Ho pensato a Mosè e alla sua rabbia quando scese dal monte e trovò gli Israeliti che adoravano un vitello d’oro. L’ecofemminista che è in me è sempre stata a disagio riguardo a questa storia: che tipo di Dio è geloso degli animali? Che tipo di Dio vuole accumulare per sé tutta la sacralità della Terra?
Ma esiste un modo meno letterale di interpretare questa storia. Si tratta dei falsi idoli, della tendenza umana a venerare il profano e il luccicante, a guardare al piccolo e al materiale piuttosto che al grande e al trascendente.
Quello che voglio dirvi questa sera in questo rivoluzionario e storico Seder in the Street (è il nome della protesta pro Palestina che c’è stata a Brooklyn lo scorso 23 aprile, davanti all’abitazione di Chuck Schumer, il leader dei democratici al Senato. Durante la protesta – che prende il nome dal Seder, ossia la festa che dà inizio alle celebrazioni della Pasqua ebraica – sono state arrestate oltre 300 persone, proprio mentre il Congresso approvava il massiccio pacchetto di fondi che diversi include miliardi in assistenza militare a Israele, ndt) è che troppe persone tra di noi venerano ancora una volta un falso idolo. Ne restano estasiati. Ubriachi. Profanati da esso.
Quel falso idolo si chiama sionismo.
Il sionismo è un falso idolo che ha preso l’idea della terra promessa e l’ha trasformata in un atto di vendita di uno stato etnico militarista.
È un falso idolo che prende le nostre storie bibliche più profonde di giustizia ed emancipazione dalla schiavitù – inclusa la storia della Pasqua ebraica – e le trasforma in armi brutali impiegate per il furto coloniale di terre, in tabelle di marcia per la pulizia etnica e per il genocidio.
È un falso idolo che ha preso l’idea trascendente della terra promessa – una metafora della liberazione dell’essere umano che ha viaggiato attraverso molteplici fedi in ogni angolo di questo globo – e ha osato trasformarla in un atto di vendita di uno stato etnico militarista.
La versione di liberazione del sionismo politico è essa stessa profana.
Fin dall’inizio, ha implicato l’espulsione di massa dei palestinesi dalle loro case e dalle terre ancestrali della Nakba.
Fin dall’inizio è stata in conflitto con i sogni di liberazione. In un Seder vale la pena ricordare che questo include i sogni di liberazione e di autodeterminazione del popolo egiziano. Questo falso idolo del sionismo equipara la sicurezza israeliana alla dittatura egiziana e agli stati clienti.
Fin dall’inizio ha prodotto un brutto tipo di libertà che vedeva i bambini palestinesi non come esseri umani ma come minacce demografiche – proprio come il faraone nel Libro dell’Esodo temeva la crescente popolazione di israeliti, e quindi ordinò la morte dei loro figli.
Il sionismo ci ha portati al momento attuale del cataclisma ed è giunto il momento di dirlo chiaramente: ci ha da sempre condotti qui.
È un falso idolo che ha condotto fin troppe persone tra noi lungo un percorso profondamente immorale che li porta a giustificare la distruzione dei comandamenti fondamentali: non uccidere, non rubare, non desiderare la casa del tuo prossimo.
Noi, in queste strade da mesi e mesi, siamo l’esodo. L’esodo dal sionismo.
È un falso idolo che equipara la libertà ebraica alle bombe a grappolo che uccidono e mutilano i bambini palestinesi.
Il sionismo è un falso idolo che ha tradito ogni valore ebraico, compreso il valore che attribuiamo alla messa in discussione (una pratica incorporata nel Seder con le sue quattro domande poste dal bambino più piccolo), compreso l’amore che abbiamo come popolo per il testo e per l’istruzione.
Oggi questo falso idolo giustifica il bombardamento di ogni università di Gaza; la distruzione di innumerevoli scuole, archivi e tipografie; l’uccisione di centinaia di accademici, giornalisti e poeti – questo è ciò che i palestinesi chiamano “scolasticidio”, l’uccisione dei mezzi di istruzione.
