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Il Cosentino salvato dal sistema di Gomorra

Nel 1910 un deputato di questa città e di Terra di Lavoro, Peppuccio Romano, giolittiano di ferro,  dopo una lunga battaglia intentata e vinta  dai socialisti del giornale La Propaganda,  fu costretto alle dimissioni perchè accusato di legami con il capocamorra di Aversa tale Michele Serra che l’aveva sostenuto in campagna elettorale.
Il legame della Politica con la malavita, lo scambio di favori e la convivenza di queste due frazioni della borghesia è lontana nel tempo e si è persino evoluta.
Pre-fascista giolittiano, fascista e poi post fascista con le varie espressioni, liberali e poi democristiane fino alla stagione dei Sindaci, il blocco di potere ha sempre  privilegiato questo rapporto, filtrato da opportune
figure di mediatori, sia per il controllo sociale del territorio sia per affari direttamente.: ricostruzione post-bellica, insediamenti produttivi, gestione mercato del lavoro, clientele pubblica amministrazione, fondi terremoto, rifiuti.
Nel frattempo i secondi ormai” scolarizzati “sono divenuti imprenditori loro stessi e politici in prima persona evolvendo il sistema e diventando esportatori, sostenitori di grosse operazioni per grandi opere,  sofisticati riciclatori di soldi sporchi entrando in rapporto con le varie multinazionali malavitose dell’ Est o cartelli della droga e persino nelle” operazioni umanitarie” nei Balcani investendo ufficialmente in Albania o Montenegro, sostenendo Presidenti o Primi Ministri e questo sappiamo che è avvenuto anche nel nostro paese.
Quindi queste poche righe servono per spiegare velocemente quanto sia alto il livello di internità al sistema borghese una figura come l’onorevole Cosentino salvato da mezzo Parlamento italiano che ha votato contro la sua incriminazione per rapporto con i clan dei Casalesi cosi ben descritti nei sunti romanzati o reportage di decine di gionalisti nostrani.
Cento anni dopo il caso Romano e dopo aver arrestato il famoso capo Zagaria latitante da quindici anni nel suo paese e quasi a casa sua – in una  cittadina di “ben” quattro Km quadri con circa 8000 abitanti – lo Stato non cede parte del suo sistema perchè probabilmente farebbe saltare non solo l’economia regionale e parecchi altri parlamentari, tra cui ex prefetti, ma un equilibrio, sempre negato dall’ex ministro Maroni, tra politica ed sistema economico.
Da anni il debolissimo movimento anti-camorra viene instradato, come quello storico siciliano antimafia, nella difesa delle istituzioni quasi che quelle istituzioni fossero neutrali ai Poteri, alla Politica, all’Economia e questo al di là dello sforzo di molti onesti magistrati od operatori. E’ ora che probabilmente emerga una precisa posizione di classe rispetto alla contraddizione-malavita che è fortemente legata al retaggio ancora semi-coloniale del Sud ma che condiziona ll’intera area  del Mediterraneo.
La crisi complessiva in corso accelera anche questo tipo di necessità di approfondimento non delegando ai soli giornalisti la questione perchè condiziona la ricomposizione sociale e il conflitto in corso.                                                                                                       

* Rete dei Comunisti (Aversa-Caserta)

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