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Bologna. Da Ponte Stalingrado la strada giusta da percorrere

Domenica 8 Novembre il volto che ha rappresentato Bologna non e’ stato quello di Salvini e del suo fascioleghismo o quello incartapecorito di Berlusconi.
Questa domenica  Bologna non è stata la città di figuranti pagati che si sono radunati, in pochi, nella nostra Piazza Maggiore.
Bologna ieri è stata il volto felice e deciso di un pezzo di società che i due Mattei, due chiappe di uno stesso culo, stanno mettendo ogni giorno sotto attacco. Ieri insieme a quel pezzo di società, di cui facciamo parte, ci siamo presi con la forza il diritto di esistere e di resistere, ci siamo presi con la forza il diritto di manifestare e arrivare in Piazza Maggiore, che dopo una giornata grigionera ha ripreso a scintillare.

È stato fatto respingendo cariche di una violenza inusitata perpetrate da un servizio d’ordine tanto caro al PD,  che subito e per primo ha espresso compiacimento per la gestione dell’ordine pubblico, ai suoi uomini per l’occasione agghindati con divise che raffiguravano, polizia, carabinieri, guardia di finanza o ben pettinati funzionari in giacca casual e jeans.

Non sono bastate le cariche per bloccare la fiumana concentrata sul ponte di Stalingrado e alla fine la giornata che doveva rappresentare l’apoteosi salviniana e l’affermazione di un blocco di destra fintamente ostile a Renzi e alla UE, è stata la giornata del fuori Salvini e della Lega da Bologna.

Domenica 8 Novembre una parte di Bologna ha espresso chiaro il rifiuto della xenofobia, del populismo dell’odio e della paura e ha rivendicato il proprio diritto ad una vita dignitosa. Sappiamo che è ancora troppo poco, ma sappiamo che quanto successo sul ponte Stalingrado è la strada giusta da percorrere.

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