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L’ascesa dell’imperialismo tedesco e la “falsa minaccia” russa

Un interessante saggio di James Petras tradotto e curato da Palo genova e pubblicato da www.resistenze.org

Introduzione: il principale appoggio ideologico che assicurava un sostegno finanziario e politico massiccio da parte dei più importanti industriali tedeschi era la minaccia comunista e sovietica. La maggiore spinta militare nazista, che assorbiva i due terzi delle sue migliori truppe, era diretta verso oriente per conquistare e distruggere la Russia.

La “minaccia russa” giustificò la conquista e l’occupazione dell’Ucraina, dei Balcani, dell’Europa orientale e degli stati del Baltico [1], da parte della Germania nazista, con l’aiuto di una parte sostanziale di collaboratori locali nazisti.

Dopo la sconfitta, la divisione e il disarmo della Germania e con l’estensione del potere sovietico, gli USA ripristinarono i giganti industriali e bancari nazisti, gli ufficiali e il personale dei servizi segreti. All’inizio essi furono coinvolti nella ricostruzione della loro economia domestica e il consolidamento del potere politico, in collaborazione con le forze di occupazione militare statunitense.

Nei tardi anni Sessanta del Novecento la Germania [2] riacquistò il primato economico in Europa e fu all’avanguardia nell’ “integrazione europea”, in associazione con la Francia e l’Inghilterra [3]. Presto essa arrivò a dominare le principali istituzioni decisionali dell’Unione Europea (UE). L’UE è servita come strumento di conquista tedesco “in segreto” [4]. Anno dopo anno, attraverso “aiuti” e prestiti a basso interesse, l’UE ha facilitato la penetrazione del mercato capitalistico tedesco e l’espansione finanziaria, verso l’Europa meridionale e centrale. La Germania ha fissato l’agenda dell’Europa occidentale, guadagnando il predominio economico, mentre beneficiava del sovvertimento e dell’accerchiamento statunitense dell’Europa orientale, della Russia e degli stati baltici e balcanici.

Il grande balzo in avanti della Germania: l’annessione della Germania Orientale e la fine dell’Unione Sovietica [vedi anche]

La proiezione della potenza tedesca su una scala mondiale non sarebbe mai avvenuta se essa non avesse annesso la Germania orientale [5]. Nonostante le pretese di beneficenza ed “aiuti” della Germania occidentale all’Est, il regime di Bonn si procurò parecchi milioni di ingegneri preparati, lavoratori e tecnici, rilevò fabbriche, fattorie produttive e soprattutto i mercati dell’Europa dell’Est e della Russia per i prodotti industriali, dal valore di miliardi di dollari. La Germania fu trasformata da partner emergente ed influente nell’UE nella più dinamica potenza espansionista in Europa, specialmente nelle economie dell’ex Patto di Varsavia [6].

L’annessione della Germania dell’Est [7] e il rovesciamento dei governi comunisti all’Est permise ai capitalisti tedeschi di dominare i mercati del precedente blocco orientale. Come principale partner commerciale, esso prese il controllo delle principali imprese industriali attraverso le privatizzazioni corrotte decretate dai regimi clienti filo capitalisti appena creati. Quando la Repubblica Ceca, la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria, la Bulgaria, gli stati baltici “privatizzarono”, “denazionalizzarono” i settori economici strategici, il commercio, i mezzi di comunicazione e i servizi sociali, la Germania “unificata” fu in grado di riassumere una posizione privilegiata. Quando la Russia cadde nelle mani di gangsters, di oligarchi emergenti e fantocci politici dei capitalisti occidentali, la sua intera infrastruttura industriale fu decimata e la Russia fu convertita in una gigantesca regione di export di materie prime.

La Germania convertì le sue relazioni commerciali con la Russia da relazioni tra pari ad uno schema “coloniale”: la Germania esportava prodotti industriali di alto valore e importava gas, olio e materiali grezzi dalla Russia.

Il potere tedesco si espandeva esponenzialmente, con l’annessione dell’ “altra Germania”, la restaurazione del capitalismo nell’Europa orientale e l’ascesa di regimi clienti, disponibili e volenterosi di sottomettersi ad un’Unione Europea dominata dalla Germania e ad un comando militare NATO diretto dagli Stati Uniti.

