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Andrà peggio

Non facciamoci illusioni.

Quello che non si è compreso è che il punto di NON RITORNO è stato ampiamente superato.

Siamo dentro l’epoca della prevista e paventata BARBARIE.

Il capitale non ha più nulla da esportare.

Tutti i mercati sono accaparrati, le materie prime in mano a speculatori che ne determinano i prezzi.

Ai capitalisti non resta che CANNIBALIZZARSI fra di loro, distruggersi e saccheggiarsi a vicenda.

La borghesia ha esaurito la sua spinta propulsiva.

Non è più in grado di svilupparsi, di proiettarsi nel futuro.

RESISTE alle crisi sempre più devastanti.

Si difende per sopravvivere, sacrificando la sua stessa ricchezza materiale e la forza lavoro che la rende vitale.

Valorizza i suoi capitali, affamati di profitti lucrando, sulle tragedie prodotte dai suoi comportamenti banditeschi e sulle guerre che, ormai, sono l’unica cosa che riesce a produrre e esportare.

Si è ridotta a saccheggiare le risorse dell’avversario come una banda di camorristi che non riescono più a esigere il “normale” pizzo.

Forse Putin e Biden, a un certo punto, si fermeranno, ma l’idea che le bande di oligarchi che governano l’economia, dagli Usa alla Cina, possano addivenire a un “ragionevole” compromesso e “fare la pace”, è una illusione che i fatti e l’esperienza storica ci dimostrano falsa.

Vorrebbe dire negare la concorrenza fra capitalisti.

Negare la natura stessa del capitale che vive assorbendo le sue parti perdenti e più deboli.

Negare il carattere conflittuale delle borghesie unite nella difesa del diritto a estorcere plus valore.

DIVISE nella spartizione dei profitti.

L’idea che il conflitto attuale, che è tutto interno alla borghesia che ha ormai raggiunto la sua fase imperialista e ha sviluppato, oltre ogni limite immaginabile, la sua capacità tecnica distruttiva, possa essere contenuto nei limiti di uno scontro episodico e locale e esaurirsi nel corso di qualche mese, si è dimostrata fallace.

Anche l’idea di potere combattere una guerra “per delega” usando un intera popolazione come mercenari e carne da cannone è una oscena menzogna.

Un intervento sempre più DIRETTO nelle guerra in corso da parte dei paesi belligeranti è una necessità oggettiva.

Non solo per far vincere la propria parte, ma per dare una “risposta” al fronte interno che subisce il costo del conflitto.

Una risposta alle tensioni prodotte dalle sanzioni economiche che colpiscono i propri popoli, più che i popoli “nemici”.

Andrà peggio.

Nell’immediato futuro ci sta una accentuazione dello stato di guerra, un maggiore e incontrollabile COINVOLGIMENTO nella guerra totale, blocco contro blocco, nazione contro nazione.

E ci sarà un attacco senza precedenti a ogni forma di reazione popolare allo stato di crisi prodotta dalla guerra.

La lotta della classe dirigente, all’interno delle nazioni in guerra, per impedire ai proletari di SABOTARLA.

E le democrazie, nate sul terreno della conciliazione corporativa degli interessi delle classi contrapposte, saranno le prime a soccombere.

Assieme alle loro guarentigie, alle loro agibilità, ai loro “diritti” e ai loro rituali.

I proletari verranno mandati a combattere, arruolati per conquistare il “posto al sole”, e il gas, e il petrolio, che serve ai loro padroni.

A combattere nelle trincee e a produrre nelle fabbriche e nei campi.

Chi si opporrà finirà impiccato agli angoli delle strade con al collo un cartello con su scritto: “Traditore della Patria”.

I PANNICELLI CALDI di chi rifiuta di comprendere che oggi, e per i giorni a venire, la lotta è per la vita e per la morte, non serviranno nemmeno più a distrarre dalla dura legge della storia e dalla necessità di sopravvivere.

E’ la lotta per la vita e per la morte bisogna imparare a farla facendo piazza pulita di tutto ciò che ha rappresentato l’immaginario collettivo dell’epoca in cui si credeva che il capitale potesse essere riformato, controllato, governato.

A quei pochi intellettuali che sanno interpretare i segni dell’inarrestabile implosione dello stato di cose esistenti non resta che continuare a “dire la verità”.

Andare contro la corrente che, impetuosa, ci spinge verso l’annunciata esplosione di TUTTE le contraddizioni che la civiltà del capitale ha accumulato e che ora, al letto del moribondo presentano il conto.

Grilli parlanti fuori tempo massimo in un momento storico in cui le “armi della critica” sono incapaci a opporsi alla “critica delle armi”.

Costretti a nutrirsi di parole e proclami mentre occorrerebbe inventarsi una nuova prassi, più aderente ai compiti che la realtà ci impone.

Ma così va il mondo.

Gli individui e le classi hanno bisogno di sentire tutto il peso delle loro catene.

Hanno bisogno di sentire la fame e vedere le proprie carni straziate.

Hanno bisogno di non vedere più nessun barlume di luce in fondo al tunnel, prima di provare a uscirne facendone saltare le pareti.

… sabato sera, a Napoli, un gruppetto di immigrati ha cacciato una pattuglia di vigili urbani che tentava di sequestrare un pentolone di zuppa che una “abusiva” vendeva senza le “autorizzazioni previste”.

Pare che la “nigeriana” abbia iniziato le “ostilità” lanciando cucchiaiate di minestra contro i “difensori dell’ordine e del decoro pubblico”. A me pare la notizia più bella della settimana.

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1 Commento


  • Vannini Andrea

    Grande é la confusione sotto il cielo e la mente di Gangarossa non ne é esente. Per lui siamo alla vigilia della prima guerra mondiale. Non sapere distinguere IMPERIALISMO e ANTIMPERIALISMO, unipolarismo e multipolarismo significa che si é tanto miopi da non vedere quella che é oggi la contraddizione principale della nostra epoca e condannarsi all’ impotenza che forse é ciò che si vuole.

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