Menu

Le elezioni possono essere il passaggio per la trasformazione sociale?

Le elezioni politiche si inquadrano oggi come mera affermazione di rapporti di forza interno a gruppi che agiscono in un sistema paralizzato. La finalità non è più quella di una contrapposizione tra visioni e modelli diversi di società, ma solo quella di testimonianza della propria esistenza. Il mondo si muove su interessi particolari a cui ci si sottomette pur di esserci.

Alcune organizzazioni di sinistra, intendendo con queste le piccole formazioni socialiste e comuniste oggi presenti in Italia, che potrebbero costituire la spinta per un rilancio della politica come strumento di cambiamento, continuano a lavorare nella logica delle elezioni e del maggioritario, a cui dicono di opporsi, ma in cui puntualmente ricadono ad ogni tornata elettorale, non comprendendo che non riusciranno ad emergere finché non si porranno come forza alternativa ed indipendente rispetto al quadro politico generale.

Questo non vuol dire rinunciare a partecipare alle sfide elettorali. Attualmente questo è l’unico campo su cui muoversi, ma la partecipazione alle elezioni deve essere inquadrata come una opportunità per farsi conoscere e per approfittare dei piccoli spazi di dibattito sempre più limitati in un sistema alla deriva antidemocratica e caratterizzato dalla accentuata manifestazione repressiva nei confronti di ogni voce fuori dalla visione unica capitalista.

Le elezioni possono, se opportunamente utilizzate, divenire strumento per la riorganizzazione della sinistra e per la costruzione di un progetto alternativo di società.

Non si può poi prescindere, oramai, dal contesto politico internazionale, dalle posizioni euro-atlantiste e dal ruolo che la NATO svolge come esercito al servizio delle espansioni imperialiste.

Non si può prescindere dai fermenti di piazza che proprio su questi temi hanno ritrovato vigore e attrazione nelle giovani generazioni.

Non si può prescindere dalla resistenza palestinese e dal genocidio di una popolazione oramai simbolo per l’intero pianeta di lotta contro gli oppressori.

Non si può prescindere dalle rivendicazioni di genere, che la comunicazione mainstream valuta anacronistica in considerazione del fatto che alcune donne hanno raggiunto i vertici del comando: è proprio questo che dimostra che la liberazione della donna è ancora lunga in quanto quelle donne, portate ad esempio, sono represse all’interno della logica guerrafondaia ed imperialista espressione di una visione patriarcale della società.

L’incapacità di alcune organizzazioni di sinistra di non saper leggere la storia e di non saper cogliere la potenzialità che l’attuale contesto offre, per chiudersi in scelte di piccolo cabotaggio nella speranza di conseguire un effimero risultato elettorale, dimostra una grave miopia politica.

E’ necessario alzare il livello di guardia e di scontro politico facendo emergere le contraddizioni di un sistema che per poter sostenere l’insostenibile fornisce narrazioni falsate della realtà e che, non avendo argomentazioni valide, utilizza la repressione, la delegittimazione fino alla criminalizzazione e l’oscuramento delle idee come unica arma di difesa.

 * membro del Coordinamento nazionale di Potere al Popolo

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

3 Commenti


  • Walter Gaggero

    ” le elezioni sono una tribuna per l’azione”
    Gramsci


  • Derigius

    È la più grande delle illusioni!
    In una società divisa rigidamente in classi, con una guerra in corso da parte dell’elite borghese verso il popolo lavoratore e in assenza di partiti che minimamente rappresentano i suoi interessi, tutte le carte sono in mano ai nostri nemici di classe! Qui non si tratta della necessità di un avvicendamento delle classi, qui si parla di una distruzione di una classe e di tutti i suoi strumenti che la tengono in vita!


  • Stefano

    Ma! In tanti anni di militanza, ne ho letti di questi simili appelli, giusti e di buone speranze, purtroppo?
    Ad ogni tornata, di questi buoni propositi vanno a putt.
    Ed ad ogni tornata ci sono sempre gli stessi sorrisi e stessi personaggi, ed ancora una volta ci sarano sempre gli stessi slogan e sempre lo stesso fallimento.
    Eppur sarebbe facile, solo si avesse nozione della storia, e delle mosse del nemico, naturalmente?
    Alle prossime elezioni, rileggero gli stessi buoni propositi e ribadiro le stesse risposte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *