Menu

Valanga di aumenti di tariffe. Nazionalizzare ciò che è stato svenduto

Gas, elettricità, autostrade, persino l’acqua che avrebbe dovuto restare pubblica, con l’inizio dell’anno una valanga di aumenti di tariffe di servizi essenziali per la nostra vita si abbatte su salari, pensioni, redditi popolari sempre più miseri, per chi riesce a metterli assieme.

È un salasso terribile, che annulla anche quei piccoli aumenti, quelle mance concesse qua e là. 

Dove sono finiti quei cialtroni che avevano esaltato le privatizzazioni come un grande guadagno per i consumatori? E tutti i governanti di centrosinistra e centrodestra che hanno svenduto ai privati il patrimonio pubblico che cosa dicono?

Fanno finta di niente. Contano tutti sulla smemoratezza collettiva alimentata dai mass media, anch’essi guidati dai padroni delle privatizzazioni. Così si rimuove che tutte le reti ed i servizi essenziali fino agli anni 90 erano in mano pubblica. E che le tariffe erano sottoposte controllo e a calmiere per tutte le famiglie a basso reddito. Poi nel nome del mercato e dei trattati liberisti della Unione Europea tutto è stato messo all’asta.

Il mercato ha vinto, con la vergognosa complicità di TUTTI coloro che hanno governato, e noi abbiamo perso. Ora i padroni di servizi di pubblica utilità vengono a riscuotere la loro vittoria. Paghiamo tutti i costi delle privatizzazioni.

Ma perché i Benetton devono essere i padroni delle autostrade, perché l’energia e i servizi che ci servono per vivere devono solo fare profitti per i privati? 

Altro che il furto sui sacchetti dei supermercati, qui c’è una rapina che colpisce la grande maggioranza del popolo. E che è solo cominciata. Per fermarla c’è una sola via a parte le chiacchiere: tornare alla gestione e al controllo pubblico dei grandi servizi e delle reti. NAZIONALIZZARE ciò che è stato svenduto. E all’inferno i vincoli e i trattati UE che ci hanno rovinato.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *