L’escalation di guerra in Medio Oriente e la ‘mossa del cavallo’ di Mosca che ha cambiato con il suo intervento militare diretto in Siria i già fragili equilibri determinati da anni di destabilizzazione operata dalle potenze occidentali e da quelle regionali, stanno determinando anche nel mondo cattolico una riflessione. Pubblichiamo di seguito due interventi: il primo è tratto da Famiglia Cristiana, il secondo invece è un comunicato stampa dell’associazione pacifista cattolica Pax Christi.
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SI POTREBBE ANDARE TUTTI QUANTI A BOMBARDARE LA SIRIA…
Anche l’Italia si iscrive alla corsa ai bombardamenti. Intanto, tutti contro l’unico che l’Isis lo bombarda davvero: Vladimir Putin.
di Fulvio Scaglione
L’Italia comincerà a bombardare l’Isis? La notizia è stata data dal Corriere della Sera e il Governo ha risposto con una mezza smentita che sa di conferma. In ogni caso, è da notare il fatto che anche il nostro Paese si è in qualche modo iscritto a quella “corsa all’intervento” che ha di recente visto scattare Gran Bretagna e Francia, di colpo desiderose di sparare a qualcuno in Siria e in Iraq.
L’Italia ha già fornito armi ai peshmerga del Kurdistan e addestratori assai apprezzati in loco. Se domani anche i nostri quattro Tornado cominciassero a bombardare i miliziani islamici in Iraq (in Siria no, perché il Governo legittimo siriano, che resta quello di Assad, non ci ha chiesto di farlo) il tenore della missione farebbe di certo un balzo in avanti anche se sul terreno, forse, non cambierebbe molto.
Se questo avverrà, giusto o sbagliato che sia, lo dovremo a Vladimir Putin. Non sfugge a nessuno, infatti, che da quando il Cremlino si è mosso, e ha spedito sul fronte siriano il suo piccolo corpo di spedizione, le placide operazioni della coalizione americo-saudita radunata con orgoglio da Barack Obama hanno subito uno scossone. Il problema è che Putin i miliziani islamici li bombarda davvero, non per finta come fa Obama. La Grande Coalizione Democratica, infatti, “bombarda” l’Isis da più di un anno, ma in questo periodo l’Isis non ha fatto che allargarsi a sempre nuove zone della Siria, senza perdere la presa su quelle dell’Iraq occupate l’anno scorso.
E’ un misero risultato, per un corpo d’armata cui partecipano (così dice Obama) 60 Paesi. Ma è in realtà ciò che americani e sauditi si proponevano fin dal principio: contenere l’Isis (senza eliminarlo, per carità!) in Iraq e lasciarli mano sostanzialmente libera in Siria. Nella speranza che l’Isis facesse ciò che Washington e Riad desiderano da sempre: eliminare Assad. Non si spiegano altrimenti, infatti, non solo i magri risultati ma anche eventi fenomenali come la presa di Palmira da parte dell’Isis: per arrivare all’antica città, gli islamisti hanno dovuto percorrere in colonna, nel deserto, centinaia di chilometri esposti a ogni satellite e bombardiere. Davvero singolare che nessuno dei combattenti della Grande Coalizione Democratica li abbia notati e sia intervenuto per fermarli.
L’intervento dei russi ha mandato all’aria la commedia. Perchè i russi colpiscono davvero, colpiscono duro e non badano tanto alle etichette. Obama insiste sul fatto che i Su34 di Mosca bombardano soprattutto i “ribelli moderati” anti-Assad, dimenticando di dire che sul terreno questi “moderati” contano come il due di picche quando la briscola è quadri. Chi sono questi “moderati”? Che fanno? Chi li comanda? Nessuno lo sa.
Per somma sfortuna di Obama, poi, si è dato da fare su televisioni e giornali il senatore McCain, suo rivale nella prima corsa alla Casa Bianca ed esponente di punta dei repubblicani, che ha detto: “I russi hanno colpito oppositori del regime di Damasco addestrati dalla Cia”. Ora, per gli americani sarà normale che la Cia addestri gente per buttar giù questo o quel Governo, ma credere che a Putin di questo importi qualcosa è un po’ troppo.
Intanto, a prender sul serio i russi è l’Isis, il che qualcosa vuol dire. E altrettanto fanno i cristiani dell’Iraq che, per bocca dei loro vescovi, invocano da lungo tempo proprio ciò che la Coalizione non fa, cioè un intervento vero, concreto, e non fasullo, contro il dilagare dell’islamismo nel loro Paese.