L’espansione politica-economica tedesca attraverso “sollevamenti popolari”, controllati da clienti politici locali, fu presto accompagnata da una offensiva militare guidata dagli USA, innescata da movimenti separatisti. La Germania intervenne in Jugoslavia, aiutando ed incitando i separatisti in Slovenia e Croazia. Essa sostenne il bombardamento USA-NATO sulla Serbia e sostenne il sedicente Esercito di Liberazione del Kossovo (UCK) [8], di estrema destra, coinvolto in una guerra terroristica in Kossovo. Belgrado fu sconfitta e il cambio di regime portò ad uno stato cliente di tipo neoliberale. Gli USA costruirono in Kossovo la più grande base militare in Europa. Il Montenegro e la Macedonia divennero satelliti dell’UE.

Mentre la NATO si espandeva e aumentava la presenza militare statunitense fino ai confini della Russia, la Germania diventò la principale potenza economica del continente.

La Germania e il nuovo ordine mondiale

Mentre i Presidenti Bush e Clinton stavano annunziando un “nuovo ordine mondiale” basato sulla supremazia militare unipolare, la Germania avanzava il suo nuovo ordine imperiale, esercitando le sue leve politiche ed economiche. Ognuno dei due centri di potere, la Germania e gli Stati Uniti, condivideva la comune ricerca di rapido inserimento dei nuovi regimi capitalistici nelle loro organizzazioni regionali, l’Unione Europea (UE) e il Trattato Nord Atlantico (NATO), estendendo la loro portata globalmente. Date le origini reazionarie e la traiettoria verso il vassallaggio dei regimi orientali, baltici e balcanici e dati i loro timori politici di una reazione popolare alla perdita di occupazione, benessere sociale ed indipendenza in seguito all’applicazione di selvagge “politiche d’urto” neoliberali, i governanti clienti [9] immediatamente “fecero richiesta” per l’ammissione come membri subordinati dell’UE e della NATO, commerciando la sovranità, i mercati, e la proprietà nazionale dei mezzi di produzione, in cambio di elemosine economiche e il “libero” movimento dei capitali, una valvola di sfogo per i milioni di nuovi lavoratori disoccupati. Il capitale inglese e tedesco ottennero milioni di lavoratori immigrati preparati, pagati con salari inferiori a quelli normali del mercato [10] e libero accesso a mercati e alle risorse [11]. Gli USA si assicurarono basi militari NATO e reclutarono forze militari per le loro guerre imperiali in Medio Oriente e nel Sud dell’Asia.

Il predominio militare ed economico di USA e Germania sull’Europa fu preceduto dalla riduzione della Russia ad un debole stato quasi vassallo e dalla crescita continua delle loro economie [12] oltre il saccheggio iniziale delle economie un tempo comuniste.

Per gli USA la supremazia militare indiscussa su tutta l’Europa fu il trampolino per la recente espansione imperiale nel Medio Oriente, Asia meridionale, Africa ed America Latina. La Nato fu “internazionalizzata” in una alleanza militare globale offensiva: primaf in Somalia ed in Aghanistan poi in Iraq, Libia, Siria e Ucraina.

L’ascesa della Russia, la resistenza islamica e la nuova guerra fredda

Durante il “decennio dell’infamia” (1991-2000) le estreme misure di privatizzazione da parte dei governatori clienti della Russia, condotte a nome degli investitori UE e USA e degli oligarchi-gangster, risultarono in un vasto saccheggio dell’intera economia, del tesoro pubblico e del patrimonio nazionale. L’immagine e la realtà di un gigantesco stato vassallo prostrato e incapace di condurre una politica economica indipendente e incapace di fornire la minima parvenza di un’economica moderna funzionante e mantenere l’ordine legale, divenne la visione caratteristica della Russia da parte di UE e USA. La Russia post comunista, uno stato fallito da ogni punto di vista, fu qualificata come “democrazia liberale” da ogni politico capitalista occidentale e così fu ripetuto da tutti i loro mezzi di comunicazione asserviti.

