I Partigiani della Scuola Pubblica chiedono che il Ministro Giannini rassegni le dimissioni al più presto per far posto a qualcuno che trovi risposte da dare ai 70.000 docenti sospesi nell’attesa del responso di un “algoritmo”.
Anche quest’anno si ripropone il disumano scenario del precedente. 70.000 docenti attendono che un algoritmo decida a quale ambito territoriale debbano essere assegnati, per poi inviare un curriculum vitae e fare un “provino” di reclutamento presso le varie scuole. In nessun paese del mondo esiste un sistema che violi i diritti umani dei docenti fino a questo punto: in nessun paese è un algoritmo e non l’interessato a scegliere dove vuole vivere, in nessun paese, presso nessun ente pubblico e privato, l’esperienza di lavoro è bandita dal curriculum vitae.
Succede solo ai docenti del piano assunzioni di Renzi e dal prossimo anno anche ai soprannumerari assunti da più di 10 anni. I docenti sono sempre stati assunti fuori provincia o fuori regione, ma con regole certe, in base a scelte effettuate dagli interessati secondo criteri oggettivi e trasparenti di precedenza, non in base ad una roulette russa! Prima di questo caos esistevano le graduatorie per punteggi gestite dai Provveditorati. A chi giova questo caos?
Noi chiediamo alla Ministra Giannini a cosa le serve mantenere quella funzione visto che ha dato prova di non saper garantire procedure trasparenti e rispettose dei diritti dei docenti, visto che in Parlamento scansa le interrogazioni sull’argomento con la connivenza del governo, visto che le linee guida che dispensa lasciano all’arbitrio dei dirigenti scolastici non solo l’enumerazione delle competenze dei docenti da reclutare, ma a anche dei mezzi con i quali esibirle (vedi il caso dei dirigenti di Prato e di Pistoia che richiedono un provino a figura intera!!).
Crediamo che la scuola italiana non meritasse di sprofondare così in basso, perciò invitiamo il Ministro incapace di soluzioni a rassegnare doverose e immediate dimissioni!
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