La partecipata assemblea, tenutasi a Bologna il 5 ottobre, ha approvato, con la fase congressuale e dopo una lunga e articolata elaborazione, il documento politico e lo statuto del Movimento politico “ROSS@”, il cui acronimo ne esplicita con chiarezza le finalità: Resistenza Organizzazione Solidarietà Socialismo Anticapitalismo.
“Rottura e unità” sono le parole chiave che ne costituiscono il programma politico: rottura con una fase storica pre-crisi liberal-democratica che non può e non deve essere considerata un punto di ritorno e unità di un blocco antagonista, in grado di a) condurre una lotta senza quartiere al neo-liberismo, alle politiche di austerity, alle logiche di sfruttamento planetario, legate al profitto, con un irrinunciabile allargamento del campo semantico dell’espressione ”conflitto capitale-lavoro”; b) dare vita ad una nuova RESISTENZA che non si declini attraverso lo schema azione-reazione, ma che si traduca in una costante, radicale e sistematica offensiva al sistema attraverso l’azione intersoggettiva di un blocco antagonista.
L“agire identificante” di Ross@ deve essere quello dell’OPPOSIZIONE PERMANENTE.
Il momento storico che stiamo attraversando si può considerare sicuramente uno dei peggiori degli ultimi decenni. La nostra è un’epoca caratterizzata dal trionfo del capitalismo nella sua forma più cruda e brutale, dall’arretramento delle condizioni di vita delle masse, dovuto alla spoliticizzazione delle stesse e alla disgregazione che ne consegue, dalla stretta autoritaria che le élite europee e mondiali stanno trasformando in un vero e proprio regime.
Il sistema capitalistico, pur aggiornato in quanto a mezzi, metodi e strumenti, si configura, oggi più che mai, come un apparato olistico, coerente e onnipervasivo, di oppressione dell’uomo sull’uomo. La razionalità strategica mezzo – fine che mette capo al profitto, ha trasformato completamente i rapporti di produzione – accumulazione, i rapporti sociali e personali, travolgendo, infine, ogni residuo diaframma politico e l’idea stessa di funzione pubblica.
La crisi del debito, al di là dei tecnicismi, dimostra come gli stessi stati nazionali, un tempo sovrani, vale a dire titolari di un potere sommo, autonomo e inderivabile, siano di fatto soggetti alla stessa logica di un privato debitore. Gli stessi stati nazionali sono entrati nel circolo della mercificazione e le loro politiche sono inevitabilmente determinate dalle fluttuazioni dei mercati. In una parola, non esiste più l’economia politica, ma la politica dell’economia, vale a dire la legge dei creditori. Lo stato è divenuto mezzo di produzione di plusvalore, la cui proprietà è detenuta dai gruppi finanziari che manovrano la speculazione internazionale.
In una tale situazione, la politica interna ed estera è dettata esclusivamente da logiche di profitto. Renzi che parla alla City di Londra non differisce in nulla da un qualsiasi venditore che richiama gli acquirenti in un mercato rionale. La logica consiste nel far passare l’idea che il proprio “sistema paese” è meno costoso e più efficiente di un altro, col solo fine di attirare investimenti. I capitali non servono più a promuovere progetti politici, bensì i progetti politici servono a far fruttare i capitali.
In questa situazione non è più possibile alcuna mediazione riformistica, per il semplice fatto che la politica non è più in grado di ritagliarsi alcun potere autonomo dalla logica del capitale. È necessario, oggi più che mai, rovesciare il tavolo e lottare a ogni livello contro la legge del profitto. Bisogna costituire una filiera dell’opposizione che sia politica, sindacale, culturale e sociale, una filiera ramificata a tutti i livelli, da quello continentale a quello locale. Costruire un’alternativa nella situazione attuale, significa opporsi in maniera pervasiva e permanente al sistema, attuare forme di opposizione che sappiano mettere in campo un agire uguale e contrario a quello ispirato alla logica del profitto.
Questa la sfida di Ross@: la capacità di ricondurre a unità, nell’arcipelago di identità, a volte liquide, a volte bulimiche, l’azione di lotta. Questa l’inversione di rotta di Ross@: un “agire identificante”, un nuovo concetto di identità che non scaturisca da un a-priori dettato da scelte elettoralistiche o di agenzia, ma costituisca l’esito naturale e il fattore identificante dell’azione intersoggettiva, capace di creare opposizione reale.
Alcuni territori sono già diventati “laboratori” di quest’ azione identificante e, proprio a Verona, per esempio, proprio nella città dal tessuto politico-sociale particolarmente ruvido, si sta costituendo un blocco antagonista attraverso plurali iniziative concrete che prendono corpo nella lotta antifascista, nell’internazionalismo, nell’antimperialismo, nell’anticapitalismo : un “in-tra” che può diventare fondativo di identità.
* Ross@ Verona
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