La casuale ascesa di Vladimir Putin e la graduale sostituzione di alcuni dei più egregi  ufficiali neoliberali “svenduti” [13] e, soprattutto, la ricostruzione dello stato russo con un bilancio adatto e istituzioni nazionali funzionanti, fu immediatamente percepita come una minaccia alla supremazia militare USA e all’espansione economica tedesca. La transizione della Russia, da uno stato vassallo dell’Occidente verso il recupero del suo status come stato indipendente e sovrano, mise in moto un’aggressiva contro-offensiva da parte di UE-USA. Essi finanziarono un’opposizione politica sostenuta da un’oligarchia neoliberale nel tentativo di ricondurre la Russia al vassallaggio, attraverso manifestazioni di piazza ed elezioni. I loro tentativi di cacciare Putin e ristabilire uno stato vassallo fallirono. Ciò che funzionò nel 1991 con la presa del potere di Eltsin su Gorbacëv fu inefficace contro Putin. La grande maggioranza dei russi non volle ritornare nel decennio dell’infamia.

All’inizio del nuovo secolo, Putin e il suo gruppo fissarono nuove regole base entro le quali gli oligarchi potevano mantenere la loro ricchezza illecita e i gruppi economici, purché essi non usassero le loro leve economiche per impossessarsi del potere statale. In secondo luogo Putin ravvivò e ristabilì le istituzioni scientifiche, tecniche, militari, industriali e culturali, e centralizzò il commercio e le decisioni di investimento entro un ampio cerchio di decisori pubblici e privati, non controllati dagli strateghi politici occidentali. In terzo luogo egli incominciò a valutare e rettificare la distruzione delle agenzie di sicurezza russe, con particolare riguardo alle minacce derivanti dai movimenti “separatisti” sponsorizzati dall’Occidente nel Caucaso, in particolare in Cecenia e dall’attacco delle “rivoluzioni colorate”, sostenute dagli USA, in Ucraina e Georgia.

All’inizio Putin suppose ottimisticamente che, essendo la Russia uno stato capitalista e senza alcuna ideologia in competizione, la normalizzazione e la stabilizzazione dello stato russo sarebbe stata benvenuta negli USA e nell’UE. Egli persino pensò che essi avrebbero accettato la Russia come partner economico, politico e persino nella NATO. Putin fece persino aperture all’unione e alla cooperazione con la NATO e con l’UE. L’Occidente non provò a dissuadere Putin dalle sue illusioni. Infatti esso lo incoraggiò, anche mentre aumentò il sostegno all’opposizione interna di Putin e preparò una serie di guerre imperiali e sanzioni in Medio Oriente, andando a colpire i tradizionali alleati russi in Iraq, Siria e Libia.

Quando la strategia sovversiva “interna” fallì nell’intento di rovesciare il Presidente Putin e lo stato russo prevalse sui neo-vassalli, la demonizzazione di Putin divenne costante e acuta. L’Occidente passò con decisione ad una “strategia esterna” per isolare, accerchiare e minare lo stato russo, insidiandone gli alleati e i partners commerciali.

Gli Stati Uniti e la Germania affrontano la Russia: la creazione dalla “minaccia russa”

La Russia fu indotta a sostenere le guerre USA e NATO in Iraq, Afghanistan e Libia in cambio della promessa di una più profonda integrazione nei mercati occidentali. Gli USA e l’UE accettarono la cooperazione russa, incluse le vie di rifornimento e basi militari per la loro invasione ed occupazione dell’Afghanistan. Le potenze NATO si procurarono il sostegno russo nelle sanzioni contro l’Iran. Essi sfruttarono l’ingenuo sostegno russo per una “no fly zone” [14] sulla Libia per lanciare una guerra aerea in larga scala. Gli USA finanziarono apertamente le cosiddette “rivoluzioni colorate” in Georgia e Ucraina, una prova generale per il putsch del 2014. Ogni violenta presa del potere permise alla NATO di imporre governanti anti russi, pronti e volenterosi a servire come stati vassalli della Germania e degli USA.

La Germania fu la punta di lancia dell’avanzata imperiale europea nei Balcani e in Moldavia, regioni con forti legami economici con la Russia. Alti ufficiali tedeschi “visitarono” i Balcani per sostenere i loro legami con i regimi vassalli in Slovenia, Bulgaria, Slovacchia e Croazia. Sotto la direzione tedesca, l’Unione Europea ordinò al regime vassallo bulgaro di Boyko Borisov detto “lo sciocco” di bloccare i passaggio del gasdotto South Stream, di proprietà russa, diretto verso la Serbia, l’Ungheria, la Slovenia e oltre. Lo stato bulgaro perse 400 milioni di dollari di rendita annua… la Germania e gli USA foraggiarono i clienti politici pro NATO e pro UE in Moldavia, assicurandosi l’elezione di Iurie Leanca come primo ministro. Come conseguenza della ricerca servile di Leanca di un vassallaggio UE, la Moldavia ha perso 150 milioni di dollari di esportazioni verso la Russia, il maggior partner economico della nazione moldava. Circa il 40% della popolazione moldava in età da lavoro lavora in Russia e il 25% del PIL di 8 miliardi di dollari della Moldavia è costituito da rimesse di migranti [15] .

