È bene conoscere in concreto le misure adottate dal governo Tsipras per conto degli usurai della Troika, perché il palazzo europeista e il giustificazionismo a prescindere di alcuni, sempre più ridotti per fortuna, settori della sinistra ex radicale, tendono assieme a nascondere la realtà.
Il governo ha tagliato tutte le pensioni sopra il livello minimo di 384 euro mensili.
Il governo ha aumentato le tasse sulle, cioè ridotto le, retribuzioni che superano i 795 lordi mensili.
Il governo ha aumentato l’IVA su tutti i principali beni al 24%.
Il governo ha aumentato gli affitti calmierati delle abitazioni.
Queste sono le misure che colpiscono in Grecia chi ancora un lavoro, una pensione, una casa ce l’ha. Poi bisogna aggiungere il sequestro dei fondi degli ospedali, che non hanno più i soldi nemmeno per le emergenze, le privatizzazioni a saldo, perché ovviamente sono le multinazionali a scegliere e a fare il prezzo.
E naturalmente bisogna ricordare il 25% di disoccupazione ed il 40% di povertà ufficiali.
In cambio di questo sangue la Grecia riceve periodicamente prestiti che alla fine di una partita di giro tornano tutti a chi li ha erogati, sotto forma di interessi sul debito. Per questo è giusto parlare di usura internazionale e lo denunciò nel passato anche Tsuipras, che prima di firmare la resa aveva affermato che non un centesimo dei prestiti della Troika era andato al popolo greco.
Insomma la Grecia è un paese saccheggiato ed affamato da una occupazione estera di rapina, che usa le banche al posto delle cannoniere, ma che non è meno feroce del conquiste militari del passato.
Ha suscitato qualche scandalo il fatto che io abbia definito, in questo contesto terribile, il governo Tsipras come fantoccio della Troika. Se questo termine sembra troppo brutale possiamo usare quello tecnicamente inappuntabile di governo collaborazionista. Collaborazionista era nel 1940 il governo Petain in Francia con gli occupanti tedeschi. Collaborazionista il governo socialdemocratico in Danimarca, sempre nel 1940, con l’occupazione militare da parte della Germania. All’inizio questi governi riscossero un grande consenso popolare perché il loro slogan: noi siamo il meno peggio, sembrava l’unico possibile.
Il governo Tsipras attua le misure dei banchieri occupanti e collabora con loro con la stessa argomentazione di fondo: il meno peggio.
Noi stiamo invece con chi lotta, con chi ha scioperato sfidando fame e polizia, con i 30 sindacalisti del PAME arrestati in un solo giorno, con chi scende in piazza e non si arrende. È dura, ma alla fine la Resistenza vince e il collaborazionismo finisce nelle pattumiere della storia.
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