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Piccolo contributo al ragionamento sull’alternanza scuola-lavoro

1. Gran parte dei lavori (soprattutto manuali) si imparano rapidamente nella loro specificità, e dunque ha poco senso un contatto precoce con essi.

2. La rapida trasformazione delle forme di lavoro rende questo contatto spesso ancora più inutile.

3. Il tempo sottratto alla formazione di base è invece un sicuro danno alla formazione di cittadini/e di un mondo complesso.

4. C’è poi un’ideologia implicita sottesa all’alternanza: la subordinazione della formazione scolastica al mondo del lavoro: mostruosa perversione dei fini formativi (la scuola forma persone e cittadini/e, che saranno anche lavoratori/lavoratrici).

5. L’alternanza abitua allo sfruttamento perché è lavoro non retribuito, ed è dunque diseducativa.

6. La mancanza di lavoro e la sua precarizzazione rende l’alternanza una beffa: simula una centralità del lavoro come valore anziché come variabile del profitto.

*  docente presso l’Università per stranieri di Siena – da Facebook

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2 Commenti


  • walter Gaggero

    visto che vi mantenete sul generico e sul filosofico
    1 certe competenze si possono solo sviluppare con una pratica precoce, non solo musica e canto…
    2″da ognuno secondo le proprie possibilità” implica una scoperta precoce delle proprie attitudini
    3 la formazione di base che produce servi e guardie non è quella che intendono i comunisti
    4 nella Russia comunista la scuola lavoro (Con presalario) era un importante momento di formazione anche politica.
    5 sono d’accordo, pero allora bisognerebbe dire agli operai che non dovrebbero andare a lavorare, l’alternanza può essere TERRENO DI LOTTA DI CLASSE coi lavoratori, giusto per un presalario(Cosa che esiste anche in paesi capitalisti)
    6 anche il lavoro sfruttato è una “beffa” occorre invece di rifiutarlo , appropriarsene compresi i suoi frutti col Potere Popolare.
    Ancora la vecchia storia di volere una scuola capitalista che formi il cittadino, tutto puzza di riformismo..
    I miei studenti dovevano portarsi per fino l’acqua da bere ,e sentirsi sgridare se non correvano ,tuttavia vi andavano per legittima fame di reddito e per imparare cose che a scuola non potevo più insegnare per elminazione dei labortori.
    Piuttosto gli antagonisti costruivascano settori specifici di intervento politico di discussione ,promozione di iniziative con gli studenti, di produzione di lotte per trasformre la scuola in un momento di emancipazione proletaria,a fiancho degli altri settori sociali,noi lo fcevamo nel secolo scorso e i risultati vi furono, invece poi gli studenti sono stti abbandonati, supportati da insegnanti sessantottini come me , che assieme abbiamo lottato per laboratori, libertà interne, poter discutere coi lavoratori, fare attivita integrative durante le occupazioni ecc…
    Mi ricordo per esempio organizzammo con gli studenti una assemblea sull’art 18, con delegati sindacali e chiamai anche un rappresentante della Confindustria, oppure coi portuali di Genova a parlare di infortuni proprio in occasione di un morto da carichi sospesi.
    Sarebbe ora di smetterla della manfrina della scuola di formazione del cittadino democratico borghese.
    Puzza di Il Manifesto.


  • walter Gaggero

    ma noi ormai siamo tutti in pensione

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