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Palestina-Israele: provare a leggere nella mente dei sionisti

Ho avuto occasione di leggere una rivista della comunità ebraica, che in realtà, una volta letta, è chiaro come sia gestita dagli zeloti/sionisti. Ed è il caso di ribadire che questi ultimi sono la negazione dell’ebraismo (i sionisti stanno all’ebraismo, come la santa inquisizione cattolica sta al cristianesimo, repetita iuvant!).

Il problema centrale di tale rivista è che gli ebrei italiani ricevono, attraverso questa e altre pubblicazioni, una visione assolutamente schierata, distorta e propagandistica della realtà, come in un articolo interno riconoscono loro stessi.

Il nostro problema, noi che siamo da loro definiti come “nazislamisti” (una bella dose di faccia come il culo da chi sostiene e giustifica chi sta commettendo un genocidio e  che lo rivendica!), è come arrivare a parlare agli ebrei italiani e come farsi capire perché non credo siano tutti “lobotomizzati”, ma sicuramente avvelenati e confusi da questi mestatori del fango.

La prima cosa evidente in questa rivista pseudo-ebraica è l’assenza assoluta del massacro a Gaza e delle efferate violenze dei coloni in West-bank: solo gli ebrei sono vittime di narrazioni false e faziose, e come illustro in seguito, l’unica violenza in essere è quella del 7 ottobre, fatta solo da Hamas.

Nella rivista è proposta una amnesia e un “sonnambulismo” della realtà, tra l’altro accomunando insieme la realtà (pacifica) della diaspora con la situazione in essere in “terra santa” (mi rifiuto di utilizzare la parola Stato-di-Israele, perché sacra, per nominare uno Stato razzista, colonialista e genocida).

In un articolo della rivista è illustrata la situazione francese per le elezioni parlamentari, in cui si dice sia stato evitato il doppio estremismo di destra e della lista di sinistra La France Insoumise (LFI). L’articolo però è indirizzato quasi per intero contro LFI.

Viene ricordato che durante la campagna elettorale il Crif (organizzazione degli ebrei francesi) invitava a non votare LFI per le sue prese di posizione sul 7 ottobre perché avrebbero fatto “apologia del terrorismo” e “fervente sostegno” a esso, insomma il vero pericolo non è la destra post-fascista e razzista ma La France Insoumise, di cui è postato un manifesto che mostra la bandiera palestinese e la scritta “sostenere il popolo palestinese”, che per questi personaggi, evidentemente, è già un’attestazione di odio violento contro gli ebrei (che però sono altra cosa che gli abitanti dello Stato sionista, facendo tutt’uno con gli ebrei francesi), per cui non dovrebbe essere mostrato nulla di “palestinese”, solo oblio e rimozione.

L’accusa di “apologia di terrorismo” non è semplicemente per diffamare chi denuncia il genocidio a Gaza, ma è la base giuridica con cui i sionisti in vari paesi (Gran Bretagna, Germania, Francia, eccetera) cercano di far condannare al carcere chi manifesta o denuncia le politiche criminali degli zeloti.

Un altro articolo relaziona di un politico tedesco con nel titolo la frase “l’antisemitismo islamico non si nasconde più”, frase che è ormai il leitmotiv ossessivo dei sionisti per cui ogni critica al sionismo (e/o di informazione sul massacro a Gaza) è odio antiebraico, usando un termine che include tutti i contestatori, anche europei e/o di sinistra, con l’islam (e questo è esplicitamente un atteggiamento razzista dei sionisti perché si mettono tutti i mussulmani in un contesto violento quali complici) e inoltre usano un termine (“antisemita”) quando gli arabi sono per primi semiti: i sionisti cominciassero a usare termini corretti, propri, non razzisti e aderenti alla realtà!

Continuando a scorrere gli articoli della rivista pseudo-ebraica viene affrontata quella che è definita già nel titolo “l’ossessione antisraeliana del palazzo di vetro”, dove diviene manifesta la rimozione della realtà.

Dopo la risoluzione del 1947 che sentenziò la divisione della “Palestina mandataria”, che i sionisti non rispettarono operando una grande “pulizia etnica” (e in seguito  il ripudio delle numerose risoluzioni ONU mai rispettate dallo Stato sionista e per questo condannato 140 volte), ora viene contestata anche l’azione delle ONG presenti nel “palazzo di vetro” che denunciano il genocidio in atto quali azioni faziose e senza una ragione concreta (“l’ONU dovrebbe condannare hamas”).

Se mai la Corte Penale Internazionale finalmente emettesse il mandato di cattura contro Netanyahu e Gallant per genocidio (ma io ho seri dubbi perché troppo “addometicata” dai governi occidentali), anche in quel caso ricorrerebbero a argomentazioni vittimiste (direbbero: ce l’hanno con noi perché siamo ebrei).

L’articolo che però permette a noi di entrare nella mente dei sostenitori del sionismo è quello che menziona lo psicologo Paul Waltzlawick.

Lo scopo di questo articolo è sviscerare l’uso e l’abuso dei mass-media, partendo dalla frase “la realtà è innanzi tutto una narrazione”, e ciò che consegue concretamente nella realtà dipende dalla narrazione che passa tra le persone.

La narrazione  tra due questioni opposte, poi, può dare un falso senso di alternativa e solo formalmente, per cui l’articolista cita a vanvera la dicotomia tra nazionalismo e bolscevismo, che sono per lui eguali, mentre l’opposto è la democrazia: la citazione è a vanvera perché lo stato sionista, sbandierato come “unica democrazia in Medio Oriente”, in verità è una finta democrazia, ovvero uno Stato razzista come il Sudafrica sino al 1994 e inoltre accomunare nazionalismo con bolscevismo mostra un cripto anticomunismo.