I costruttori dell’impero tedesco e statunitense passano come un rullo compressore sulle voci che dissentono in Ungheria, Serbia e Slovenia, così come in Moldova e Bulgaria, le cui economie e popolazioni soffrono a causa dell’imposizione del blocco dell’oleodotto e gasdotto russo. Ma la guerra economica totale della Germania contro la Russia ha la precedenza sugli interessi degli stati vassalli: tocca a questi di sacrificarsi per il “Bene Superiore” dell’emergente impero economico tedesco e l’accerchiamento militare USA-NATO della Russia. I dettami estremamente brutali degli interessi imperiali tedeschi articolati attraverso l’UE e la volontà dei regimi balcanici e baltici di sacrificare interessi economici fondamentali, sono i migliori indicatori dell’emergere di un impero tedesco in Europa.

Parallelamente alla violenta campagna economica anti russa, gli USA, tramite la NATO, sono impegnati in una vasta costruzione militare lungo tutta la lunghezza ed estensione della frontiera russa. La marionetta USA, Jens Stoltenberg, capo della NATO, si vanta che nell’anno corrente la NATO ha aumentato di cinque volte gli aerei da guerra e i cacciabombardieri che controllano le frontiere di mare e di terra della Russia, ha condotto esercitazioni militari ogni due giorni ed ha enormemente aumentato il numero di navi da guerra nel Mar Baltico e nel Mar Nero.

Conclusione

Ciò che è assolutamente chiaro è che gli USA e la Germania vogliono far tornare la Russia allo stato di vassallaggio degli anni ’90. Essi non vogliono “relazioni normali”. Dal momento in cui Putin si è mosso per ristabilire lo stato russo e la sua economia, le potenze occidentali si sono impegnate in una serie di interventi politici e militari, eliminando  alleati russi, partners commerciali e stati indipendenti.

L’emergere di regimi estremisti, visceralmente anti russi in Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania è servito come scudo anteriore per l’avanzamento della NATO e per l’invasione economica tedesca. Il “sogno” di Hitler di realizzare la conquista dell’Est per mezzo di una conquista militare unilaterale ha ora, sotto il primo ministro Merkel, preso la forma di una conquista in segreto nell’Europa settentrionale e centrale, attraverso il ricatto economico nei Balcani e per mezzo di putsch violenti di Ucraina e Georgia [16].

La classe economica dominante in Germania è divisa tra un settore prevalente filo-statunitense che è disponibile a sacrificare il commercio lucrativo con la Russia oggi, nella speranza di dominare e saccheggiare l’intera economia russa in una Russia post-putiniana (dominata da “rinati cloni di Eltsin”), e un minoritario settore industriale, che vuole la fine delle sanzioni e il ritorno a normali relazioni economiche con la Russia.

La Germania teme che i suoi governatori clienti nell’Est, specialmente nei Balcani, siano vulnerabili di fronte ad una sollevazione popolare dovuta ai sacrifici economici che essi impongono alla popolazione. Di conseguenza la Germania è totalmente a favore di una nuova forza di dispiegamento rapido della NATO, apertamente studiata per controbattere una non esistente “minaccia russa”, ma in realtà per tenere in piedi barcollanti regimi vassalli.

La “minaccia russa” è l’ideologia che guida l’offensiva statunitense e tedesca attraverso l’Europa e il Caucaso, è la replica della stessa dottrina che Hitler usò per assicurarsi il sostegno da parte dei banchieri industriali interni [17] e collaboratori esteri, conservatori di destra, scelti tra gli estremisti in Ucraina, Ungheria, Romania e Bulgaria.

