Il seguente appello è stato pubblicato nel sito di “Faire vivre et renforcer le PCF”*, corredato dalle firme di militanti del Partito Comunista Francese e di altre organizzazioni della sinistra transalpina. Riteniamo utile proporlo ai nostri lettori. La traduzione è a cura di Marx XXI
Il popolo francese deve poter pronunciarsi con un referendum sull’Euro e sull’Unione Europea
Nel 1992, i promotori del Trattato di Maastricht e della moneta unica promisero ai francesi il pieno impiego, il progresso, la democrazia e la solidarietà tra i popoli.
L’esperienza ha smentito tutte queste promesse; infatti:
– La zona Euro è sinonimo di recessione, di distruzione del tessuto industriale e agricolo, di disoccupazione di massa, di diffusione della povertà e della precarietà; “l’economia di mercato aperta al mondo dove la concorrenza è libera e non falsata” prescritta dall’Unione Europea aiuta le forze del denaro a demolire il “prodotto in Francia” , a comprimere i salari, i servizi pubblici e lo stato sociale.
– L’Euro sottomette i paesi dell’Est e del Sud Europa all’economia tedesca e all’economia Usa, di cui la Francia diventa un’appendice
– La sovranità del popolo francese, che ha rifiutato la Costituzione europea, alias “il Trattato di Lisbona”, è beffata; i partiti pro-Maastricht che si susseguono al potere seguono la ricetta distruttiva scritta dalla Commissione di Bruxelles , dalla Banca di Francoforte, dal padronato francese.
– In Francia e altrove, i danni sociali e liberticidi così come le frustrazioni generate dalla “costruzione” europea fanno crescere l’estrema destra, la xenofobia, il razzismo, il fascismo e l’odio. Sostenuta dalla Nato, a cui l’Ue è strettamente legata, dei nostalgici del Terzo Reich rialzano la testa dall’Ucraina ai paesi baltici, provocando la Russia e giocando con la pace mondiale.
Sotto la direzione della Nato, dell’UE e degli USA, la Francia è stata coinvolta dai diversi governi nelle guerre coloniali in Libia, in Africa sub sahariana, e in Siria
– In fatto di diversità culturale, lo zio Sam si serve dell’Unione Europea, mentre si trasforma nel “Grande mercato Transatlantico, per imporre la sua ideologia, la sua lingua e la sua sottocultura.
– Le Euro-Regioni e le “Metropoli” minacciano i comuni e “La Repubblica laica, una e indivisibile”, ereditata dalla nostra storia
In breve, la Francia, uscita dalla Rivoluzione e dal Consiglio Nazionale della Resistenza si dissolve rapidamente nel bagno d’acido di una Unione Europea dominata dal capitale finanziario.
– La dittatura dell’Unione Europea sulla Grecia, ma anche il trattamento umiliante inflitto all’Europa del Sud e dell’Est, prova che l'”Europa sociale” è impossibile dentro il quadro dell’Unione Europea, interamente al servizio dei più ricchi e dei più potenti. Bisogna quindi che la Francia esca dall’UE e dall’Euro per permettere al popolo di ricostruire la propria sovranità, di rimettere il mondo del lavoro al cuore della nazione, di organizzare la cooperazione tra gli Stati sovrani in Europa e fuori. Il popolo francese può lanciare questa grande sfida se riprende in mano il proprio destino su basi progressiste e repubblicane.
In questa prospettiva, il popolo francese deve al più presto potersi pronunciare sulla permanenza o meno della Francia nella zona Euro e nell’UE. Per questo si deve immediatamente organizzare un referendum su questi due quesiti vitali e intimamente legati:
“Deve la Francia restare nella zona Euro?” – “Deve la Francia restare nell’Unione Europea?”
Se il verdetto popolare sarà raggirato come fu scandalosamente raggirato il No popolare del Maggio 2005 alla Costituzione Europea, il nostro popolo dovrà tirarne le conseguenze pratiche, intervenendo con tutti i mezzi possibili e rifiutando qualsiasi legittimità a quelli che avranno di nuovo violato la sua sovranità.
*”Faire vivre et renforcer le Pcf” da anni si batte per il ritorno del Partito Comunista Francese su posizioni marxiste-leniniste. Si è opposta risolutamente sia alla strategia di Robert Hue (ora nei socialisti) della “mutation” quanto all’adesione al Partito della Sinistra Europea, visto come uno strumento per giungere a una Bolognina francese.
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