Sto guardando le immagini oscene dell’ennesimo episodio di mala-assistenza (privata) nei confronti di vecchi malati, capitato a due passi da casa mia.
Se quelle telecamere, con controllo da remoto, fossero state istallate prima e quegli “operatori” lo avessero saputo, forse una vecchietta di 80 anni non sarebbe stata violentata e a un moribondo non sarebbe stata negata l’acqua fra gli sprezzanti inviti a crepare.
Non sarebbero stati picchiati ne costretti a mangiare il pane raffermo che si dà ai maiali.
Le RSA, le case di riposo, gli ospizi, o come volete chiamarli, sono lager costruiti per lucrare sugli ultimi giorni di vita delle persone.
Lo sappiamo.
In attesa di chiuderli tutti, i lager, proviamo almeno a rendere più difficile la vita dei kapò.
Telecamere obbligatorie in tutte le strutture in cui vengono “trattate” persone deboli e incapaci di difendersi.
Vecchi, malati, bambini, disabili.
… lo scrivo.
Ma mentre lo faccio, penso ai commenti e ai fulmini che mi attirerò addosso.
“Eccolo lì quello che vuole la dittatura, il controllo sociale, l’illiberale.
Pagato dall’industria della video sorveglianza che chissà quanti profitti incasserà.
Lo sappiamo. Si inizia dagli asili e si finisce con ritrovarci il ‘grande fratello’ dentro la camera da letto“.
Io penso semplicemente che i miei vecchi e i miei ragazzi valgono di più dell’auto posteggiata sotto casa, e dell’appartamentino in cui abito.
E quando non sarò più in grado di difendermi vorrei che chi mi mette le mani addosso abbia un pass che ne garantisse la salute mentale.
E qualcuno che controlli, al posto mio, i suoi comportamenti.
Ma io penso sempre “sbagliato”.
* da Facebook
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Pasquale
Non pensi sbagliato, caro compagno. Sono le conseguenze effettive di servizi sociali allo sbando. Nelle mani di una politica al soldo dell’imprenditoria capitalista. Una politica che per mantenere consenso concede autorizzazioni a chicchessia, incompetenti, affaristi, gente senza cuore né umanità, mafiosi e ndranghetisti.