Esperti di energia dell’UK Energy Research Centre (UKERC) la scorsa settimana hanno dichiarato alla BBC che i ministri del governo hanno grandemente esagerato i vantaggi dell’utilizzo di gas da scisti [shale gas].
Il governo prevede di consentire in tutta la Gran Bretagna l’estrazione su vasta scala del gas da scisti mediante la fratturazione idraulica, processo noto come fracking. Sostengono che abbasserà i prezzi dell’energia e fornirà una fonte di energia sicura per decenni. Il Ministero del Tesoro ha detto che il potenziale del gas da scisti era “troppo grande per ignorarlo”.
Ma gli scienziati dicono che queste affermazioni sono una “montatura” e “prive di fondamento” e che il processo di fracking è appena agli inizi ed è impossibile sapere quanto se ne potrebbe estrarre e a quali costi.
Hanno detto che era molto improbabile che potesse dar luogo a sostanziali differenze di prezzo o garantire l’approvvigionamento energetico in Gran Bretagna.
Il fracking è già molto controverso e fortemente osteggiato dagli ambientalisti. Il processo di perforazione di pozzi in scisti e sabbia contenenti gas e di pompaggio di acqua e prodotti chimici ad alta pressione per provocare la frattura delle rocce e il rilascio del gas è rischioso. La composizione completa dei prodotti chimici utilizzati nel processo non è mai stato divulgata.
Essa può dare luogo a gas – e altre sostanze chimiche – in grado di contaminare gli approvvigionamenti d’acqua e può causare terremoti. In Gran Bretagna il fracking ha causato terremoti in siti vicini a Blackpool.
Studi geologici pubblicati sul New Scientist hanno mostrato che i terremoti sono stati causati dal fluido che ha lubrificato le rocce lungo una linea di faglia causandone lo scorrimento. Recenti studi dimostrano che i futuri terremoti potrebbero essere più gravi di quanto si pensasse in precedenza.
Ci sono vasti piani per aprire pozzi di fracking in tutta la Gran Bretagna, comprese zone altamente popolate, parchi nazionali e pianure alluvionali.
Il processo aumenterà l’uso di combustibili fossili e le emissioni di gas a effetto serra, ma inoltre assisteremo al rilascio di quantità di metano direttamente nell’aria.
Ora gli scienziati ci stanno dicendo che questo processo pericoloso e sgradevole non risolverà nemmeno i nostri problemi energetici.
“E’ molto frustrante continuare a sentire che il gas da scisti risolverà i nostri problemi energetici: di questo non c’è nessuna prova… è una montatura”, ha detto alla BBC il prof. Jim Watson, direttore della ricerca all’UKERC.
“E’ straordinario che i ministri continuino a fare queste affermazioni. Vogliono chiaramente creare una narrazione attorno alla questione. Ma noi siamo ricercatori: ci occupiamo di fatti, non di narrazioni. E al momento non ci sono prove di come il gas da scisto si svilupperà nel Regno Unito.
“Il gas da scisto è stato del tutto sopravvalutato. Non ho assolutamente idea dove vadano a prendere questa retorica i ministri. E’ molto fuorviante per il pubblico”.
Il suo collega dell’UKERC, prof. Mike Bradshaw ha espresso dubbi sui progetti per un “fondo sovrano” [“sovereign wealth fund”] da gas da scisto per il nord dell’Inghilterra.
“Parlare di una miniera d’oro è incredibile”, ha detto. “Non è accaduto e non potrà accadere mai. Anche se il gas da scisto viene sviluppata nel nord dell’Inghilterra, l’importo finanziario extra generato probabilmente sarà relativamente modesto, per cui il fondo sarà ancora più piccolo”.
La relazione del gruppo delinea un futuro limitato per il gas come parte del sistema elettrico della Gran Bretagna. Dice che al fine di raggiungere gli obiettivi della legge sul cambiamento climatico [Climate Change Act: legge del Parlamento britannico del 2008, ndt], la produzione di energia alimentata a gas dovrà cessare quasi del tutto entro il 2030.
Ma c’è il pericolo che leggi per la protezione dai cambiamenti climatici e le leggi di pianificazione possano essere minate dal proposto Transatlantic Trade and Investment Partnership – un accordo commerciale che interesserà la maggior parte dell’Europa e il Nord America.
Questo accordo contiene le clausole Investor-State Dispute Settlement (ISDS) [risoluzione delle controversie tra investitore e Stato] che permetterebbe alle aziende di citare in giudizio i governi per i danni agli utili a seguito delle misure adottate per tutelare l’ambiente, la sanità pubblica, ecc. Questo potrebbe significare l’aggiramento dei divieti al fracking o consentirebbe ai paesi giganti internazionali di citare in giudizio i governi che hanno cercato di vietare il fracking per impedire loro di realizzare un profitto.
Così gli attivisti contro TTIP e contro il fracking stanno unendo le forze nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli. E le campagne stanno avendo un certo successo in altri paesi.
Dart Energy, che sta per iniziare la perforazione sul sito di una ex fabbrica di grandi esplosivi a Daneshill, è stata costretta a sospendere tutte le sue attività minerarie in Australia a causa della resistenza della comunità.
Attualmente il fracking è vietato in Francia e Bulgaria, e ci sono moratorie in Romania, Irlanda, Repubblica Ceca e Danimarca. La più alta corte di Francia ne ha appena tutelato il divieto, minacciato da un’azione legale di una società americana, la Schuepbach Energy.
* da newworker.org, Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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