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Un programma di governo classico, pieno di balle

Il programma del nuovo governo M5S PD LEU è il classico programma del Centro-Sinistra.

Tante buone intenzioni, richiami alla Costituzione, la promessa di più soldi per lavoratori e imprese, meno tasse, aumenti di spesa per scuola, sanità, edilizia popolare, ambiente, arte, Meridione e chi più ne ha più ne metta.

L’unica cosa che però non si dice e dove trovare i soldi per fare tutto questo.

Non si troveranno in deficit perché una delle poche cose esplicitate è il rispetto dei vincoli di bilancio imposti dall’Ue e neanche con una patrimoniale, con l’aumento della tassazione sui redditi alti, con una poderosa lotta all’evasione (si parla genericamente di aumento delle pene per i grandi evasori e di potenziamento dei pagamenti elettronici obbligatori) e neanche con il taglio delle spese militari.

È quindi facile intuire che si tratta come al solito di un mare di balle.

Tutto è estremamente vago e aleatorio tranne pochi punti che invece vengono ben esplicitati ed è bene sottolineare:

– il taglio dei parlamentari ci sarà e dovrà essere varato nella prima data utile mentre per la riforma elettorale poi si vedrà

– il processo di Autonomia Differenziata per Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna verrà completato

– i decreti sicurezza non verranno aboliti, ma solo “rivisitati alla luce delle recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”. In pratica si interverrà solo su aspetti marginali che comunque sarebbero stati dichiarati incostituzionali dalla Consulta.

Queste le uniche cose certe il resto è pura fuffa.

Ma allora qual’è il progetto di governo?

A mio avviso nessuno, non c’è alcun progetto l’obiettivo è solo tirare avanti.

L’idea è di poter “scavallare” la legge di bilancio grazie ad una certa benevolenza da parte della Commissione Europea che in questo momento ha bisogno di tutto tranne che di un nuovo focolaio di crisi quando c’è già da gestire la Brexit ed una possibile recessione.

L’Ue potrebbe concedere la sterilizzazione di metà delle clausole di salvaguardia spalmandole sugli anni successivi, inoltre grazie all’abbassamento dello spread si potrebbero recuperare altri 2/3 miliardi.

Mettiamoci anche un po’ di flessibilità e qualcosina recuperata dall’evasione grazie alla fatturazione elettronica e a quel punto la manovra sarebbe più che fattibile. Facendo un po’ di tagli lineari spacciati per spending review potrebbe uscirci un provvedimento stile 80 euro per ottenere un po’ di consenso.

Tutto questo sempre se non scoppia prima una nuova Crisi a livello globale, perché a quel punto le cose potrebbero cambiare radicalmente e l’esecutivo sarebbe costretto a varare l’ennesima legge di bilancio lacrime e sangue.

Anche se dovessero riuscire a fare la finanziaria in tranquillità però dal prossimo anno dovranno fare i conti con la recessione e da lì non si scappa.

È evidente che non hanno la più pallida idea di cosa fare e quindi finirà che come al solito il conto della Crisi verrà fatto pagare alle classi popolari.

Alla fine della fiera la “sinistra” avrà dato l’ennesima delusione ai suoi soggetti di riferimento che a quel punto si sposteranno ancora più a destra.

Le forze politiche che hanno dato luce a questa nuova maggioranza si sono assunte un enorme responsabilità. Hanno evitato a Salvini di potersi finalmente misurare con le questioni che attengono all’economia dimostrando la natura filo-padronale della Lega.

Dopo l’ennesimo tradimento della “sinistra” ci troveremo realmente ad avere a che fare con l’avanzata delle forze neo-fasciste e non ci sarà manovra di palazzo in grado di evitare la loro affermazione.

Le condizioni perché il fascismo attecchisca vengono infatti create non dando risposte alle legittime istanze delle classi popolari.

Un quadro veramente nero che dovremo assolutamente tentare di ribaltare avendo un ruolo realmente autonomo rispetto alle forze di governo. Il nostro compito sarà fare da subito un opposizione sociale dura e intransigente, incalzando il nuovo esecutivo rispetto a tutti quei temi che vengono evocati nel programma e che invece saranno puntualmente disattesi.

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