.
Il Fronte ha preso atto delle grandi mobilitazioni alle quali si è assistito in un certo numero di paesi arabi che miravano a fronteggiare l’ingiustizia, la povertà e la tirannia, per costruire moderne società democratiche. Ha inoltre ricordato l’alto numero di interventi imperialisti ostili alle aspirazioni della nazione araba, che provano a viziare e sconvolgere le finalità e gli obiettivi dei movimenti popolari arabi attraverso interventi militari esterni e manovre politiche atte a provocare conflitti settari ed etnici al fine di controllare il destino dei popoli arabi, tutelando l’entità sionista.
La conferenza ha anche discusso a lungo sui numerosi sviluppi che ci sono stati nel corso del decennio trascorso dalla Sesta Conferenza del 2000, rivedendo gli eventi più importanti della scena palestinese. Fulcro di tale riflessione sono stati gli effetti ancora presenti e totalmente disastrosi del punto di svolta nella lotta palestinese a seguito della firma degli accordi di Oslo del 1993.
La Conferenza ha quindi sottolineato molteplici questioni, in particolare la centralità del rifiuto dei negoziati, che non preservano gli interessi del popolo palestinese, e la necessità di respingere completamente l’intero processo di trattative e accordi ormai chiaramente fallimentari da oltre venti anni.
L’importanza della riabilitazione del movimento di liberazione nazionale palestinese e la costruzione di una nuova strategia palestinese basata sul raggiungimento dei pieni diritti del popolo palestinese è stato visto come punto critico dalla Conferenza. In particolare, questo significa trarre insegnamenti da questa ultima fase storica e porre fine una volta per tutte alle trattative assurde per le quali il nostro popolo ha pagato un caro prezzo.
La Conferenza ha poi discusso i rapporti organizzativi del Fronte, guardando ai fattori oggettivi e soggettivi che hanno inciso sulla sua struttura interna. Ciò significa impegnarsi in una critica costruttiva dello stato organizzativo del FPLP, traendo insegnamento dalle esperienze passate al fine di rafforzare e sviluppare la struttura organizzativa e le visioni teorica e politica del FPLP, come via d’uscita dalla crisi.
La conferenza ha anche discusso le modifiche alle norme di procedura e concordato una serie di emendamenti ai documenti strutturali interni.
È stato poi stilato il programma politico sottolineando l’importanza della continuazione della lotta del nostro popolo, che ha come obiettivo la liberazione di ogni centimetro di terra palestinese dall’occupazione coloniale per stabilire uno stato democratico su tutto il suolo nazionale palestinese.
La Conferenza ha confermato i compiti politici del FPLP nella lotta rivoluzionaria, tra cui:
- la fondamentale importanza di ricostruire le istituzioni dell’OLP su nuove basi democratiche e inclusive con una riabilitazione del carattere e del programma originale dell’OLP;
- lavorare per sviluppare e rafforzare l’unità del popolo palestinese, l’arma più tagliente del movimento di liberazione nazionale per conseguire gli obiettivi di liberazione e porre fine alle divisioni;
- la lotta armata è fondamentale per il confronto con l’occupazione, come imposto dalla natura dell’occupazione stessa e della sua violenza. È centrale ed è una componente primaria della resistenza globale contro l’occupazione;
- resistenza contro tutti i piani e i progetti di “liquidazione” politica proposti da imperialismo e sionismo al fine di seppellire la causa palestinese;
- la lotta per il diritto al ritorno dei profughi palestinesi alle loro terre e case da cui sono stati espulsi nel 1948 deve essere al centro del lavoro, respingendo tutti i piani e i progetti volti a cancellare questo diritto;
- la questione dei prigionieri e la necessità di liberarli dalle carceri israeliane è una questione fondamentale che deve essere ripresa da tutti i mezzi politici, attraverso gli organismi internazionali e la lotta nazionale;
- la centralità della lotta per l’identità e la liberazione del popolo palestinese nelle zone occupate del 1948 e la resistenza a tutti i tentativi di deportazione e di “giudaizzazione” delle città e dei villaggi palestinesi;
- la necessità di una lotta costante contro ogni forma di discorso politico che tenti di legittimare la “natura ebraica” dello stato razzista, smascherando gli obiettivi di questi tentativi e i loro effetti sul futuro della lotta nazionale e sul popolo palestinese;
- sottolineare l’importanza della fermezza e della determinazione del popolo palestinese in tutti i luoghi e in esilio, compresa l’esposizione a condizioni difficili e complesse.
Il nostro popolo in diaspora ha giocato un ruolo chiave nel cammino della rivoluzione palestinese; per questo è fondamentale concentrarsi sui problemi del nostro popolo in esilio e in diaspora.
La Conferenza ha sottolineato la necessità di proseguire con gli sforzi per sostenere la tendenza democratica nella vasta arena palestinese. A conclusione della conferenza, sono stati eletti i delegati del Comitato Centrale Generale e Centrale di Vigilanza in un clima di democrazia e trasparenza, con un numero significativo di nuovi membri eletti negli organismi dirigenti.
La Conferenza ha infine espresso le sue critiche costruttive in uno spirito di cameratismo e di responsabilità nazionale, e inviato calorosi saluti al segretario generale Ahmad Sa’adat e a tutti i detenuti nelle carceri israeliane; ha poi omaggiato i compagni anziani che hanno avuto ruoli di leadership e ha chiesto di sostenere l’ascesa di giovani leader, per il rinnovamento del Fronte. La conferenza ha inoltre espresso fedeltà ai martiri e prigionieri, invitandoli a continuare la loro lotta e a percorrere tutti insieme lo stesso lungo cammino verso la liberazione, salutando il fondatore del Fronte Dr. George Habash, il martire segretario generale Abu Ali Mustafa, il leader martire Abu Maher al – Yamani e tutti i martiri del Fronte e della rivoluzione palestinese.
La conferenza ha salutato il popolo palestinese, che lotta in tutto il mondo, e tutte le fazioni e le forze della rivoluzione palestinese, il movimento di liberazione arabo e le forze popolari della patria araba; ha salutato tutte le forze di progresso, libertà e socialismo in tutto il mondo che si oppongono e si confrontano con l’ingiustizia, l’oppressione e l’imperialismo, nemico del popolo e dell’umanità.
Gloria ai martiri e vittoria al nostro grande popolo!
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Comitato Centrale Generale
Fonte: PFLP
Traduzione a cura di PalestinaRossa
da Infoaut
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