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Lezione romana

Premetto che il movimento di Grillo non è in cima ai miei sogni e aggiungo, però, che non sono scemo e trovo che il baraccone mediatico costituisca ormai un problema da codice penale. Se il Corsera, Repubblica e compagnia cantante domattina uscissero assieme con titoli a tutta pagina e la notizia certa –  gli asini volano! – non mi scandalizzerei. Cercherei, questo sì, di capire “cui prodest” e mi preparerei alla battaglia.

E’ sotto gli occhi di tutti ormai: il tiro a segno sull’Amministrazione romana non conosce soste. Fin qui, nulla di nuovo sotto il sole. Il caso Marino dovrebbe averci insegnato qualcosa e non mi importa nulla se in tanti gongolano soddisfatti: chi di spada ferisce, di spada perisce… Non m’importa, perché, parliamoci chiaro, qui non stanno infilzando solo i grillini. Stanno praticando in maniera modernissima il metodo squadrista e ogni giorno è una purga. Fissato il principio e collaudata la medicina, prima o poi la manganellata toccherà a chiunque si azzardi a mettersi di traverso. Mi pare di sentire la replica auto-tranquillizzante: Ma dai! E che sono la Raggio io? Ok, non sei la Raggi, ma un eccesso di sicurezza potrebbe costarci caro.

In un “Paese normale” – e qui sotto il sole le novità ci sono e non sono buone – in un Paese civile, al di là di quello che vale davvero la giovane sindaca, la maggior parte dei colpi che le stanno sparando si sarebbe rivelato un autentico boomerang. Anche un deficiente matricolato si sarebbe indignato per l’indecente faccia tosta del PD e avrebbe avuto ragionevoli e fondatissimi dubbi. Cose da pazzi! – avresti sentito dire per strada dalla gente – Ma questi pensano proprio che siamo tutti completamente scemi? Possibile che dopo una vittoria così schiacciante, dopo una campagna elettorale in cui s’è vista all’opera e pareva un’intelligenza media, se non altro un po’ più capace del compagno “faccia di culo Giachetti”, questa non muove un passo, se non succede un casino? Possibile che sono mesi che sbagliano tutto, lei e i suoi, e non gliene va bene una nemmeno per caso? Possibile che il meglio del peggio grillino sia concentrato tutto a Roma e tutto attorno alla Raggi?

Non è possibile, non è normale, non è credibile e – ciò che più conta – è evidentemente costruito a tavolino dai camerati che bivaccano nel PD. L’ultima in ordine di tempo è la faccenda del bilancio bocciato. Ma chi l’ha bocciato? L’Oref, l’ha bocciato, non lo sai? Ma che domande fai?

Domando, perché mi pare chiaro che l’Oref sia formato da una banda di tecnocrati armati di tutto punto e pronti a far rispettare il patto di stabilità. Chi ha voluto tutto questo ha le idee chiare: vuole privatizzare le aziende pubbliche comunali, dirette o partecipate, e allo stesso tempo far credere alla gente che Raggi e soci non valgono niente. Uno può dire che è vero, un altro che non ce ne importa, ma qui casca l’asino.

Il bilancio bocciato non è solo un problema dell’Amministrazione romana e nel mirino, al di là dell’apparenza, non c’è solo la Raggi. Su questo scoglio, senza una risposta comune delle città in cui si prova a sconfiggere la ricetta neoliberista, finiranno progressivamente molte navicelle che oggi navigano in ordine sparso. Checché se ne dica, io penso che su questa rotta le nostre navi debbano mettersi in formazione, “fare flotta” e puntare assieme i cannoni su un solo bersaglio: le regole del neoliberismo. Non parlo di alleanze politiche, ma – mi si passi il termine – “militari”.  E lo dico, perché, se ancora non si è capito, questa è una guerra e più numerosi saranno i sindaci che la combatteranno, più unite le armi che abbiamo e più speranze avremo di avviare o consolidare un cambiamento reale.

 

da https://giuseppearagno.wordpress.com/

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3 Commenti


  • marco

    ma qui non mi pare che si sia centrato il punto della questione.

    Non è un semplice sillogismo del "gli stronzi cercano di buttare giù i 5 stelle, ti freghi le mani se cade la giunta 5 stelle, ergo sei uno stronzo"

    Il problema a mio giudizio è un pochino più alla base della questione.

    Visto che quando ho citato l'atteggiamento di lenin rispetto alla rivoluzione borghese di febbraio e i conseguenti giorni di luglio, qualcuno mi ha accusato di eccessivo dogmatismo e di interpretazione letterale dei "sacri testi" (che comunque non farebbe mai male conoscere almeno come infarinatura della propria storia), la metterò in maniera molto semplice. Forse anche elementare.

    Ma considerando che il mio desiderio è quello di farmi capire senza cadere nella retorica , anche un pò demenziale del "ahò ma che stai ancora a cità lenin?", spero che i compagni un pochino più preparati mi perdoneranno l'eccessiva semplificazione.

    Il Vero problema dunque è se tu metti un pacciani o un Girolimoni a dirigere una scuola elementare, non puoi stupirti o arrabbiarti se poi succede qualcosa di brutto.

    Chi era la previta/raggi lo si sapeva, forse si poteva far lo sforzo di favorirla in un'ottica di destabilizzazione dello  status quo, ma aspettarsi qualcosa di diverso da lei e da tutto il gruppo che la circondava era un'illusione quanto meno puerile.

    D'altronde si sa che i progetti gemelli antecedenti ai 5 stelle, in italia, sono sempre stati un'operazione ambigua dietro alle cui quinte si muovevano figure e finalità inquietanti.

    Dal qualunquismo al terzoposizionismo.

    Ora non si tratta di unirsi al coro di chi spara su una giunta che potremmo definire senza tema di fallo come "alemanno bis".

    Si tratta di essere gli attori principali della contestazione alla raggi.

    Si tratta di mettere di fronte alle proprie contraddizioni soggetti politici che vorrebbero senza alcuna credenziale prendere possesso di una contestazione più che legittima.

    Voler sperare di poter egemonizzare un movimento alla cui scalata già da tempo concorrevano forze ben più forti di noi, era un'umana illusione.

    Continuare a sperare di poter interveniere su di una situazione che ci ha visto come soggetti deboli, esclusi fin da subito, è una diabolica perseveranza.

    Molto più proficuo sarebbe operare un'attenta autocritica, un rapido sganciamento da questa situazione e ripensare un vero soggetto unificante per le istanze di classe.

    Per questo abbiamo ancora tempo e spazi di manovra.


  • Francisco

    @ Marco  " Per questo abbiamo ancora tempo e spazi di manovra"

    Spazi di manovra non ce ne saranno più, ormai antagonismo e compagni sono stati usati dal m5s, quel che fa incazzare è che avvenuto tutto alla luce del sole e gratis.


  • Daniele

    Grazie Marco, concordo con la tua analisi e con la lucidità con cui l'hai espressa, il problema VERO non è la Raggi o il M5S, ma il fatto che molti compagni li votano, e li votano perchè non esiste ancora un Partito Comunista Unificato e Unificante che rappresenti una VERA alternativa, e per questo ben vengano la Carovana delle Periferie e altre realtà meritevoli come i NoTAV e tanti altri (ho un affetto particolare per il Collettivo Militant!) per premere perchè la galassia di micropartititni che si guardano l'ombelico si confronti e si prenda a sberle in un congresso fondativo e poi si unifichino in un UNICO Partito Comunista, non abbiamo a mio avviso altre speranze, il M5S è un'aspirina per un malato di broncopolmonite non una soluzione.

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