Tutto questo parlare dell’articolista di narrazione è perché “Israele” (un termine biblico sovrapposto  a uno Stato, che non è volutamente citato, ovvero Stato-di-, e che è assimilato e sovrapposto anche agli “ebrei”, quindi alla Diaspora) nella comunicazione è per lui sempre un bersaglio, e se è “buono e comprensivo” il mondo non gli vorrà bene, perché “Israele sarà sempre e comunque il colpevole e gli ebrei cattivi”.

Questa riflessione vittimistica dell’articolista su “essere buoni non serve”, svela indirettamente la natura violenta dei sionisti: gli altri ci odiano e allora noi colpiamo per primi, come hanno esplicitamente detto Netanyahu e svariati suoi ministri.

Per evitare e contrastare queste narrazioni, vengono proposte alcune linee di azione.

L’articolista propone un presidio nei mass-media “inflessibile, ossessivo”, con una “task-force” che se ne occupi e che si contrapponga alla narrazione sfavorevole ai sionisti, “urlando” e poi “diffondere capillarmente i video che denunziano l’orrore subito il 7 ottobre”.

L’articolista conclude dicendo di chiamare questa comunicazione “strategica” o se si preferisce “propaganda”, chiarendo lui per primo lo scopo a cui tende tutto l’articolo, ma anche la rivista nel suo insieme.

Cosa dire allora di questo articolo e delle sue conclusioni?

Che verso i sionisti ci sia una narrazione falsa e infamante  è una menzogna clamorosa, sia per la realtà dei fatti a Gaza e ora in West-bank (41mila morti sicuri), accomunata dalla censura continua che è fatta da politici e mass-media occidentali, sia sui fatti che su chi li denunzia.

Che ci sia una task-force di censori sionisti non è una novità, basta vedere come le notizie sono non-date o trasformate dai mass-media, e di certi personaggi è ormai nota e palese la propaganda faziosa.

Resta evidente dell’articolo il continuo vittimismo che utilizzano i sionisti e i loro supporter, evidente nell’uso dei fatti del 7 ottobre, come se non ci fosse stato nulla prima e dopo.

Il 7 ottobre è il risultato di 76 anni di colonialismo e apartheid violenta, ora seguito da un genocidio in corso d’opera.

La violenza è sempre inaccettabile, ma essa ha sempre delle cause a priori che hanno esacerbato le questioni e le relazioni, e i sionisti hanno fatto di tutto per evitare ogni forma di convivenza e di accordo pacifico, a cominciare dall’assassinio di Ytzach Rabin che uno straccio di accordo lo aveva tentato, perché il loro obiettivo è la completa pulizia etnica della “Palestina mandataria”.

Se l’articolista propone una propaganda “ossessiva” tramite una task-force e vittimizzare lo Stato sionista con la narrazione del 7 ottobre (ma quel giorno molti morti dello Stato sionista sono stati fatti dall’azione criminale dell’IDF), noi dobbiamo sempre ricordare che:

– I sionisti non sono ebrei, sono fanatici razzisti zeloti, sono la negazione,

– Non si deve chiamare mai in maniera impersonale i razzisti messianici, che sono colonialisti, con il nome Israele perché è un nome biblico sacro e quando è necessario citarlo usare “Stato-sionista”,

– Ricordare sempre che Abramo è una figura mitica inventata di cui è dimostrabile l’origine, quindi Dio non ha promesso nulla a nessun sionista/zelota,

– Il 7 ottobre non è stato un evento eccezionale, ci sono state sfortunatamente molte centinaia di morti innocenti a causa di un odio a cui i sionisti per primi non vogliono dare un termine,

– Che i palestinesi le violenze del 7 ottobre le subiscono da 76 anni, per 365 giorni l’anno,

– Che la propaganda per prima la producono i sionisti e serve solo a loro stessi per nascondere i loro crimini, per continuare l’apartheid e il colonialismo di insediamento e non per denunciare violenze a cui porre un termine,

– Che gli abitanti sionisti dello Stato costituito nella “Palestina mandataria” sono cosa diversa e separata dagli ebrei, che vivono da sempre nella diaspora,

– Che non esiste un popolo ebraico (quindi un concetto etnico), ma una comunità religiosa israelita, i cui aderenti appartengono e hanno origine da molte nazioni, religione che esprime una cultura multiforme e di molteplici origini chiamata ebraismo, cultura che ha dato personaggi e idee positive e fondamentali a tutta l’umanità,

– Ribadire che gli ebrei hanno legittimità a vivere in terra santa, come è legittimo il loro legame affettivo con quel territorio, ma questo vivere non può e non potrà essere a danno di altri, segnatamente i palestinesi, siano essi mussulmani, cristiani o di altre comunità, anzi, proprio per le violenze fatte dai zeloti, vi dovrà essere oltre la riconciliazione anche un risarcimento concreto.

Quello che spero con articoli come questo, è che si susciti nella comunità ebraica una volontà di riscatto e opposizione verso i sionisti perché l’azione violenta e ora genocida degli zeloti sta distruggendo l’onore dell’ebraismo e sta infangando la memoria dei morti che hanno subito ghetti, pogrom e shoah, ma anche il rischio concreto che lo spirito stesso dell’ebraismo venga distrutto dai sionisti.

Chi difende le ragioni degli ebrei in Italia contro i sionisti? Solo Moni Ovadia che è già bullizzato dai sionisti?

*Anpi Trullo-Magliana

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1 Commento


  • Andrea Vannini

    come sempre, bellissimo articolo di Paolo De Prai.

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