Il cerchio di fuoco della guerra si avvicina all’Europa ed all’Italia. Dopo aver cannibalizzato negli anni scorsi la Libia, gli apprendisti stregoni dell’imperialismo – europeo innanzitutto – stanno allestendo una nuova aggressione militare. Questa volta il target da colpire è l’IS individuata come la barbarie da distruggere.
In realtà in Libia, come in Iraq e come nell’intero Medio Oriente è proprio la strangolatoria azione dell’imperialismo che sta rinfocolando conflitti etnici e religiosi, distruggendo paesi ed economie e generando un enorme numero di vittime tra le popolazioni. E’ stato l’intervento militare contro la Libia nel 2011 e la distruzione di quello stato a creare le condizioni ottimali per la penetrazione e il dilagare delle organizzazioni islamiste e delle milizie di Al Baghdadi in particolare.
Adesso in prima fila si trova l’Italia – che avverte come una minaccia al proprio spazio vitale la diffusione dello Stato Islamico in Libia – ed il governo Renzi sta irresponsabilmente suonando i tamburi di guerra.
Il ministro Gentiloni si dice pronto ad una azione bellica, il ministro Pinotti dichiara che l’Italia è disposta a schierare 5000 soldati e l’intero apparato della disinformazione sta predisponendo tutte le condizioni per una copertura propagandistica a questa nuova escalation militarista ed interventista.
La Rete dei Comunisti invita le organizzazioni della sinistra di classe e l’insieme degli attivisti politici, sociali e sindacali ad una ripresa – fin dai prossimi giorni – della mobilitazione contro la guerra.
NO ad ogni interventismo bellico, NO a nuove avventure militari, NO all’aumento delle spese militari, NO all’asfissiante clima culturale ed ideologico di sostegno al militarismo e al restringimento della libertà di lotta e di organizzazione.
Costruiamo manifestazioni e presidi in ogni città e mobilitazioni nei posti di lavoro ed in ogni territorio.
Rete dei Comunisti
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