Andamento ed esito della manifestazione di sabato prossimo 28 Giugno rappresenteranno un momento molto importante per lo sviluppo delle iniziative del cosiddetto “Controsemestre europeo”: si dovrà però tener conto della necessità di sviluppare una continuità d’iniziative nel merito lungo tutto l’arco del periodo di presidenza italiana, non legandoci semplicemente a qualche manifestazione centrale utilizzata a uso “spot” ma puntando a ramificare, in tutto il paese, una trama di presenze, d’incontri, di situazioni che rappresentino davvero la concreta operatività e visibilità di un movimento politico di opposizione.
Non si tratta, insomma, di portare ogni qualche mese compagne e compagni a spasso per Roma ma di far vivere nella realtà quotidiana una tensione, un impegno, una prospettiva politica.
In questo senso, dal punto di vista dei contenuti ci sarà da tener presente l’insorgere di alcuni elementi di novità sui quali aprire da subito una seria discussione:
1) La situazione politica internazionale sta mutando nelle sue dinamiche di fondo: all’Europa verrà richiesto, in maniera molto pressante dal governo USA, una sorta di “riallineamento atlantico” in relazione a due elementi molto precisi: dalla crisi ucraina è sorto con grande forza e pericolosità il quadro di un rinnovato bipolarismo tra le due superpotenze che assume la caratteristica di uno scontro diretto fra imperialismi; dalla tragedia irachena emerge la possibilità del ritorno all’impiego diretto di truppe USA nell’area con l’ipotesi non peregrina, considerate le condizioni concrete del livello di scontro in atto, di una sorta di “nuovo Vietnam”. Questi dati ci indicano come un movimento di opposizione al controsemestre europeo debba essere intrecciato con il recupero di due “storiche” indicazioni di lotta: quella per la pace, spostandone l’asse principale di riferimento proprio al quadro europeo e, contemporaneamente, il rifiuto netto di quello che è stato definito “riallineamento atlantico”;
2) Sta mutando la gestione del ciclo da parte dei vertici economico – finanziari dell’Unione Europea. E’ vero che dall’esito delle elezioni europee di maggio è venuto fuori un forte segnale “euroscettico”: di conseguenza socialisti e popolari paiono aver deciso di spostare il tiro adottando politiche meno centrate, rispetto al passato, sul tema dell’austerità. Questo fatto può rendere da un lato meno incisive politiche del tipo (si riassume in questo caso allo scopo di comprenderci meglio) “no debito” mentre rende del tutto più evidente la necessità di spingere le caratteristiche del movimento di contestazione in senso pienamente anticapitalista, di vera e proprio opposizione e alternativa di sistema. Ne discende un evidenziarsi della debolezza di posizioni tipo “L’Altra Europa” , interna a una visione “riformista” interna al quadro europeo mentre prende sempre più consistenza un’ipotesi politica che chieda di uscire dall’Unione Europea ponendo al centro l’insieme delle contraddizioni sociali raccolte in un progetto davvero anticapitalista;
3) In Italia il quadro “diffuso” d’iniziative da portare avanti sul territorio nel quadro della contestazione al controsemestre europeo dovrà essere intrecciato, nei suoi contenuti, alla particolare situazione venuta avanti con la formazione del governo Renzi e l’esito delle elezioni europee. Due elementi: quello della formazione di un vero e proprio “Regime” personalistico realizzato attraverso riforme costituzionali e legge elettorale che vanno osteggiate con grandissimo determinazione ponendo fino in fondo la questione democratica; il secondo quello dello scivolamento dell’intero quadro politico verso la formazione di una sorta di unico “partito di cartello della Nazione” che sta soffocando in un mare di servilismo alimentato dall’insieme dei mezzi di comunicazione di massa ogni qualsivoglia minima dialettica politica e istituzionale;
4) E’ necessario quindi costruire un vero e proprio “movimento politico” per l’opposizione, attraverso una costruzione dal basso al di fuori dalla dimensione di una logica da intergruppi esercitata da parte dei promotori e aderenti alla manifestazione di sabato prossimo 28 Giugno ma attraverso meccanismi di partecipazione e intervento dal territorio in forme anche inedite ma con l’obiettivo di pervenire a un “forte” livello di strutturazione organizzativa e politica. Di questo si dovrà discutere, a tutti i livelli, nell’immediato post-manifestazione perché ci sono questioni di metodo e di merito che non possono essere tralasciate o nascoste. In ballo ci sono questioni decisive dal cui esito sarà informato il nostro futuro per un periodo davvero non breve.
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