Non credo sia incapacità di Josi della Ragione. Credo che non vi sia in FreeBacoli, (movimento, blog e testata giornalistica) un progetto politico alternativo a quello dei vecchi partiti politici Pd, Pdl e a quei cognomi che hanno determinato la geometria variabile del potere nella cosiddetta prima e seconda repubblica bacolese. Quei cognomi ora pesano perché non è credibile che 9 consiglieri, di cui 5 di maggioranza, fedelissimi e fondatori di FreeBacoli si dimettano per le ragioni elencate nei post su facebook. Cioè per questioni squisitamente personali, per qualche ztl, e per quelle esternazioni nei consigli comunali.
Prima di una incondizionata solidarietà al Sindaco Josi della Ragione, bisogna ragionare su come nascono, crescono ed evolvono alcuni processi che spesso vanno oltre la contraddittorietà della sperimentazione territoriale, per questo bisogna ragionare su cosa ha messo in atto con il movimento da lui fondato, dalla nascita fino alla sua vittoria elettorale.
Come esperienza, da un lato, è stata molto singolare ed interessante per una serie di ragioni, dall’altro è ricco di retoriche che ora vengono al pettine nella gestione dell’amministrazione. Esperienza singolare perchè è riuscito ad occupare con intelligenza e costanza degli spazi di discussione e di militanza oramai vuoti. Josi è riuscito come consigliere della scorsa amministrazione ad unire il piano istituzionale con quello della militanza e del movimento ed è un fattore che ai suoi concittadini è piaciuto. È riuscito, con la nascita di FreeBacoli ad occupare spazi politici sui temi dell’ambiente, della legalità e contro la corruzione (è un movimento prettamente legalitario, attenzione), e faceva il culo al vecchio sindaco di destra dal funzionamento dei lumini dei morti fino ai discorsi sulla viabilità, trasporti e la qualità della vita. FreeBacoli è singolare perchè non vedo altre esperienze simili sul territorio. Su certi aspetti è interessante perchè mostra come un movimento se sa lavorare bene e parla un linguaggio che rispecchia le esigenze della sua popolazione, sa intercettare le esigenze e i bisogni nel malcontento generale. Si candida e vince le elezioni. A dispetto di tutti.
Ma attenzione a non confonderlo con quelle realtà che vogliono creare “città ribelli” nonostante sia di rottura con il vecchio establishment politico (non del tutto poi), e perché partecipava ai cortei ed era presente ai dibattiti su ambiente, trasporti etc. etc.
Non ha tenuto a distanza il m5s, ne è stato sua espressione e molti 5s erano dentro FreeBacoli fino a poco fa (rottura di qualche anno). È uscito pubblicamente con Grillo, che spesso lo appoggiava dal suo blog. Si è arricchito di tutta quella retorica grillina contro la casta, contro destra-sinistra (in FreeBacoli non c’è un’identità politica ben definita, c’è chi è di destra e chi si definisce sinistra), e di tutta quella retorica mainstream “noi siamo i giovani”, “largo ai giovani”, siamo “puliti” siamo i “cittadini”. Ha fatto uscite pubbliche con Francesco Emilio Borrelli su temi ambientali (depuratore di Cuma ad esempio) e con altri sentori ed esponenti nazionali (quelli dell’IDV), ha dietro uno storico (ma bravo e capace) ex deputato di Rifondazione. Tutte cose che unite al localismo-bacolese, alla capacità di essere movimento ed informazione-denuncia hanno permesso di essere conosciuto nel paesino interpretando la domanda del cambiamento. Sicuramente una domanda ed un bisogno che era presente e che lui e il suo movimento hanno saputo canalizzare nelle scorse elezioni (in quelle precedenti non aveva superato 188 voti, ma è divenuto consigliere avvalendosi delle dimissioni del candidato a sindaco della lista Ci mettiamo la faccia, con cui poi ha rotto una volta salito lo scranno).
Ma il movimento FreeBacoli che aspirava direttamente al governo della città quale cambiamento proponeva? Che processo metteva in moto oltre questa denuncia-informazione?
La loro “mission politica” si limitava alla denuncia-informazione-rispetto-della-legalità senza andare oltre l’idea del cambiamento in ottica antilibersita, senza mettere in discussione le politiche austeritarie che si calano sugli amministratori e sui rappresentanti, rendendo il sindaco solo un amministratore contabile. In questo caso è intervenuta anche la Corte dei conti che ha indicato la strada per non condurre il Comune in “dissesto”. Proprio come la Troika in Grecia, il memorandum del Comune non è messo in discussione. E credo che Bacoli sia un terreno interessantissimo nella pratica di costruzione di un’alternativa alle politiche neoliberali perchè è un Comune in pre-dissesto che sta svednendo il Cic, Centro ittico campano ora in liquidazione (cioè patrimonio pubblico e enorme fetta di territorio); perchè si possono liberare spiagge e ripensare tutta l’economia del territorio in una chiave sostenibile; perchè ci sono fabbriche (Alenia, Cantieri etc. etc.) e quindi pensare al mondo operaio come forza propulsiva di cambiamento sul territorio; perché i trasporti potrebbero essere potenziati mobilitando gli utenti e lavoratori; perchè si può pensare ai beni archeologici non per pura speculazione finanziaria ma per un turismo che non uccide il territorio; e tanti e tanti edifici in disuso potrebbero essere centri di aggregazione sociale.
