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Vaccinazioni. Lettera aperta di Medicina Democratica sul caso del dr. Miedico

La lettera aperta fatta pervenire all’Ordine dei Medici dal presidente di Medicina Democratica a sostegno del dottor Dario Miedico nella procedura disciplinare che lo vede, suo malgrado, coinvolto. Le vaccinazioni, come ogni trattamento sanitario, devono essere raccomandate solo se di documentata efficacia. Anche in ambito vaccinale favorire la partecipazione informata degli utenti è il modo più efficace per promuovere la salute.

Al Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Milano Dott. Carlo Rossi

Il dottor Dario Miedico, tra i fondatori di Medicina Democratica, è sottoposto a procedimento disciplinare dell’Ordine dei Medici di Milano “Per aver gettato discredito sulle terapie vaccinali e propalato in maniera censurabile, scorretta, scarsamente scientifica e poco professionale i nocumenti derivanti dalle vaccinazioni dell’infanzia, senza però evidenziarne i prevalenti vantaggi”.

Le vaccinazioni, da tema di confronto scientifico sono diventate argomento di confronto ideologico fra chi vorrebbe estendere la pratica (così come in passato quella della diagnosi precoce) e chi, sottolineandone i rischi, richiede che venga decisa solo alla luce di solide evidenze di costo/efficacia e lasciando al giudizio clinico del singolo medico la valutazione di quando e se raccomandarla al proprio paziente.

Medicina Democratica denuncia come anacronistico ritorno alla medicina paternalistica ed autoritaria il tentativo di imporre interventi sanitari per i quali le evidenze scientifiche sono controverse, come dimostra anche la varietà di normative europee vigenti, arrivando alla costrizione con il divieto di frequenza scolastica per i non vaccinati, già eliminato con il DPR 355/1999. Denuncia altresì la volontà di reprimere il dibattito scientifico e richiama alla cautela nel formulare affermazioni sulla sicurezza e efficacia di tutti i vaccini proposti dalle case farmaceutiche.

Non risulta che il dottor Miedico abbia screditato le vaccinazioni obbligatorie in Italia ma che solo abbia espresso perplessità sul profilo di sicurezza e di efficacia di vaccinazioni somministrate in qualsiasi condizione, anche non accuratamente valutata, del soggetto da vaccinare. Modalità critica che gli ha fatto riconoscere dal giudice, in più occasioni, il risarcimento danni per vittime di effetti avversi, avendo dimostrato in sede giudiziaria, da medico legale, la fondatezza della esistenza di una relazione causale (legge 210, 1992). Infatti la vaccinazione, come ogni pratica sanitaria, comporta eventi avversi insieme a benefici. Da qui la necessità di valutare il bilancio fra costi e benefici per il singolo, che contrasta con l’imposizione di un piano vaccinale come quello recentemente deciso dal ministero, che ha sollevato dubbi di opportunità da parte di molti medici e ricercatori.

Non dubitiamo che il Dottor Miedico saprà motivare le opinioni critiche espresse in diverse occasioni pubbliche e che non perderà occasione per denunciare come la sottosegnalazione dei medici curanti degli episodi interpretabili come reazioni avverse alla vaccinazione, non diversamente da quella di reazioni avverse da farmaci o di sospette malattie professionali, favorisca la sottovalutazione dell’entità e della frequenza dei danni da vaccinazione. Una malpratica questa che dovrebbe trovare risposta nella raccomandazione dell’Ordine ai propri iscritti a non venir meno alla responsabilità di far funzionare la sorveglianza sanitaria a tutela degli utenti (per una evidenza della sottostima si vedano, ad esempio, i dati della regione Veneto, confrontati con quelli di tutte le altre regioni italiane).

L’estensione della pratica vaccinale al di là di ciò che è di documentata efficacia è, tra l’altro, un frutto avvelenato del conflitto di interessi che, oscurando i dubbi sulla innocuità, intende promuovere gli interessi commerciali dei produttori. Per dissipare i sospetti riteniamo che, invece di appoggiare il piano del ministero, gli ordini professionali dovrebbero, nel rispetto della dignità professionale e della evidenza scientifica, farsi promotori del dibattito aperto a tutte le parti interessate, senza escludere i rappresentanti degli utenti. Solo così si potranno confrontare le diverse opinioni e, pesando le evidenze, dare risposte autorevoli e non autoritarie alle voci critiche espresse dalla comunità scientifica, riconoscendo che la responsabilità professionale del medico è nei confronti del singolo paziente prima ancora che nei confronti della società.

Medicina Democratica auspica che nei confronti del dottor Dario Miedico sia escluso qualunque provvedimento sanzionatorio e che venga fatto ogni sforzo per promuovere il dibattito, nella consapevolezza che solo la partecipazione informata degli utenti e la promozione di buone condizioni igienico sanitarie di vita e di lavoro serva, prima e più di ogni vaccinazione, a prevenire epidemie che, peraltro, non risultano in atto.

Il Presidente di Medicina Democratica

Piergiorgio Duca

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