L’art. 40 della Costituzione garantisce “il diritto di sciopero … che si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. E la legge che l’Italia si è data, cioè la n. 146/1990, è tra le più restrittive d’Europa.
Al suo interno, la disciplina dettata sul traporto pubblico locale è la più severa, tanto che è dovuto intervenire il Consiglio di Stato con la sentenza n. 2116/23 per eliminare gli elementi più vessatori.
In questo sistema, il potere straordinario di intervenire sugli scioperi è attribuito al Governo solo in situazioni gravissime, non altrimenti disciplinabili in via generale ed astratta, e cioè solo in caso di “imminente e grave pregiudizio”.
Il ministro Salvini invece ha deciso di usare il proprio ruolo affermando pubblicamente che nel settore dei trasporti non sarà più possibile fare una giornata di sciopero. E nonostante la legge fosse stata rispettata scrupolosamente come attestato dalla Commissione di Garanzia sugli Scioperi, il Ministro ha precettato addirittura per la terza volta consecutiva i lavoratori, come in occasione degli scioperi del 29 settembre e del 27 novembre scorsi, tramite tre ordinanze assolutamente identiche tra loro.
Così facendo, Salvini viola la Costituzione, scavalca il Parlamento e rende l’Italia un paese più povero di diritti e più ricco di prepotenza e abuso.
Ma lo sciopero è garantito dalle Carte costituzionali nazionale e comunitaria. Il nostro ordinamento non consente a un Ministro di impedirne l’esercizio senza motivazione alcuna, se non commettendo un abuso e una discriminazione in danno non solo delle organizzazioni sindacali, ma anche di tutti i lavoratori impossibilitati a scioperare. Nondimeno, a ogni danno consegue il diritto al risarcimento.
I Giuristi Democratici esprimono allora la propria solidarietà e vicinanza ai sindacati, alle lavoratrici e ai lavoratori che nel corso degli ultimi mesi sono stati colpiti nel proprio diritto di sciopero e che rischiano domani di essere duramente sanzionati, e si dichiarano pronti a sostenere in sede giudiziale ogni richiesta di risarcimento del danno da parte di tutti i lavoratori del trasporto pubblico interessati.
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