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Crolla la produzione industriale e loro insistono sulla stessa linea…

Crolla la produzione industriale, è il risultato delle politiche di austerità dell’Unione Europea attuate da tutti i governi, compreso quello attuale.

L’Istat ha comunicato il crollo del 5,5% della produzione industriale in un anno, che tanti segnali già annunciavano, compreso il più drammatico, la chiusura di intere fabbriche con il licenziamento di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Tra l’altro la tanta esaltata FCA è quella che più è sprofondata nel collasso produttivo.

Pochi giorni fa la Confindustria ha protestato contro il reddito di cittadinanza perché a suo parere sarebbe troppo alto, rispetto a salari precipitati a 7/800€ mese.

Tra i due crolli, quello della produzione e quello dei salari, il legame è strettissimo. Dopo che governi e padroni hanno perseguito per decenni una politica liberista fondata sul taglio dei salari e dello stato sociale, per favorire il mercato e le esportazioni, questa politica produce l’opposto delle sue promesse: la recessione al posto dello sviluppo.

Ora Confindustria, Fondo Monetario e BCE, invece che fare una radicale autocritica sulle politiche che hanno sostenuto, ci spiegano che esse hanno fallite perché i governi son stati troppo timidi e cauti nel realizzarle. La verità è che tutti i governi, compreso quello Lega-Cinquestelle, hanno accettato o subìto i vincoli delle politiche di austerità e di rigore. Ciascuno cercando di aprire in essi delle “finestre”, magari prima delle elezioni; Renzi con gli 80 euro, Salvini e Di Maio con quota 100 e un po’ di reddito.

Ma quelle finestre non hanno MAI intaccato il muro delle politiche liberiste di austerità, che tutti i governi hanno continuato, al di là della propaganda, a perseguire.

Ora di fronte alla nuova crisi economica che avanza – che questa è la realtà – Confindustria e poteri economici nazionali ed internazionali pretenderebbero ancora più liberismo, ancora più austerità. Follia. A che livello di povertà e di sfruttamento dovremo precipitare prima che la politica capisca che solo con l’aumento salari, con l’intervento pubblico nell’economia e le nazionalizzazioni, con la rottura con i trattati UE si esce dalla crisi? Il mercato ed il privato hanno fallito, devono tornare il pubblico ed il sociale.

Questo è il cambiamento necessario, che nulla ha a che vedere con il teatrino politico italiano, ove vecchi e nuovi governanti si scambiano feroci accuse nel nome della stessa politica economica liberista.

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1 Commento


  • Franz

    Nessuno ha bisogno di politiche roosveltiane (scavare buche…) quanto gli industriali iperliberisti.

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