Come da noi più volte sostenuto ed argomentato nei mesi scorsi, arriva puntuale la conferma del blocco dei rinnovi contrattuali per il pubblico impiego. La notizia, ormai vecchia di qualche mese, era già contenuta nel DEF e contro questa previsione la USB aveva chiamato allo sciopero i lavoratori pubblici il 19 giugno scorso. Uno sciopero partecipato e diffuso, segno che la rabbia può più della rassegnazione che pure alberga negli uffici pubblici e su cui molto fa leva il governo.
Dopo che autorevolissimi Ministri quali Padoan e Madia avevano più volte negato quello che noi andavamo denunciando, la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri si è peritata ieri sera di smentirli clamorosamente ricordando ai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl l’esistenza di questa previsione già nel DEF facendogli fare la figura dei cialtroni che oggi gridano allo scandalo e che invece facevano finta di niente quando la sola USB chiamava alla rivolta (ma possibile che la parola dimissioni sia completamente sconosciuta a ministri bugiardi e a sindacalisti cialtroni?).
Certo così facendo i sindacati ex concertativi ( non per loro scelta, ma perché gettati via come roba ormai inutile ) non contribuiscono a contrastare quel giudizio di loro che ormai si fa sempre più strada tra i lavoratori e che sempre più li accomuna alla casta politica, anzi fanno di tutto per corroborare l’impressione che il sindacato serva ormai a poco o nulla, che è poi la tesi che il governo va diffondendo a piene mani.
Invece il Sindacato, quello generale, quello che lotta e che si oppone alla devastazione dei diritti, economici e non, dei lavoratori, dei disoccupati, dei senza reddito serve eccome. Serve ad avere più forza nelle nostre rivendicazioni e nelle nostre lotte, anche in quelle difensive. Serve ad esempio ad impedire che i soldi dei mancati rinnovi contrattuali nel pubblico impiego vadano a finanziare le avventure guerrafondaie che anche l’Italia si appresta a condividere nei numerosi teatri di guerra che una scellerata politica imperialista e di competizione tra potenze ci sta portando fino sulla soglia di casa.
Invece della guerra, scegliamo la guerriglia! Ogni posto di lavoro pubblico diventi, anzi torni ad essere, un luogo del confronto e della discussione per preparare le risposte al governo e al suo tentativo di scaricare sui lavoratori le scelte che, dettate dall’Europa, hanno prodotto miseria e disoccupazione mai visti dal dopo guerra.
Non lasciamo che la questione del mancato rinnovo dei contratti diventi questione che riguarda carabinieri e poliziotti ai quali, comunque, consigliamo lo sciopero del manganello!
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