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Le guerre di aggressione partono da Pisa. Fermiamole!

A 100 anni dalla prima guerra mondiale l’Unione Europea si è circondata da una serie di conflitti che, per contemporaneità e gravità, non ha precedenti nella Storia recente.

Dalla Libia (distrutta dall’intervento delle forze aeree francesi, britanniche, statunitensi e italiane) all’Ucraina (sconvolta da una pressione esterna della NATO, dell’Unione Europea e degli USA che dura da un oltre un decennio) siamo di fronte ad un vero e proprio “arco di guerra” che si stringe sempre più intorno ai paesi europei e all’Italia.
I responsabili di questo bagno di sangue, che prosegue dal 1991 (anno della prima aggressione all’Iraq) disgregando interi Stati sovrani – Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria – e lasciando sul terreno milioni di morti sono gli stessi: Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la loro alleanza militare, la NATO.

Di nuovo, in forme originali rispetto a 100 anni fa, le potenze colonialiste e imperialiste rispondono alla crisi cercando di strappare ai paesi emergenti e concorrenti dell’imperialismo euratlantico, potenzialmente antagonisti (Russia, Cina e paesi a loro alleati) territori, risorse naturali e mano d’opera a basso costo con la forza bruta, riportando l’intera umanità sull’orlo del baratro di un conflitto generalizzato.

In questa corsa alla guerra, la nuova classe dominante renziana non intende perdere un millimetro di spazio rispetto agli alleati/competitori europei, utilizzando al meglio il ruolo della neo ministra degli Esteri UE Federica Mogherini e della Ministra della Difesa Roberta Pinotti, impegnate attivamente a sostenere la presenza europea e italiana in ogni fronte
di guerra, dall’Ucraina alla Libia.

In questo quadro s’inserisce il rafforzamento del ruolo delle basi militari di stanza nel nostro paese. Nella nostra città, grazie al supporto attivo delle amministrazioni locali, in questi anni alcune sgradite presenze (la base USA di Camp Darby, il nuovo Hub aeroportuale dentro l’aeroporto militare Dell’Oro, la caserma dei paracadutisti Gamerra) si sono progressivamente potenziate.

È di queste settimane la notizia di un’ulteriore rafforzamento di questa presenza bellica sui nostri territori, con la costituzione alla caserma Gamerra di Pisa del Comando delle forze speciali dell’esercito (Comfose), che unifica il 9° Reggimento d’assalto Col Moschin, il 185° Reggimento Folgore di Livorno, il 28° Reggimento comunicazioni operative Pavia di stanza a Pesaro e il 4° Reggimento alpini paracadutisti Ranger con sede a Verona. A questi si aggiungerà il 26° Reparto elicotteri per operazioni speciali, destinato a trasformarsi in 3° Reggimento elicotteri per operazioni speciali.

Il Comfose sarà un centro di addestramento di “truppe combattenti”, operative e pronte ad intervenire negli scenari di guerra aperti, che si rifornirà alla base statunitense e si proietterà nei vari scenari bellici attraverso l’Hub aeroportuale, trasformando il nostro territorio in una vera e propria base di lancio per ogni aggressione
contro Stati e popoli situati nel quadrante geografico d’interesse per la NATO, in sostanza metà del globo terracqueo.

Un impegno militare di enormi dimensioni per il quale si prevedono grandi investimenti economici, a favore dei quali Il governo Renzi si è messo al lavoro. 
L’attuale Presidente del Consiglio, durante il Summit Nato dello scorso 3 – 4 settembre si è impegnato ad aumentare la spesa militare italiana dall’attuale 1,2% al 2% del PIL 

In euro la spesa italiana per la «difesa» è oggi di circa 70 milioni di euro al giorno. 

Con l’impegno di Renzi di fronte agli alleati atlantici (scavalcando l’oramai inutile Parlamento italiano) farà salire la spesa militare del nostro paese a oltre 100 milioni di euro al giorno.

In un momento nel quale la disoccupazione tocca percentuali senza precedenti, l’intero sistema di welfare, insieme a salari e diritti, sono sottoposti a un attacco mortale, i lavoratori italiani dovranno pagare questa incredibile somma a sostegno di uno spaventoso meccanismo di morte, contro il quale chiamiamo alla mobilitazione tutti i militanti contro la guerra, i sinceri pacifisti e le realtà che continuano a battersi contro le aggressioni occidentali in Est Europa, in Medio ed estremo Oriente.

I promotori del presente appello propongono per le prossime settimane una serie d’iniziative sul territorio di Pisa e provincia, al fine di ricomporre un fronte di forze coerentemente schierate contro la militarizzazione dei nostri territori. 

Per 

lo scioglimento del Comando delle forze speciali dell’esercito (Comfose),

la trasformazione dell’aeroporto militare Dall’Oro in Hub esclusivamente civile

la chiusura della base USA di Camp Darby,

l’uscita dell’Italia dalla NATO, 

lo storno delle immense risorse pubbliche usate per le spese militari a favore del rilancio dell’occupazione e del potenziamento dei servizi sociali (ospedali, trasporti, scuole, Università)

invitiamo tutte le realtà interessate a comunicarci tempestivamente la loro adesione all’appello e alla serie di iniziative che di seguito elenchiamo: 

presidio / conferenza stampa di fronte alla caserma Gamerra di Pisa, sabato 25 ottobre ore 12

assemblea – dibattito giovedì 30 ottobre sui temi toccati dall’appello, alla quale saranno invitati esponenti locali e nazionali impegnati nelle mobilitazioni antimilitariste 

mobilitazione antimilitarista martedì 4 novembre ( festa delle forze armate e ricorrenza della fine della 1° guerra mondiale) in centro città.

Promotori: Rete dei Comunisti, Coordinamento No Hub, Ross@ Pisa, Partito della Rifondazione Comunista Pisa, Comitato No Camp Darby, Rete Disarmiamoli!, circolo agorà Pisa, Casa della Pace – Roma, Rete No War Roma.
Manlio Dinucci, saggista e giornalista – Angelo Baracca, docente Università di Firenze – Nella Ginatempo, ativista no war, Patrick Boylan, Peacelink / Statunitensi per la Pace e la Giustizia – Giuseppe Aragno, storico, Franco Dinelli, ricercatore CNR.

Per adesioni: contropiano.pisa@virgilio.it cell. 3384014989

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