Il 5 ottobre si svolgeranno le elezioni per l’elezione del consiglio per l’area metropolitana di Roma Capitale. Ben 1685 tra Sindaci e Consiglieri di Roma e dei 121 Comuni dell’ex Provincia saranno chiamati al voto. il nuovo Ente ( perchè di nuovo Ente trattasi) avrà una componente di 24 Consiglieri oltre al Presidente. Di questi 24 Consiglieri, 11 sono riservati al Comuni di Roma Capitale e 13 saranno ripartiti tra tutti i Comuni dell’ex Provincia. L’attuale Sindaco di Roma Capitale sarà alla guida del Consiglio. Quindi, facendo i calcoli, i conti forse non tornano tanto. Roma eleggerà 11 Consiglieri con 48 consiglieri più il Sindaco espressione di 2.600.000 abitanti, mentre il resto dell’area metropolitana eleggerà 13 consiglieri con ben 1637 consiglieri espressione di un numero di abitanti pari a quello di Roma Capitale. Tutti i consiglieri possono però eleggere o un candidato/a di Roma Capitale oppure un candidato/a dell’ex Provincia. L’aspetto più bizzarro di questa invenzione elettorale è dato dai commi 33 e 34 della legge 56/2014 (quella che istituisce la città Metropolitana) che riguardano la ripartizione con “determinazione di un indice ponderato” e cioè il voto di ogni Consigliere o Sindaco è proporzionale al numero di abitanti ma, a differenza delle fasce di abitanti stabilite per l’elezioni dei Comuni, cambiano totalmente le fasce determinate, per esempio, non più in Comuni sotto i 5000 oppure 15000 abitanti ma stabilisce le fasce (contrassegnate da lettere dell’alfabeto da A a I) 3000/5000 abitanti; 5000/10000 abitanti; 10000/30000 abitanti; 30000/100000 abitanti; 100000/250000 abitanti; 250000/500000 abitanti; 500000/1000000 di abitanti; oltre un milione di abitanti. Da qui si deduce che non saranno presenti ben 3 fasce di abitanti comprese tra i 100000 e il milione di abitanti ( in quanto nessun Comune, a parte Roma Capitale, ha questo numero di abitanti). Dei pochi Comuni che hanno una fascia di abitanti compresa tra i 30000 e i 100000 ben 2 di questi (Civitavecchia e Velletri) guardano con un’occhio rispettivamente alla Provincia di Viterbo e alla Provincia di Latina dove diventerebbero i Comuni più grandi di quelle Province determinandone così le scelte politiche. Civitavecchia ha visto l’espugnazione da parte del Movimento 5 stelle ai danni del Democratico padre di una parlamentare PD Tidei. Gli altri Comuni più grandi ( Fiumicino, Ciampino, Guidonia, Colleferro e Pomezia) vivono una situazione Politica piena di zone d’ombra, in particolare all’interno del PD. tutti i Comuni sopra i 10000 abitanti, ma sotto i 15000, saranno equiparati a quelli sopra i 15000 abitanti dove le elezioni sono avvenute con ballottaggio e voto disgiunto.
I candidati saranno inseriti all’interno di liste più o meno ” di Partito” e questo provoca inevitabilmente degli enormi mal di pancia in tutti quei Comuni dove i consiglieri e i sindaci sono stati eletti all’interno di liste civiche spesso bipartizan.
C’è poi l’importante ruolo che gioca la chiesa la quale ha buona parte dei suoi beni proprio nell’ex Provincia che conta anche le zone extraterritoriali di Castel Gandolfo e Santa Maria di Galeria, inoltre la dislocazione delle sedi dei Tribunali e la rete dei trasporti della’ex Provincia sono più in funzione delle Diocesi che dei cittadini. Il Vicariato e le Diocesi dell’ex Provincia hanno gia dichiarato guerra al Sindaco Marino per le scelte indicate in materia di “diritti civili”, di seguito la disposizione per lo Statuto : ” Nel rispetto della legge, lo STATUTO stabilisce le norme fondamentali dell’organizzazione della Città metropolitana, ivi comprese le attribuzioni degli organi nonché l’articolazione delle loro competenze, disciplinandoaltresì gli aspetti di cui all’art. 1, comma 11, della legge n. 56/2014. Lo statuto della Città metropolitana di Roma capitale disciplina i rapporti tra la Città metropolitana, il Comune di Roma capitale e gli altri Comuni, garantendo il migliore assetto delle funzioni che Roma è chiamata a svolgere quale sede degli organi costituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri, ivi presenti, presso la Repubblica italiana, presso lo Stato della Città del Vaticano e presso le istituzioni internazionali.” Il candidato ufficioso della chiesa è l’ex Sindaco di Gallicano Danilo Sordi (interno al dibattito fin dal primo momento in cui Monti introdusse la citta metropolitana nella spending revieuw ) interno al PD ed è sponsorizzato dalla Boschi, da “mister preferenza” (Daniele Leodori), dall’erede politico del Democristiano Lavagnini (Astorre) dal Presidente della Comunità Montana Castelli Romani e monti Prenestini ( De Righi), dalla prima Diocesi della storia della chiesa ( quella di Frascati che raggruppa Frascati, Monteporzio Catone, Montecompatri, Rocca Priora, Grottaferrata, Colonna
Lo scenario che si prefigura è un’ENTE in cui il PD la farà da padre ( lo Statuto) padrone, ma sarà anche il luogo “dei lunghi coltelli” in cui si affronteranno, fino all’inevitabile rottura, le diverse anime del PD. Quasi sicuramente non avranno rappresentanza SEL, NCD e gli altri partiti minori, solo il Movimento 5 Stelle ( che ha propri rappresentanti di lista in molti Comuni) potrà avere un ruolo destinato comunque ad essere molto marginale.
Per riassumere: il 5 Ottobre ci saranno le elezioni per il consiglio della città metropolitana di Roma Capitale: 1685 elettori andranno a votare a Palazzo Valentini; viene istituito un’Ente che coincide con il territorio dell’ex Provincia e che assolve le funzioni della stessa senza però avere uno Statuto e quindi non potrà, di fatto, assolverle; Differentemente dall’ex Provincia i cittadini non voteranno la rappresentanza politica di questo Ente; I seggi saranno ripartiti con il metodo Hondt e con il voto “ponderato” (in proporzione agli abitanti del comune rappresentato)
In conclusione, il tutto fa pensare ad una vera e propria trappola, oltre che per la confusione che si genererà per l’assunzione delle competenze dell’ex Provincia di Roma ( Strade, scuole, viabilità, mercato del lavoro, pareri e veti su inquinamento e impatto ambientale ), anche e soprattutto per l’attuale Sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino che, nella sostanza, sarà un Sindaco della Capitale e il Sindaco dell’area Metropolitana ma depauperato dei suoi poteri come Sindaco dI Roma Capitale e alla guida di un Consiglio metropolitano in cui politicamente sarà minoranza e sarà l’anticamera delle future dimissioni volontarie di Ignazio Marino.
* Circolo “Sandro Pertini”
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