La presa del potere USA-UE attraverso clienti politici vassalli con oligarchi corrotti e combattenti di strada nazisti in Ucraina ha detonato la crisi attuale. La presa del potere in Ucraina ha posto una minaccia di altissimo grado all’esistenza stessa della Russia come stato indipendente. Dopo la presa di Kiev, la NATO ha mosso il suo regime fantoccio a Kiev  in avanti per eliminare militarmente le regioni indipendenti nel Sud-Est e prendere la Crimea, per eliminare così la posizione strategica russa nel Mar Nero.

La Russia, vittima della presa del potere della NATO è stata etichettata come “aggressore”.  L’intero apparato ufficiale e i mezzi di comunicazione hanno ripetuto come un eco la grande menzogna.

Due decenni di avanzamenti militari USA-NATO verso i confini della Russia e l’espansione economica tedesco-statunitense nei mercati russi sono stati offuscati. L’Ucraina è la piattaforma strategica militare più importante da quale il blocco USA-NATO può lanciare un attacco al cuore della Russia e il più grande mercato unitario per la Germania dall’annessione della Germania dell’Est [18].

Gli USA e la Germania vedono la conquista dell’Ucraina di estremo valore in sé, ma anche come una chiave per lanciare un’offensiva a tutto campo per strangolare l’economia russa attraverso sanzioni e abbassamento del prezzo del petrolio e minacce militari verso la Russia. L’obiettivo strategico è ridurre in povertà la popolazione russa e riattivare la quasi moribonda opposizione per rovesciare il governo Putin e far ritornare la Russia ad uno stato di vassallaggio permanente.

L’élite imperiale USA e tedesca, guardando oltre la Russia, ritiene che se essa controlla la Russia, può accerchiare, isolare ed attaccare la Cina dall’Occidente così come dall’Oriente.

Costoro non sono dei selvaggi fanatici. Ma come rabbiosi sostenitori di una guerra permanente per terminare la presenza russa in Europa e minare l’emergere della Cina come potenza mondiale, intendono arrivare alle soglie di una guerra nucleare.

Il nucleo ideologico centrale dell’espansione e la conquista tedesco-statunitense in Europa e nel Caucaso è “la minaccia russa”. È la pietra di paragone per definire avversari ed alleati.  Le nazioni che non sostengono le sanzioni sono colpite. I mezzi di comunicazione di massa ripetono la menzogna. “La minaccia russa” è diventato un grido di guerra per i vassalli urlanti – la falsa giustificazione per imporre sacrifici spaventosi per servire i loro “padroni” imperiali a Berlino e Washington – nel timore della ribellione della popolazione “sacrificata”. Senza dubbio, sotto assedio, la Russia sarà costretta a fare sacrifici. Gli oligarchi fuggiranno ad Occidente, i liberali strisceranno sotto i loro letti. Ma così come i sovietici cambiarono la marea della guerra a Stalingrado [19], il popolo russo, passati i primi due anni dell’operazione di riavvio, sopravviverà, avrà successo e diventerà ancora una volta un faro di speranza per tutti i popoli desiderosi di liberarsi dalla tirannia del militarismo USA-NATO e dai dettami economici tedesco-UE.


[1] Lituania, Lettonia ed Estonia.

[2] L’Autore ovviamente intende qui con Germania la Repubblica Federale Tedesca che allora costituiva soltanto una delle due Germanie, quella capitalista.

[3] L’Autore si riferisce alla costituzione dell’Unione Europea. Si noti che inizialmente i poli imperialistici dell’Europa Occidentale furono due: quello franco-tedesco della CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) che aggregava Repubblica Federale Tedesca, Francia, Italia, Belgio Paesi Bassi e Lussemburgo (Italia e BENELUX furono sempre in subordine ai paesi dominanti Francia e soprattutto Germania capitalistica, il peso economico della Germania capitalistica ben presto venne a prevalere su quello della Francia), e quello attorno al Regno Unito che, inizialmente, forte del residuo di impero che ancora gli rimaneva – il Commonwealth su cui continuava ad esercitare rapporti di potenza coloniale – e della tradizionale politica britannica di isolamento e bilanciamento di potenze all’interno dell’Europa, non volle entrare nella CECA e anzi cercò di sviluppare l’EFTA (European Free Trade Association Associazione Europea di Libero Scambio) costituita da Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera e Regno Unito. In realtà l’EFTA esiste ancora, ma in forma residuale limitata a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, nazioni europee che tutt’ora non accettano il monopolio economico tedesco. La posizione odierna del Regno Unito è di sostanziale sudditanza alla potenza economica tedesca e a quella militare USA (analogamente dicasi per la Francia, abbandonate le velleità golliste di un tempo che pretendevano di dominare la RFT economicamente ed avere una force de frappe militare indipendente dagli USA. Entrambe sono scomparse essendo oggi la Francia asservita economicamente alla Germania e militarmente agli USA). Nel complesso dunque prevale l’imperialismo economico tedesco che ha imposto un’Europa economica a suo uso e consumo, come evidenzia l’Autore.