Il fatto di non avere un progetto politico di trasformazione del territorio neanche è stato il problema delle dimissioni dei consiglieri. Magari lo fosse stato. Magari avessero messo in discussione il piano di riequilibrio dal pre-dissesto, magari avessero messo in discussione la liquidazione del Centro ittico Campano. Concordo in parte con chi dice che è una dinamica pre-politica la motivazione delle dimissioni dei consiglieri di maggioranza (del gruppo Bacoli Libera, staccatosi da FreeBacoli). È prepolitica perchè vincono le alleanze tra famiglie e discussioni becere ed infantili, storie di potere ed assessorati, perchè per tutto quello messo in discussione non vi sono contenuti seri. Ma dall’altro lato la vicenda induce a pensare ad una dinamica iper-politica perchè non si riesce ad essere alternativi al Pd, Pdl, Sel e a tutti quelli che hanno amministrato fino ad oggi. Così le opposizioni a Josi si coalizzano insieme a pezzi della sua maggioranza. Se manca l’idea di come si vuole amministrare un territorio oggi o il sindaco si limita ad essere esecutore materiale delle politiche suggerite dalla Corte dei conti o si continua a fare come i grillini che poi diventano uguali a Pd e Pdl (vedi Parma) però mantengono discorsi anticasta, a difesa dei cittadini, per la legalità e contro la corruzione. O qualcuno potrebbe dire si fa come de Magistris (ma la situazione è completamente differente). Bacoli non è Napoli. Ma si può creare una sinergia possibile per la costruzione di un progetto alternativo della città metropolitana.
C’è da dire che per ora a Bacoli non c’è nessuna realtà di movimento che sia capace di indirizzare le politiche dell’amministrazione in una chiave antiliberista. Josi è caduto da destra, se vogliamo prendere in considerazione ciò che è successo con la dimissione dei 9 consiglieri, proprio ora che i freebacolesi sono più deboli perché sono diventati istituzionali e si sono esauriti nella macchina comunale. Inoltre con un rapporto movimento/istituzione/giornale simbiotico hanno lasciato la piazza ad altri che si sono organizzati (vedi Casapound che si va vivo in zona con tanto di striscione in consiglio comunale attirando le bipartisan del pd, pdl e gestiti dal conisgliere di Fli), ribaltando il loro discorso e le modalità d’azione.
Quindi attenzione ad un appoggio incondizionato a Josi Gerardo della Ragione che potrebbe essere sostenuto solo se in futuro ci sarà un processo decisionale orizzontale in linea con chi sta costruendo una rete delle città ribelli attraverso movimenti e conflitti in tutta Europa.
Per ora e fino a oggi non si vede nessuna visione antiliberista, ambientalista e che dal basso si oppone alle misure di austerità. Non si nota criticità nelle politiche finanziare di predissesto, di svendita del territorio, di ripubblicizzazione delle spiagge, con una retromarcia inimmaginabile e svolta conservatrice sulla questione delle antenne e dell’inquinamento elettromagnetico.
Con le dimissioni dei consiglieri si apre oggi uno scenario preoccupante da un lato ed una sfida interessante dall’altro. In primo luogo, ciò rappresenta il fallimento di un sogno del cambiamento per molti che purtroppo potrebbe non essere ripetibile. Si può sottolineare che questo fracasso era prevedibile senza una visione politica chiara. In secondo luogo, ci sarà un commissario prefettizio e come già successo in passato non avrà scrupoli nella svendita del territorio. Bisogna organizzare le barricate. Terzo, tra un anno ci saranno nuovamente le elezioni dove già abbiamo assistito all’unità dell’opposizione che va da Pd alla destra che insieme sono felici del nuovo gruppo di Casapound, nato dalla tifoseria de la Sibilla.
La prossima fase può essere interessante se Josi e il suo movimento o quello che è rimasto sia capace di una svolta popolare e antiliberista, se abbandona quella visione legalitaria e legalista e se cerca una sponda in quelle realtà di movimento che sul territorio metropolitano stanno producendo pratiche politiche alternative. Così superiamo la logica della solidarietà incondizionata di questi giorni e capiamo se possiamo organizzarci su scala metropolitana, con un discorso collettivo ed un processo che sappia ricostruire le basi del cambiamento. Altrimenti la conservazione avanza.
Fabrizio Greco, attivista dei movimenti di lotta napoletani
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