Alla sua conferenza stampa del 9 agosto 2013, il Presidente statunitense Barack Obama ha liquidato come criminale comune Edward Snowden, l’analista della NSA (National Security Agency) che ha denunciato lo spionaggio illecito dell’ente nazionale per la sicurezza; ha rimproverato Vladimir Putin di voler tornare alla Guerra Fredda dando asilo a Snowden e rifiutando la sua estradizione; infine, ha rassicurato i giornalisti e i telespettatori sulle buone intenzioni della NSA nello spiare le telecomunicazioni del mondo intero. Il tutto snocciolando mezze-verità con tanto candore e franchezza da ispirare subito fiducia in quanto da lui affermato.
Eppure le mezze-verità — proprio perché tacciono volutamente i fatti capaci di invalidare quanto viene affermato — sono da considerarsi bugie a tutti gli effetti. Anzi, sono qualcosa di peggio: consentono di fuorviare e di abbindolare l’ascoltatore — esattamente come le bugie — ma lo fanno in maniera più subdola e meno compromettente. Bush jr. ricorreva alle bugie, anche grosse, e quindi era facile smascherarle e denunciarlo. Obama invece usa le mezze verità, cioè affermazioni incontestabili in sé ma che ci obbligano poi, prima di accettarle, a scervellarci per immaginare (e poi verificare) tutto quello che andava detto ma non è stato detto e che potrebbe invalidare quanto sostenuto. Un lavoro estenuante.
Nella sua conferenza stampa, dunque, il Presidente Obama si è dimostrato maestro delle mezze-verità. Segue perciò una lista parziale delle cose che NON ha detto — ma che andavano dette per avere un quadro veritiero dei temi trattati — con i relativi documenti di appoggio. I documenti sono quasi tutti in lingua inglese, ma cliccando sulle parole “in italiano“, apparirà la traduzione automatica Google (molto approssimativa).
I.
Cominciamo con il preteso torto commesso da Putin nel non riconsegnare Snowden agli Stati Uniti e nell’accordargli asilo temporaneo in Russia.
Obama, da giurista che è, avrebbe potuto informarci che la normativa internazionale imponeva alla Russia di accordare asilo, almeno temporaneo; invece ha taciuto questo fatto. Ha taciuto anche il fatto che il capo di accusa formulato dal governo statunitense (spionaggio politico), proprio perché è politico, preclude la possibilità di estradizione, anche in presenza di specifici accordi al riguardo (che nemmeno ci sono, nel caso dei rapporti USA-Russia). Vedi la dichiarazione dell’emerito professore di diritto internazionale dell’Università Princeton e consulente ONU Richard Falk: documento (initaliano).
Obama ha dimenticato altresì di informarci, a proposito delle estradizioni, che gli stessi Stati Uniti spesso le negano, anche in presenza di specifici accordi al riguardo. Per esempio, esistono accordi di estradizione tra gli USA e l’Italia, eppure l’anno scorso, quando l’Italia ha richiesto l’estradizione dei 26 agenti della CIA condannati per un sequestro con tortura da loro commesso sul suolo italiano, il governo americano ha respinto la richiesta. Anzi, aveva già dichiarato, all’inizio del processo di primo grado, che non avrebbe in nessun caso riconsegnato gli agenti (scappati negli Stati Uniti prima del processo). Vedi la dichiarazione di John Bellinger, consulente legale ufficiale del Dipartimento di Stato: documento (in italiano).
Quest’anno uno dei 26 agenti, in viaggio a Panama, incautamente si è fatto arrestare per una banalità. Facendo i controlli di routine, la polizia ha scoperto il mandato di estradizione internazionale spiccato dall’Italia; perciò ha incarcerato l’agente e si è messa in contatto con l’Italia per la riconsegna. Ma il governo americano, venutone a conoscenza, ha esercitato pressione sul Presidente del Panama che ha fatto prelevare l’agente dalla sua cella per rispedirlo in un aereo speciale negli Stati Uniti. Il ministro della Giustizia Cancellieri non ha potuto far altro che esprimere il suo vivo “rammarico” per la non avvenuta estradizione. Vedi il servizio del Fox News, vicinissimo al Dipartimento di Stato USA: documento (in italiano)
Non solo. Ma nel 2012 gli Stati Uniti hanno rifiutato di riconsegnare l’ex presidente boliviano, scappato negli USA per non essere arrestato per i crimini contro l’umanità da lui commessi durante il suo mandato. Vedi il servizio del Guardian: documento (in italiano). Nel 2005 gli Stati Uniti hanno rifiutato di riconsegnare al Venezuela un terrorista, reo di aver fatto esplodere in volo un aereo passeggeri cubano con a bordo dei diplomatici venezuelani; anzi, gli USA hanno concesso al terrorista asilo politico. Vedi la voce “2005” nel resoconto Wikipedia: documento (già in italiano).
