Venerdi 20 maggio a Roma, Ross@ ha organizzato un dibattito pubblico su “Movimenti, interessi popolari e rappresentanza politica”. Al dibattito sono intervenuti Giorgio Cremaschi, Nicola Vetrano (Ross@ Napoli), Sergio Cararo (Ross@ Roma e attivista della Carovana delle Periferie); Nunzio D’Erme (Centro sociale Corto Circuito); Giacomo Gresta (Asia-Usb) e Guido Lutrario (Usb). Qui di seguito l’introduzione al dibattito di Mila Pernice di Ross@ Roma che riassume i temi posti nella discussione.
Ci avviciniamo alla data delle elezioni amministrative e questo ci dà, come Ross@, l’occasione di tornare a ragionare attorno al tema della rappresentanza politica degli interessi popolari (non come rituale pre-elettorale ma perché la stessa Ross@, come movimento politico anticapitalista, nasce anche attorno alle domande che ci poniamo oggi).
E’ chiaro che la competizione elettorale mette in gioco diversi interessi legati anche alle dimensioni demografiche e alle caratteristiche socio-economiche delle città coinvolte, tra le maggiori del paese, dove più alta è la concentrazione territoriale della produzione. Negli anni, proprio le aree metropolitane hanno fatto da terreno di sperimentazione delle politiche di privatizzazione, di speculazione e di messa a profitto decise e imposte dalle multinazionali e dagli apparati di potere europei (UE e BCE) ai paesi dell’area euro-mediterranea (pensiamo al sistema dei trattati, contro cui Ross@ porta avanti da tempo la campagna per il referendum): in Italia ciò è stato possibile anche grazie a quello che abbiamo chiamato il “sistema PD” e i suoi rapporti con il sistema finanziario-imprenditoriale italiano ed europeo, che è un asse strategico di riferimento delle scelte governative e di gestione del territorio.
Pensiamo al modello Expo, che non è solo quello dei grandi eventi, ma è un modello che già allora definimmo ideologico, ed è quello che porta nelle nostre città lavoro gratuito e cementificazione selvaggia. Ed è solo uno dei modi con cui il sistema PD ha messo le grandi aree metropolitane in mano alle multinazionali e ai grandi gruppi finanziari: le aree urbane sono diventate luoghi di valorizzazione dei capitali con tutte le conseguenze più pesanti per i settori popolari che subiscono tagli dei servizi, disoccupazione, marginalità sociale.
E’ chiaro che gli effetti della mercificazione delle città hanno un impatto più pesante sulle periferie, nei quartieri appunto marginali, ed è lì che esplodono molteplici contraddizioni sociali. La Carovana delle Periferie a Roma ha colto proprio questo aspetto nel tentativo di fare una sintesi anche delle battaglie che i movimenti hanno portato avanti in questi anni, dalla casa ai trasporti, dagli spazi sociali al lavoro, dai diritti dei migranti alla salute. Perché allo stesso tempo è proprio là dove più forti sono le contraddizioni sociali che si annidano i germi della destra. L’allarme da cui siamo partiti dopo i fatti di Tor Sapienza era proprio questo: lì dove le contraddizioni e il disagio sociale è più forte, i settori popolari e le periferie rischiano di rappresentarsi politicamente solo con la destra peggiore. A Roma, nelle periferie, questo pericolo è stato stoppato, sul piano elettorale, dal M5S che secondo i dati contende alla destra l’espressione elettorale nelle periferie romane. Anche in questa occasione la sinistra radicale si è rivelata del tutto inadeguata come dimostrano le vicende e lo scontro interno alla Lista Fassina.
Vogliamo guardare con particolare attenzione alle possibilità che si aprirebbero a Roma e a Napoli nel caso in cui a Napoli De Magistris e a Roma il M5S riescano a battere i candidati del PD. Napoli è un’altra area metropolitana dove l’intreccio politico-affaristico-mafioso ha di fatto saccheggiato il territorio e reso sempre più aspro il disagio sociale dei settori popolari a reddito più basso. Ma è anche una città governata da un’amministrazione, quella di De Magistris, forse anch’essa contraddittoria ma che comunque rappresenta un’anomalia, perché non allineata con i diktat dell’UE e soprattutto in aperto contrasto con Renzi e il PD. I compagni di Ross@ Napoli sono impegnati con la candidatura di Rosario Maresca, lavoratore del trasporto pubblico locale dell’USB e militante di Ross@, al Consiglio Comunale in una lista a sostegno della rielezione a Sindaco di De Magistris, e con diversi candidati nei municipi territoriali con una forte presenza dei movimenti conflittuali che hanno animato le lotte in questi anni. Una scelta partita dalla presa d’atto che in questi 5 anni De Magistris ha saputo anche opporsi a scelte politiche che avrebbero determinato una nuova macelleria sociale a Napoli e in Campania (pensiamo alla questione del Commissariamento di Bagnoli).
A Roma la situazione è diversa ancora: la città nemmeno sotto commissariamento riesce a liberarsi della svendita del patrimonio pubblico e delle privatizzazioni, pianificate dal DUP di Tronca in perfetta continuità con le amministrazioni precedenti, di centrodestra e di centrosinistra. Ma anche in questo caso un’eventuale vittoria della Raggi al ballottaggio darebbe un segnale importante di rottura con il PD ed aprirebbe forse a nuovi scenari, fermi restando tutti i dubbi – pensando a una città come Roma con un debito di quasi 13 mld di € – sulla tenuta da parte di un movimento spesso così poco coeso al suo interno e con una non sempre adeguata classe dirigente. Anche perché il Documento di Programmazione di Tronca e il Testo Unico del governo sulle privatizzazioni dei servizi pubblici locali in via di approvazione , mettono una vera e propria ipoteca sulla politica metropolitana della futura giunta, a partire dall’impegno, come dicevamo, a privatizzare nodi strategici del patrimonio infrastrutturale cittadino, dei servizi e dell’assistenza.
Napoli e Roma si propongono quindi, anche se con modalità diverse, come gli anelli deboli della strategia del Governo Renzi. Compito delle componenti politiche e sociali di classe deve essere quello di lavorare dentro le contraddizioni per renderne i contenuti politicamente antagonisti.
Le esperienze di Roma, come quella maturata attorno alla Carovana delle Periferie, e di Napoli, con la partecipazione diretta dei movimenti sociali alla candidatura di De Magistris, possono costituire momenti importanti di affermazione degli interessi popolari e di sperimentazione della rappresentanza politica del nostro blocco sociale di riferimento. Ci interessa discutere soprattutto degli scenari post elettorali, quando molte delle contraddizioni individuate arriveranno a sintesi.
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marco
mi spiace che i compagni di rossa la pensino così.
Anche e soprattutto per la stima che nutro nei loro confronti.
De megistris è un conto la raggi è un altro.
Invece di pensare alla costruzione di un nuovo soggetto unitario di classe (che possa dare anche una rappresentanza elettorale) sono caduti anche loro nella tentazione di seguire l’appena meno peggio fatto da altri.
Personalmente non trovo nessuna rappresentanza in un movimento interclassista né di destra, né di sinistra come il cinque stelle.
Quindi a malincuore non seguirò la loro indicazione.
Darò un voto di testimonianza al PCSP conscio che sarà un voto di testimonianza e speranzoso che serva a far emergere un soggetto egemone nella galassia nata dalla diaspora comunista al fine di costringere le altre realtà a sedersi attorno ad un tavolo per ragionare di ricomposizione e ridare ai comunisti un luogo dove possano, seppur tra mille contraddizioni, sentirsi a casa.