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Il banchiere che imbroglia i giovani

Anche Draghi, come tutti liberisti che governano da decenni, quando decide di colpire le pensioni ed i diritti del lavoro, annuncia che lo fa “per i giovani”.

Ora sta preparando una finanziaria vergognosa, scritta con Confindustria, multinazionali, banche, burocrazia europea. Una finanziaria che dona ai ricchi e ruba ai poveri, “nel nome dei giovani”.

Sono quasi quarant’anni che tutti i governanti lo promettono: “tagliare i diritti sociali di oggi per far star meglio i giovani domani“.

Se la ricetta avesse funzionato, oggi i giovani italiani sarebbero quelli messi meglio nel mondo, con tutto ciò che hanno portato via a lavoratori e pensionati.

Invece i giovani sono più precari e sfruttati che mai, fino al lavoro gratis, quando non sono costretti ad emigrare.

Ma ai padroni e a quelli come Draghi non basta mai, e così continuano ad alimentare quella particolare forma di odio tra i poveri che è il conflitto generazionale, tra figli, genitori, nonni.

Il nemico di classe del giovane che lavora per quattro euro all’ora non sarebbe chi lo sfrutta, chi non vuole rinunciare a nulla della propria ricchezza, chi evade le tasse. No, i nemici dei giovani – che non avranno una pensione proprio per colpa delle riforme di Draghi e di chi lo ha preceduto – i nemici sarebbero le lavoratrici e i lavoratori anziani, che vorrebbero andare in pensione prima dei settant’anni.

Magari per non morire in cantiere o in fabbrica, come sta succedendo sempre più spesso a chi è troppo vecchio per lavorare, ma troppo giovane per la pensione.

Draghi vuole regalare una montagna di soldi alle imprese, raccolti tagliando i finanziamenti alla sanità.

Lascia la scuola e l’università nel disastro in cui le hanno portate le riforme liberiste dei suoi predecessori.

Intende usare il reddito di cittadinanza come obbligo per accettare condizioni di lavoro da schiavi.

Non dice una parola sul salario sprofondato nel fondo dei paesi sviluppati; e neppure prende in considerazione il salario minimo.

Lascia salire le bollette ed il carovita a livelli insostenibili per la grande maggioranza delle famiglie.

Restaura la più feroce riforma pensionistica d’Europa, per fare il primo della classe nell’austerità UE.

Permette e promuove decine di migliaia di licenziamenti, perché “così vuole il mercato”. E alla fine annuncia che tutto questo “servirà ai giovani”.

Sono i vecchi discorsi di sempre del potere più ingiusto e sfacciato. Le parole di un banchiere, che imbroglia i figli facendo credere che sia loro interesse che genitori e nonni siano derubati.

Ci vediamo in piazza a Roma il 30, contro Draghi.

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