In una parola, se tutti i non detti fossero stati detti, i rimproveri fatti dal Presidente americano al Presidente russo sarebbero risultati giuridicamente non validi e, visto il pulpito da cui provenivano, persino ipocriti.
II.
In quanto a Edward Snowden, l’informatore che ha osato rivelare le attività dubbie della NSA (pur sapendo di rischiare una persecuzione a vita), Obama ha negato il valore di questo suo sacrificio. “Non è stato un atto patriottico, il suo”, ha commentato Obama, “è stato soltanto un reato.” Mentre lo spionaggio dell’intera popolazione da parte della NSA non sarebbe per Obama un reato, in quanto autorizzato (a suo dire) da un’apposita legge.
Ma Obama ha omesso di precisare che lo spionaggio dell’intera popolazione è palesementeanticostituzionale negli Stati Uniti (l’art. IV vieta le perquisizioni senza mandato nominale, cioè igeneral warrant), com’è anticostituzionale, dunque, la stessa legge invocata da Obama per giustificare quello spionaggio. Se questa legge non è stata ancora cassata dalla Corte Costituzionale, è soltanto perché le attività della NSA sono state finora tenute segrete e nessuna causa è stata intentata. In questi giorni, invece, grazie alle rivelazioni di Snowden, è partita la prima causa. Sarebbe stato opportuno menzionare anche il fatto che diversi impiegati della NSA avevano in passato, seguendo i canali interni dell’ente, cercato di denunciare l’incostituzionalità delle mansioni a loro affidate, ma sono stati inascoltati, emarginati e zittiti. Vedi l’esposizione del prof. J. Kavanagh sull’art. IV della Costituzione statunitense (documento , in italiano) e le testimonianze degli impiegati NSA inascoltati (documento, in italiano).
Obama ha anche dimenticato di dire che lui stesso, durante la sua campagna elettorale, ha dichiarato di voler difendere, come “atto patriottico” (parole sue), la denuncia di qualsiasi misfatto governativo da parte di un impiegato dello Stato. Perché, ha aggiunto Obama, solo così si riesce a rompere l’omertà e a ripulire la pubblica amministrazione. Vedi il brano in questo documento, in italiano. Malgrado questa promessa, durante il suo mandato Obama ha dato la caccia a più informatori di tutti i presidenti prima di lui, messi insieme. E con una severità verso gli imputati senza precedenti (basta pensare alle condizioni iniziali di prigionia di Bradley Manning, giudicate dall’ONU una forma di tortura.) Vedi l’entità della persecuzione in questo documento, in italiano.
III.
Infine, per tranquillizzare i suoi concittadini (e il resto del mondo), Obama ha illustrato, nella sua conferenza stampa del 9 agosto, alcuni rimedi parziali contro l’invadenza del programma di spionaggio della NSA.
Ma ha omesso di menzionare il rimedio principale che intende mettere in pratica, perché altri “casi Snowden” non succedano in futuro: invece di eliminare le attività anticostituzionali della NSA, Obama eliminerà il 90% degli impiegati dell’ente. Essi verranno sostituiti con dei computer (che sono meno versatili degli esseri umani ma che non faranno denunce, non avendo una coscienza). In quanto al 10% di impiegati che rimarrà per gestire il lavoro di analisi svolto dai computer, essi verranno sottoposti ad un programma di controllo totale: verranno indotti a denunciarsi a vicenda per qualsiasi atteggiamento contestatario (o comunque sospetto) lasciato trapelare durante una conversazione. Vedi questo documento (in italiano) sul 90% e questo documento (in italiano) per il 10%.
Allo scopo di “dare speranza” (Hope) ai suoi concittadini e al mondo, Obama ha poi prospettato l’arrivo di innovazioni tecnologiche nel prossimo futuro, che potrebbero proteggerci contro l’invadenza di un governo. Egli si è espresso più o meno in questi termini: “La tecnologia stessa potrà in futuro fornirci alcune protezioni supplementari. Così, se tu non credi che la legge ti tuteli sufficientemente, se tu temi che i controlli reciproci tra i diversi rami del governo non siano sufficienti per impedire che il governo ficchi il naso nei tuoi affari, ebbene forse in futuro potrai incorporare delle nuove tecnologie nei dispositivi che usi per comunicare, che impediscano al governo di origliare le tue conversazioni, anche se ce la mette tutta per cercare di spiarti.” [Detto per inciso, questo è un esempio tipico del linguaggio franco, candido e senza fronzoli del Presidente Obama, così diverso dai periodi forbiti e sfumati del Presidente Napolitano e dei politici italiani colti. Somiglia semmai al linguaggio di Bossi, di Berlusconi, di Grillo e di Renzi, i quali, esattamente come i presidenti e anche i politici comuni americani, cercano di dare (ingannevolmente) l’impressione di parlare “dalla pancia” e “a tu per tu” con gli elettori — ognuno a modo suo, naturalmente.] Per la trascrizione integrale della conferenza stampa, vedi questo documento (in italiano).
