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Craxi e Ricraxi

L’installazione dei missili nucleari NATO a Comiso.

Le complicità neocolonialiste in Somalia.

Lo smantellamento della Scala Mobile che adeguava i salari al costo della vita.

La retorica delle Riforme adoperata per cancellare diritti e garanzie.

Il doppio accordo spartitorio con la Democrazia Cristiana a livello nazionale, e col PCI a livello locale, per l’occupazione bulimica di tutti i posti di potere raggiungibili, la cosiddetta “politica dei due forni”.

L’epurazione del Partito Socialista Italiano da qualsiasi traccia di socialismo, e la sua trasformazione in lista personale, Cerchio Magico di fedelissimi, cortigiani e miracolati.

Il minaccioso disprezzo per critiche e dissenso. La vanagloria faraonica.

La corruzione elevata a sistema, a infrastruttura statale, e rivendicata come imprescindibile strumento di azione politica.

Bettino Craxi non è soltanto una delle più perniciose incarnazioni dell’arroganza del potere che la Storia d’Italia ricordi. È anche l’origine dell’orrido timeloop nel quale siamo prigionieri.

Un sub-universo che si forma negli anni ’80. Come quello di Donnie Darko.

Risvegliando il nefasto archetipo mussoliniano del cosiddetto “uomo forte”, Bettino Craxi il Decisionista dà inizio a quella serie di Cazzari, a quella spirale discendente di Re Sòla che arriva fino a Matteo Salvini.

Negli anni ’80, Craxi consegna tutta la televisione commerciale a quello che sarà il primo dei suoi successori nella spirale, Silvio Berlusconi, facendone il Demiurgo del sub-universo italico appena formato. Mentre i viceré craxiani alla Rai, per una barzelletta, ordinano il Daspo TV per Beppe Grillo, accreditandolo come martire della satira, dell’onestà e del libero pensiero agli occhi dei futuri grillini.

Craxi è il punto d’origine.

Per questo il suo spettro continua ad apparire per indicare la strada (sbagliata) ai suoi successori, gusci sempre più vuoti.

Matteo Salvini non lavora per i russi.

Non lavora per gli americani.

Matteo Salvini non lavora.

Si esibisce.

Ha cominciato come concorrente Mediaset de Il Pranzo è Servito, adesso batte le campagne – elettorali – baciando mortadelle e rosari (in quest’ordine) e mangiando tutto quello che gli passa davanti, nell’attesa spasmodica di tornare Re Sòla.

Anche Matteo Renzi, che di Craxi si ritiene l’unico erede legittimo, non si rassegna che il suo giro di giostra come Cazzaro in carica sia già finito, e continua ad azzannare le caviglie del bisConte.

Mentre la spirale decade però le iterazioni diventano sempre più rapide, il sub-universo s’avvia all’implosione.

Che sia salvino o sardino, il prossimo a svegliarsi come Donnie Darko al richiamo dello spettro del Duce Decisionista potrebbe non fare neanche in tempo ad alzarsi dal letto.

* da Carmilla online

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3 Commenti


  • Francesco Buffoli

    Articolo da sottoscrivere in toto, l’operazione agiografica in corso maschera solo le consuete fascinazioni italiche per l’uomo forte, in questo caso con una nota di nostalgia che le rafforza e legittima; aggiungo che i nani odierni trasformano in persone dotate di un certo spessore persino i Craxi di turno e quindi agevolano l’operazione.


  • Mario Bianchi

    S1g0nellah!!!11!!


  • Luciano

    Non è stato citato l’episodio di Sigonella, per il quale bisogna riconoscere a Craxi di aver avuto il coraggio di fare la cosa giusta. e bisogna dargliene atto. È invece insopportabile la tesi oggi tanto strombazzata che la rovina di Craxi sia stata decisa dagli americani per punire la sua insubordinazione a Sigonella (con otto anni di ritardo!). La verità è che l’ascesa di Craxi avvenne grazie al il suo forsennato anticomunismo e antisovietismo, in una fase in cui il PCI malgrado tutti gli errori della sua dirigenza era ancora troppo ingombrante e bisognava assolutamente ridimensionarlo. Craxi offrí per questo scopo i suoi servigi ed ebbe spalancate le porte del governo. Dodici anni dopo il mondo era completamente cambiato, non esistevano più né l’Urss né il Pci e a quel punto l’imprenditoria italiana, che pure aveva volentieri sopportato il regime tangentizio, decise di sbarazzarsi di un utensile che non le serviva più. L’America non c’entra niente!

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