Firenze e Roma: due città, due manifestazioni, due obiettivi diversi (da una parte contro il presidente del consiglio, dall'altra contro l'infiltrazione fascista in un quartiere popolare), la stessa risposta. Cariche, manganellate, fermi, arresti.
Il sillogismo è semplice quanto inevitabile: premier e fascisti vanno difesi a tutti i costi, l'opposizione politica e sociale va dispersa a manganellate.
Ci si chiedeva, davanti al montare del NO nella società, per motivi politici ma soprattutto sociali, cosa si sarebbe potuto inventare il governo per tentare di rovesciare una tendenza che appare irresistibile. La risposta è vecchia, scontata, reazionaria: buttarla in caciara, reprimere le manifestazioni, creare un nemico di comodo e chiamare tutti a condividere questa repressione.
Una strategia alla Erdogan, ma senza neppure troppe resistenze nella stampa – al contrario di quanto avvenuto in Turchia, dove molte televisioni e giornali sono stati silenziati solo con gli arresti; qui basta una telefonata amichevole.
Non servirà a nulla.
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La prevista manifestazione contro le “cattive politiche” del governo Renzi, che doveva tenersi a Firenze domani sabato 5 novembre, in occasione della passerella trionfale e celebrativa del premier alla Leopolda, è stata vietata dalla questura.
Non solo è stata negata la possibilità di portare la protesta fino ai cancelli della Leopolda, è stato vietato tutto, anche il concentramento in piazza San Marco.
Con un atto senza precedenti si intende negare il diritto di manifestare, di esprimere un legittimo dissenso, di portare in piazza la protesta di chi, e sono sempre di più, è colpito, impoverito, umiliato dalle politiche neoliberiste del governo Renzi.
Nel mondo virtuale costruito ad uso e consumo del padrone non c’è posto se non per il plauso interessato e la cortigianeria: quelli brutti sporchi e cattivi, ma soprattutto poveri e sfruttati, che si ostinano a lottare per i propri diritti, non si devono vedere nelle immagini patinate da diffondere in ogni dove.
E invece c’è, e ci sarà, anche domani, chi dice NO, chi non ci sta, chi non china la testa, davanti alle varie “riforme” dell’attuale governo: dal Jobs Act alla Buona scuola, dallo Sblocca Italia alla Riforma costituzionale, si vuole disegnare uno Stato e una società sempre meno democratica, sempre più autoritaria, e piegata alla volontà del mercato e delle dottrine neoliberiste.
perUnaltracittà resta al fianco di chi non accetta di essere zittito e rivendica il proprio diritto a dissentire e manifestare.
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