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Da dove vengono gli utili delle Poste? Dalla precarietà di chi lavora

Un miliardo di utili nel primo semestre del 2024, con ricavi pari a 6,2 miliardi di euro. Poste Italiane e i suoi azionisti esultano per l’ennesimo risultato operativo record. Che non fa più notizia. La pensano diversamente i principali quotidiani nazionali, celeri nel versare fiumi d’inchiostro per glorificare le gesta finanziarie di un’azienda che, fregiandosi dello status di “Impresa pubblica”, opera indisturbatamente al di sopra della Legge.

«Ogni storia glorificherà il cacciatore, fino a quando il leone non avrà il suo narratore», recita un detto popolare. L’informazione libera e plurale è cruciale nella costruzione di una sana opinione pubblica, base della democrazia. E della buona politica. La stampa nazionale ne esce con le ossa rotte (e le tasche piene).

Per dare pluralità di punti di vista noi del Movimento Lottiamo Insieme siamo costretti, ancora una volta, a ricordare cosa si nasconde dietro i profitti record del colosso gialloblù: precarietà, diritti violati e dignità calpestata.

Dal 2016, anno in cui il Governo Renzi aprì le porte alla privatizzazione di Poste, a oggi circa 100 mila lavoratrici e lavoratori sono stati assunti con formula “usa e getta”. Un numero abnorme di giovani precari impiegati nell’ambito della logistica postale, soprattutto con mansioni di portalettere. Facilmente ricattabili e sfruttabili. Over-performanti. Per un totale di 36 ore settimanali solo sulla carta. Ciò, con la speranza di vedersi prolungare i contratti a termine… inseguendo il sogno del posto fisso alle Poste!

Nella realtà i portalettere precari di Poste lavorano molte più ore di quelle contrattuali senza essere economicamente ricompensati. Eccedenze, peraltro, facilmente verificabili dalle timbrature dei cartellini. Le attività di recapito impegnano in media 30 mila portalettere l’anno, tra personale stabile e flessibile. Alla luce delle numerose testimonianze raccolte, e casi accertati, è ragionevole pensare che le ore di lavoro non pagate siano un’infinità. Con relativa evasione fiscale e contributiva. Circostanza denunciata dal nostro Movimento pubblicamente e agli organi di competenza. Finanche in Parlamento. Ma nessuno indaga perché Poste è funzionale all’economia del Paese. L’Ispettorato del Lavoro controlla distrattamente. La Guardia di Finanza continua a non vedere l’elefante nella stanza.

Tutto ciò non è profondamente ingiusto? Crediamo che un’azienda pubblica dovrebbe dare l’esempio virtuoso di buon datore di lavoro, non alimentare la precarietà e la ricattabilità delle lavoratrici e dei lavoratori. Continueremo a portare avanti la nostra battaglia per la stabilizzazione del personale precario di Poste perché è una causa giusta e nobile.

Movimento Lottiamo Insieme

Carmine Pascale

Andrea Fasano

William Littarru

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