La cosa più bizzarra, però, è questa. Tutti pensano di avere diritto di intervenire da quelle parti: la Turchia ha appoggiato Isis e compagni in ogni modo, ha più volte sconfinato, bombarda i curdi, progetta di ritagliarsi una striscia di territorio siriano profonda una trentina di chilometri; di Usa e Arabia Saudita si sa; di Francia e Gran Bretagna abbiamo detto; persino la mite Giordania ha buttato là che si prenderebbe volentieri anche lei la sua striscia di territorio siriano. Tutti questi, però, dicono che la Russia, unico Paese espressamente invitato a intervenire dal Governo in carica, deve tenersi alla larga.
Nel frattempo, la propaganda ha cominciato a fare il suo lavoro, ossequiosamente seguita da gran parte della stampa. Appena partiti i raid russi, subito sono apparse sui giornali le notizie sulle vittime civili: a decine, in crescita ogni giorno. E’ molto probabile, anzi è certo che questo accada. Ma in più di un anno di raid americo-sauditi avete mai sentito dire qualcosa di simile? La Grande Coalizione Democratica ha compiuto, in questi 14 mesi, più di 7 mila bombardamenti e sui giornali italiani non è uscita una notizia, che sia una, su eventuali vittime civili. Forse tutto l’esercizio fatto per NON colpire l’Isis ha aguzzato loro la mira.
Fermare i profughi o le armi?
Il Consiglio Nazionale si Pax Christi si è riunito nei giorni scorsi, 19-20 settembre, a Firenze. Lo scenario mondiale ci presenta un crescente clima di guerra e la fuga dal loro Paese di migliaia e migliaia di donne, uomini e bambini: molti hanno trovato la morte in mare mentre cercavano vita e speranza, altri si trovano sempre più davanti a nuovi muri eretti nel cuore dell’Europa.
Mentre ci uniamo ai numerosi appelli che invitano all’accoglienza concreta, dobbiamo riconoscere che molti profughi scappano da guerre che sono volute e finanziate anche dall’Occidente, e… anche dall’Italia.
E questo in violazione della legge 185/90 che dovrebbe regolare l’export di armi. Ma l’Italia continua a vendere armi a Paesi in guerra e che violano i diritti umani, ad es. Israele, Arabia Saudita (che è tra i più grandi finanziatori dell’IS e utilizza anche armi Italiane per bombardare lo Yemen!).
La guerra è una grande ‘fabbrica di profughi’.
Fermiamo la guerra se vogliamo aiutare davvero i profughi!
“Basta con la vendita di armi! Basta!”, ci hanno chiesto anche in questi giorni i tanti amici che abbiamo in Iraq.
“Il conflitto in Siria e Iraq – ha detto papa Francesco lo scorso 17 settembre – è uno dei drammi umanitari più opprimenti degli ultimi decenni…, i trafficanti di armi continuano a fare i loro interessi. Le loro armi sono bagnate di sangue, sangue innocente. Nessuno può fingere di non sapere!”.
Come Pax Christi rinnoviamo la nostra scelta per la nonviolenza, lavorando insieme con tutti coloro che credono alla pace, ad una soluzione nonviolenta dei conflitti, perché Un’altra Difesa è possibile.
Ma assistiamo a preparativi di nuove guerre!
In questa prospettiva non possiamo tacere di fronte alla prossima esercitazione NATO “Trident Juncture 2015”, dal 3 ottobre al 6 novembre, con il coinvolgimento di 36.000 uomini, 60 navi e 140 aerei.
Il comando di questa operazione sarà alla base NATO di Lago Patria, a Napoli.
‘La più grande esercitazione della storia moderna della Nato’. Trident Juncture 2015 dimostrerà il nuovo accrescimento del livello di ambizione della NATO nello scenario di guerra moderna comune’ (vedi sito della Nato http://www.jfcbs.nato.int/).
Ricordiamo che la NATO non dipende dall’ONU e nemmeno rappresenta un sistema difensivo promosso dall’Unione Europea (UE). In realtà la NATO è sotto diretto comando USA: chiede l’aumento delle spese militari agli stati membri, o li impone, come alla Grecia.
Noi non vogliamo questa NATO, vogliamo invece che l’ONU, e l’UE promuovano politiche di solidarietà, civiltà e Pace!
Per questo saremo presenti, come Pax Christi, alla manifestazione promossa dai comitati ‘No Trident’, in programma a Napoli il prossimo 24 ottobre.
Firenze, 22 settembre 2015
Pax Christi Italia
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