[4] By stealth nel testo originale. Come gli aerei stealth sono invisibili ai radars, così la Germania utilizza l’UE per realizzare i suoi scopi by stealth.

[5] La Repubblica Democratica Tedesca fu fondata il 7 Ottobre 1949 in seguito alla proclamazione unilaterale della Repubblica Federale Tedesca avvenuta il 23 Maggio 1949. Si noti che la divisione della Germania fu voluta dagli Stati Uniti e non dall’Unione Sovietica. Furono gli Stati Uniti, col sostegno di Regno Unito e Francia, a rompere il fronte antifascista e gli accordi di pace imponendo, nelle zone della Germania occupate dagli eserciti occidentali, una Repubblica Federale Tedesca militarizzata e all’interno della NATO costituitasi il 4 Aprile 1949. La cronologia delle date è assai eloquente… (si noti che da parte sovietica non si pose nemmeno la questione economica del socialismo, ma soltanto principalmente quella militare ovvero che la Germania non avrebbe dovuto fare parte di blocchi aggressivi militari antisovietici cosa che appunto avvenne… il vizio di origine, come si vede, è lontano).

[6] Solo il 14 Maggio 1955, i paesi socialisti, sotto la guida dell’Unione Sovietica, firmarono a Varsavia il      “Trattato di amicizia cooperazione e mutua assistenza” noto in breve come Patto di Varsavia, che ovviamente formalizzava una situazione venutasi a creare sul campo precedentemente, benché bisogna            ricordare che il percorso politico degli stati a democrazia popolare negli stati europei centro orientali (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria) fu quanto mai variegato e composito (vie nazionali al socialismo). Si noti altresì la natura difensiva del Trattato di Varsavia rispetto a quello offensivo della NATO.

[7] Sempre la RDT, Repubblica Democratica Tedesca. L’annessione ufficiale avvenne il 3 Ottobre 1990. Persino l’impostazione ideologica filo capitalistica non può negare il fatto che formalmente si tratta di un’annessione infatti la costituzione tedesca odierna, l’ordinamento dello stato, i trattati internazionali sono solo esclusivamente quelli della Repubblica Federale Tedesca che ha subito soltanto un ampliamento territoriale (e in seguito il solo spostamento della capitale), mentre la Repubblica Democratica Tedesca è scomparsa totalmente in quanto entità statuale e di diritto. Tutto ciò avviene quando si ha una annessione di uno stato ad un altro, non una riunificazione. La visione ideologica filo capitalistica ovviamente presenta questo aspetto sostanziale, come una mera scelta formale “per fare prima”, quando invece si trattò sia formalmente sia sostanzialmente di un’annessione di uno stato ad un altro.

[8] UCK dall’albanese Ushtria Çlirimtare e Kosovës, Esercito di Liberazione del Kossovo, organizzazione paramilitare fascista cui prese parte anche un certo Osama Bin Laden, allora alleato dell’Occidente che sostenne apertamente UCK e al al-Qāʿida (tra loro alleati).

[9] Clienti dell’Occidente ovviamente. Il termine “client rulers” usato da Petras che qui traduciamo come governanti clienti è quanto mai suggestivo in quanto ricorda la figura romana del cliens (http://it.wikipedia.org/wiki/Cliens) cittadino sottoposto ad un altro cittadino detto patronus. Ovviamente ci sono sostanziali differenze tra la clientela del tempo romano con quella moderna, ma il termine rende bene la relazione di sudditanza tra i vari capi di Stato, quelli USA e UE che comandano e gli altri che servono.

[10] occidentale.

