Decine di stabili occupati si vanno a sommare a quelli che erano già stati occupati il 6 dicembre dello scorso anno. Sono stati sottratti ai signori del mattone e della speculazione, alle banche, alle multinazionali, riaffermando il diritto all’abitare all’interno di una crisi economica che è il prodotto di un sistema di accumulazione capitalistico, che nel tentativo di uscirne ne fa pagare il prezzo ai lavoratori e alle classi sociali più deboli con scellerate politiche di macelleria sociale, anche in campo abitativo.
Uno “tsunami tour”, come lo definiscono i Movimenti per il Diritto all’Abitare che lo hanno organizzato, che ha prodotto reazioni di diverso tipo in ambito politico nella città di Roma, alcune delle quali anche non del tutto prevedibili.
Il Sindaco uscente Alemanno, compiendo un atto consono alle politiche che hanno caratterizzato tutto il suo mandato, ha scritto al Prefetto, Giuseppe Pecoraro, e al Questore, Fulvio della Rocca, per “condannare fermamente tali illegali modalità di richiamare l’attenzione sulla questione dell’emergenza casa”, e per chiedere “un incontro urgentissimo, per individuare e concordare una soluzione a questo problema, al fine di ripristinare la legalità e ristabilire il rispetto delle regole con sgomberi immediati dei predetti immobili”.
Non c’era da aspettarsi qualcosa di diverso da un così eminente esponente della destra e del neofascismo connivente con gli speculatori, i palazzinari e le multinazionali che devastano la nostra città. Alemanno, agli sgoccioli del suo mandato, si è speso per riversare su Roma una nuova valanga di cemento approvando, in zona Cesarini, una nuova sfilza di delibere che rappresentano l’ennesimo “Sacco di Roma” Solo la mobilitazione dei comitati ha evitato danni peggiori.
Il PD naviga nell’ambiguità. Da un lato un silenzio che la dice lunga, sia per chi ha memoria delle scellerate politiche abitative e urbanistiche della giunta Veltroni, sia per gli attuali rapporti con i palazzinari romani in previsione delle prossime elezioni comunali. Dall’altro la nuova giunta regionale di Zingaretti ha incontrato i movimenti per il diritto alla casa dopo la manifestazione cittadina di martedi aprendo un dialogo ma condannando le occupazioni di case.
Infine il “cittadino” Marcello De Vito, candidato a Sindaco di Roma per il Movimento 5 Stelle, esorta a non intraprendere le strade dell’illegalità per ottenere, come lui stesso afferma, sacrosanti diritti. Un perbenismo decisamente contraddittorio visto che i suoi colleghi hanno occupato Camera e Senato. Viene riaffermato un concetto di legalità che stride con quello della giustizia, quando addirittura anche i più elementari diritti umani e democratici vengono calpestati e i livelli minimi di sopravvivenza vengono messi in discussione. L’illegalità è lasciare vuote e inutilizzate le case mentre la gente viene sfrattata, è costretta a coabitare o vive in mezzo alla strada.
Non è più accettabile una politica – chiunque la rappresenti – che ignori completamente soluzioni concrete per le esigense reali delle classi sociali che pagano il prezzo più alto della crisi.
La Rete dei Comunisti – al contrario – è pienamente solidale con gli occupanti e ne sosterrà ogni iniziativa di lotta, soprattutto mentre magistratura e prefetto annunciano provvedimenti repressivi contro gli attivisti e gli occupanti delle case.
Per il diritto all’abitare, battere gli speculatori con ogni mezzo. La metropoli non è una merce!
Rete dei Comunisti – Roma
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