Un tempo il loro posto era “nelle fogne”.Oggi il loro lurido lezzo amorba anche il Circo Massimo pieno di decine di migliaia di persone.
Di fronte a quella svastica che sventola tranquilla nel cuore di Roma qualcuno ora si scandalizza ma il vaso di Pandora è stato aperto molto tempo fa.
Quando si è tollerato che il calcio divenisse una “free zone” dove fascisti, nazisti, squadristi vari potevano agire impunemente, e così appropriasi di uno sport un tempo popolare, si è consentito che lo stadio funzionasse da incubatrice per tutte le follie nostalgiche.
Quando si fa finta di non vedere come le società e gli stessi calciatori siano parte di un sistema dove “la curva” detta le leggi ed a volte anche i risultati.
Ma soprattutto quando si usa politicamente il calcio come “arma di distrazione di massa” o ci si arrende compiacenti ad un tifo vissuto come come mimica dello scontro e della guerra, alla retorica sparsa a fiumi, ad istituzioni piegate ai tempi ed ai riti delle partite, a paragoni tra vittorie calcistiche e trattative diplomatiche si fa regredire il dibattito pubblico abbattendo gli anticorpi della cultura civile e si fa debordare lo Stadio nella Società.
Dentro questa follia la svastica si muove come lama nel burro.
Nessuno la ferma. La folla la ignora. Nessuna reazione evidente. Al massimo un pò di contenuto fastidio.
Per chi comanda è stato molto comodo tenere vivo un virus che poteva tornare utile.
Non sarà che quel virus è ormai sfuggito al laboratorio?
* direttore Libera.tv
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