Invece Obama NON ha detto — e ne vedremo dopo il motivo — che le tecnologie future che ci salveranno dallo spionaggio, in realtà esistono già da tempo e funzionano benissimo. Ad esempio, la casa Lavabit produce un programma email simile a Hotmail e Gmail ma assolutamente inviolabile; le email vengono criptate sul computer dell’utente, al momento dell’invio, con un codice unico che neanche la CIA e la NSA riescono a decriptare. Mentre era rinchiuso nell’aeroporto di Mosca, Edward Snowden usava Lavabit per comunicare con Julian Assange e con i suoi avvocati. Mentre la casa Silent Circle offre un servizio criptato di telefonia e di chat in Internet simile a Skype, ma anch’esso inviolabile da parte delle agenzie governative. La tecnologia Silent Circle può essere usata anche sui telefonini cellulari, garantendo conversazioni assolutamente riservate.
Ma se Obama ha omesso di dare questi esempi, è perché, causa le tremende pressioni esercitate su queste due aziende da parte del governo americano, entrambe hanno cessato di esistere proprio in questi giorni: Lavabit l’8 agosto e Silent Circle il 9 agosto, ossia il giorno prima e il giorno stesso della conferenza stampa di Obama. Nella lettera che ha inviato ai suoi azionisti e ai suoi sottoscrittori, il Presidente di Lavabit ha dichiarato che non intendeva spiegare quali pressioni siano state esercitate. Ma ha precisato che “se il Congresso americano o i tribunali non cambiano l’attuale assetto del sistema di spionaggio negli USA, è altamente sconsigliabile affidare i propri dati e le proprie comunicazioni ad una azienda qualsiasi statunitense”. Ciò vuol dire niente Facebook, Twitter, Skype, Gmail, Hotmail; niente Internet Explorer, Firefox, Chrome; niente iCloud, ecc.. Perché tutte queste aziende — almeno questo è ciò che si desume — forniscono le loro chiavi di accesso alla NSA. E l’azienda che non le fornisce? Non ha altra scelta che chiudere. Vedi la lettera del Presidente di Lavabit in questo documento (in italiano).
A questo punto le speranze per un futuro di comunicazioni libere, non controllate dalla NSA, sembrano piuttosto magre.
Ecco perché, piuttosto di riporre la nostra speranza in Obama o nelle nuove tecnologie che verranno, conviene sperare nelle nuove generazioni (e contribuire a formarle): cittadini con la coscienza retta e con il coraggio indomito che hanno contraddistinto Julian Assange, Bradley Manning, Edward Snowden e tanti altri testimoni della verità.
Anche l’Italia ha i suoi protagonisti, in particolare se pensiamo a tutti i testimoni di giustizia, a partire dalla diciasettenne Rita Atria, che hanno osato denunciare i soprusi commessi dalla mafia.
Il 7 agosto 2013, due giorni prima della conferenza stampa di Obama, il giornale The Guardian ha intervistato John Lewis, uno dei luogotenenti di Martin Luther King (nei cinegiornali lo vediamo accanto a King durante il discorso “I have a dream”) ed ora 73enne deputato della Georgia. L’intervistatore ha chiesto a Lewis la sua opinione su Edward Snowden. Egli sta continuando — è stata la risposta — la tradizione di disubbidienza civile teorizzata da Thoreau e messa in pratica da Gandhi e dallo stesso King. Tutti quanti, facendo appello ad una legge “più alta di quella umana”, hanno deciso di compiere atti di rottura con le norme esistenti.
“Se sei capace di riconoscere un’ingiustizia, se capisci quando qualcosa non va fatto”, ha spiegato Lewis nell’intervista, “e se tu hai la determinazione poi di sfidare, quando serve, le abitudini, le tradizioni e le leggi inique — allora vuol dire che tu hai una coscienza. E ciò ti dà il diritto di sfidare quelle leggi inique, anche se devi pagare di persona il prezzo della tua disubbidienza.” Vedi ildocumento (in italiano).
Ecco il grande non detto, la frase mai pronunciata, durante tutta la lunga conferenza stampa di Barack Obama.
* attivista della Rete No War e degli U.S. Citizens for Peace and Justice
Fonte: http://www.peacelink.it/pace/a/38840.htmlbr>
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