[11] orientali. I lavoratori dell’Est vengono all’Ovest e sono sottopagati rispetto a proletariato autoctono occidentale, viceversa le ditte dell’Ovest invadono i mercati dell’Est e depredano le risorse e le materie prime dell’Est. Quando è possibile installano direttamente fabbriche all’Est, smantellando quelle all’Ovest così da sfruttare il più basso costo del lavoro all’Est ed estrarre maggiore plusvalore dai lavoratori. Tutto questo processo ha come risultato l’impoverimento crescente dei lavoratori sia dell’Est che dell’Ovest e l’arricchimento a dismisura dei padroni sia dell’Est che dell’Ovest, oltre a creare enormi squilibri dovuti all’ineguale sviluppo delle varie regioni d’Europa e forti tensioni dovute alle migrazioni e la complessa convivenza di popolazioni di lingue, culture e religioni diverse che si trovano poste immediatamente a contatto, in selvaggia concorrenza capitalistica. Un capolavoro del modo di produzione capitalistico.

[12] tedesche e statunitensi.

[13] all’Occidente.

[14] Zona di divieto di sorvolo, tanto cara i mezzi di informazione dell’imperialismo quale strumento di “esportazione della democrazia” (leggi massacro delle popolazioni civili e sperimentazione delle nuove armi di distruzione di massa prodotte dal complesso militare-industriale dell’imperialismo).

[15] che lavorano in Russia.

[16] Tre forme diverse adottate dall’imperialismo occidentale per penetrare ad oriente: “by stealth” ovvero in segreto, in incognito nelle zone settentrionali e centrali, con il ricatto economico nei Balcani e attraverso la guerra aperta in Ucraina e nel Caucaso. Come è noto l’imperialismo utilizza tante tattiche diverse per attuare la sua medesima strategia di dominio.

[17] interni alla Germania, tedeschi.

[18] popolazione dell’Ucraina (prima della guerra civile odierna) circa 45 milioni di abitanti, estensione geografica circa 600 mila km2  per confronto Polonia 38 milioni di abitanti e 300 mila km2. La Repubblica Democratica Tedesca nel 1989 aveva una popolazione di quasi 17 milioni di abitanti su un’estensione di circa 100 mila km2  naturalmente in quel caso ci sono tutti i vantaggi di un’annessione diretta di una popolazione con la stessa lingua e cultura. Ciò che, per ora, distingue l’imperialismo tedesco odierno rispetto a quello del Kaiser e di Hitler e che questi ultimi volevano creare una Grande Germania con esplicita annessione di tutti gli stati confinanti (compresi appunto Polonia ed Ucraina che allora presentavano ampi settori abitati da popolazioni di origine tedesca o tedescofona). La versione rinnovata dell’imperialismo tedesco prevede, ad oggi, una sostanziale sudditanza economica.

[19] come giustamente ricorda il Petras il corso della Seconda Guerra Mondiale o Grande Guerra Patriottica fu determinato dalla sconfitta fascista nella battaglia di Stalingrado. Dopo le sconfitte di Mosca e di Stalingrado l’imbattibilità delle truppe naziste fu definitivamente archiviata e incominciarono una serie di sconfitte che portarono, sia pure faticosamente, alla sconfitta finale delle truppe dell’Asse. Si noti che il ritardo nella creazione del Secondo Fronte (tardivo sbarco in Normandia, lo sbarco in Normandia è del 6 Giugno 1944, la vittoria a Stalingrado del 2 Febbraio 1943) costrinse i sovietici a compiere il “grosso del lavoro” per sconfiggere sul campo i nazisti, contrariamente a ciò che si afferma comunemente nella storiografia ideologica filo occidentale. Arrivati in ritardo, gli Occidentali si affrettarono poi per impedire che l’intera Germania fosse liberata dall’Esercito Rosso (Churchill diceva “bisogna stringere la mano ai russi più ad Oriente possibile”). Anche la scelta dei bombardamenti aerei occidentali non fu causale, l’accanimento maggiore, con distruzione totale di intere città come Dresda, cadde sulle zone che poi, guarda caso, finirono in mano sovietica (strane coincidenze della Storia).

* studioso marxista statunitense e attivista antimperialista. Importanti, in italiano, i libri: “Clash. Scontro tra potenze” e “Competizione globale” scritti insieme a L. Vasapollo, M. Casadio, D. Weltemeyer editi da Jaca Book.

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1 Commento


  • Nicola

    Stampatelo per i vostri figli e nipoti perchè gli “storici” scriveranno altre cose…

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