“Il fiume di merda in vista del quarantennale appare inarrestabile…. tornano alla mente, non può che essere così, le parole che lui rivolse ai suoi pari: “il mio sangue ricadrà su di voi”. Così è stato… così è… amen. “ (Frank Cimini)
Come e perché la pagina locale di un notissimo quotidiano nazionale decida di imbastire un’inesistente notizia basandosi su di una delirante, demenziale polemica contro la compagna Barbara Balzerani partita da una specie di psicolabile che si è inserito abusivamente in uno scherzoso post su FB per vomitarci dentro su tutta la sua allucinata paranoide purulenta manfrina da pentito, andrebbe chiesto a quel genio del suo autore. Certo, parafrasando Roberto Freak Antoni, questi giornalai da avanspettacolo più che aver raggiunto il fondo, da un pezzo lo stanno scavando… e di brutto.
Ma veniamo al fatto. Sulla pagina locale romana del Corriere della Sera di oggi è apparso un’articolo dal furoreggiante titolo “L’Anniversario di Via Fani e i fasti del 40ennale – il post che fa litigare gli ex Br» letteralmente costruito sui vaneggiamenti di un ex pentito – tal Raimondo Etro – ed a firma di un certo Fabrizio Caccia, evidentemente a corto di argomenti, di notizie e di euro. La cosa, ovviamente, rimbalza su altri quotidiani anche nazionali ed addirittura il Tempo rilancia, da par suo, con titolone “La Balzerani sfotte Moro!” ed in ua vorticosa trance la cosa finisce anche sul Tg1 Rai della sera.
Ma cosa è successo veramente? A due mesi dall’anniversario del sequestro Moro, Barbara aveva scritto un post leggiadro ed assolutamente ironico su Facebook: «Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?» . Un tizio, tale Etro Raimondo, in risposta decide, di scrivere sul senso “percepito” di quel post una “lettera aperta” usata poi dal Caccia per il suo pessimo articolo. Una serie di frasi gravi e di potente immaginazione che si conclude con una chiosa che suonerebbe terribile se non sapessimo che proviene da un noto imbecille: «Il silenzio sarebbe preferibile all’ostentazione di sé, per il misero risultato di avere qualche applauso da una minoranza di idioti che indossano la sciarpetta rossa o la kefiah. Ci rivedremo all’Inferno». Puro lirismo da testimone di Geova (citofono compreso). E per completare il capolavoro, il signor Raimondo Etro, ha inserito anche il solito immancabile riferimento all'”eterodirezione” del sequestro Moro, tanto per ridare un po’ di fiato alle solite interminabili congetture dietrologiche cui, ormai, non da retta più nessuno e che servono solo a rinnovare sine die inutili, fumose e costose Commissioni parlamentari d’inchiesta, visti i grandissimi risultati delle precedenti.
L’ultima, presieduta da Fioroni, ad esempio, ha chiuso i suoi “lavori” a dicembre 2017 dopo essersi occupata, per ben tre anni, di una falsa scheda di fotosegnalazione che raffigura l’ex brigatista Alessio Casimirri(!). Un trionfo. Seminare confusione, sollevare polveroni, diffondere narrazioni complottiste e che importa se poi sono piene di contraddizioni e falsi costruiti ad arte. Politica e giornalismo saldamente uniti nell’esplorazione del nulla. Tutto va bene, purché si eviti di fare una riflessione seria e fondata sui nodi storico-politici e sugli eventuali elementi di attualità che la vicenda Moro ancora potrebbe rappresentare nella storia di questo paese.
Ed in questo “porcile”, ne siamo certi, anche il ruttino del Raimondo furioso, basta ad innescare un’inutile, ennesima e sciocca bolla mediatica destinata, come tutte le altre, ad arricchire la storia dello sciacallaggio giornalistico à l’italien. Resta la gravità di un attacco vile, sordido ed inaccettabile contro la compagna Barbara Balzerani che assume carattere vessatorio e persecutorio sebbene attenuato dall’evidente pochezza degli autori come del manufatto.
A proposito, pare che in serata l’equivoco sia stato chiarito perchè che la cosa sarebbe stata ingenerata dall’errata interpretazione della parola “fasto” (sostantivo) confusa con fasti (sempre sostantivo e non aggettivo) che porta a significati diversi. Insomma, la solita fiera degli equivoci con una venatura di paradossale comicità e tanta malafede. In ogni caso, totale ed incondizionata solidarietà a Barbara Balzerani.
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Luisella
Bravo Sergio