Nel frattempo, in questa città, le università chiamano in causa la polizia di New York e si barricano contro la grave minaccia rappresentata dai propri studenti che osano porre loro domande basilari, del tipo: come potete affermare di credere davvero in qualcosa, men che meno in noi,mentre permettete, investite e collaborate con questo genocidio?
Per troppo tempo si è permesso che il falso idolo del sionismo crescesse incontrollato.
Allora stasera diciamo: finisce qui.
Il nostro giudaismo non può essere contenuto in uno stato etnico, poiché il nostro giudaismo è internazionalista per natura.
Il nostro giudaismo non può essere protetto dall’esercito infuriato di quello stato, perché tutto ciò che fa l’esercito è seminare dolore e raccogliere odio – anche contro di noi come ebrei.
Il nostro ebraismo non è minacciato da persone che alzano la voce in solidarietà della Palestina al di là di razze, etnie, abilità fisiche, identità di genere e generazioni.
Il nostro ebraismo è una di quelle voci e sa che in quel coro risiedono sia la nostra sicurezza che la nostra liberazione collettiva.
Il nostro giudaismo è il giudaismo del Seder pasquale: una cerimonia che prevede il raduno per condividere cibo e vino con i propri cari e con gli estranei, un rituale che è intrinsecamente tascabile, abbastanza leggero da poter essere portato sulle spalle, che non ha bisogno di niente se non di noi stessi: niente mura, niente tempio, niente rabbino, un ruolo per tutti, anche – soprattutto – per il bambino più piccolo. Il Seder è una tecnologia della diaspora, se mai ce n’è stata una, creata per il lutto collettivo, la contemplazione, l’interrogazione, il ricordo e il rilancio dello spirito rivoluzionario.
Quindi guardatevi intorno. Questo qui è il nostro giudaismo. Mentre le acque si alzano e le foreste bruciano e nulla è certo, preghiamo sull’altare della solidarietà e dell’aiuto reciproco, qualunque sia il costo.
Non abbiamo bisogno né vogliamo il falso idolo del sionismo. Vogliamo svincolarci dalprogetto che commette un genocidio in nostro nome. Svincolarci da un’ideologia che non ha alcun piano per la pace, se non accordi con i petro-stati teocratici e assassini della porta accanto, per vendere le tecnologie degli omicidi robotici al mondo.
Cerchiamo di liberare l’ebraismo da uno stato etnico che vuole che gli ebrei abbiano perennemente paura, che vuole che i nostri figli abbiano paura, che vuole farci credere che il mondo è contro di noi, cosicché corriamo verso la sua fortezza e sotto la sua cupola di ferro, o che quantomeno manteniamo il flusso di armi e donazioni.
Questo è il falso idolo.
E non è solo Netanyahu, è il mondo che ha creato e che lo ha creato – è il sionismo.
Cosa siamo noi? Noi, in queste strade da mesi e mesi, siamo l’esodo. L’esodo dal sionismo.
E ai Chuck Schumer di questo mondo non diciamo: “Lasciate andare la nostra gente”.
Diciamo: “Siamo già andati. E i vostri figli? Sono con noi adesso”.
* da Globalproject – Naomi Klein ha partecipato al Sader in the Street tenutosi a Brooklyn lo scorso 23 aprile: “Non abbiamo bisogno né vogliamo il falso idolo del sionismo. Vogliamo svincolarci dal progetto che commette un genocidio in nostro nome“. Articolo originale pubblicato su The Guardian il 24 aprile 2024; traduzione per Globalproject di Fiorella Zenobio.
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Mauro
Palestina libera!Ah sei un antisemita!No, sto dicendo Palestina libera basta con il genocidio!Ah sei un antisemita complice di Hamas!No- o,dico basta bombe su Gaza e stragi indiscriminate della popolazione palestinese!A ma allora sei un antisemita!.. Mmmmmm…si sono antisemita..e vaffanculo..