1) Se l’EU rappresenta democrazia, pace, lavoro, allora sostenendo l’EU sostengo democrazia, pace, lavoro.
2) L’EU rappresenta democrazia, pace, lavoro.
Ergo: sostengo democrazia, pace, lavoro.
Il ragionamento è formalmente corretto, ma la verità della conclusione non dipende dalla correttezza del ragionamento formale, ma dalla verità delle proposizioni. Solo se esse sono vere, cioè corrispondono a stati di fatto della realtà esterna al ragionamento, è vera la conclusione.
Ovviamente sono “vere”: per sostenere la pace, l’EU partecipa a delle guerre e si riarma; per sostenere la democrazia è basata su una banca centrale svincolata da qualsiasi controllo e da un Parlamento che non conta niente, da una Commissione che fa gli interessi del grande capitale di alcuni dei suoi paesi a discapito di altri; per sostenere la solidarietà e il lavoro permette concorrenza sleale tra paesi membri grazie a disparità del sistema fiscale, fa arricchire alcuni a discapito di altri con PIL a zero, incrementi salariali minimi o addirittura negativi, deindustrializzazione, azzeramento progressivo dello stato sociale.
Queste lungimiranti politiche adesso presentano il conto di una debolezza strutturale rimarchevole di fronte a chi invece è forte davvero. Alla fine hanno perso tutti e l’EU, per come è nata, strutturata e coerentemente gestita, è un irriformabile conclamato fallimento… per sostenere il quale è necessario scendere in piazza!
Finché lo fa Repubblica e il PD per sostenere i pochi capitali che ancora ingrassano (scilicet: produttori di armi) passi, che lo debba fare chi sostiene la causa della democrazia, della pace e del lavoro è il cortocircuito realizzato.
Ed è inutile nascondersi che la partecipazione di CGIL e ANPI a una manifestazione pro-EU in una fase in cui ciò addirittura include il pro-riarmo suona come una debacle finale. Pur essendo queste associazioni l’ombra di ciò che sono state, esse continuano a rappresentare per molti gli ideali di pace, lavoro, democrazia. Partecipare a una simile manifestazione in questo momento, a queste condizioni, è un colpo di grazia.
C’è ancora margine per tirarsi indietro. C’è margine per tutti coloro che sono dentro queste associazioni o partiti e che finora hanno ingoiato molti rospi per dire no.
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Non sequitur
Credersi automaticamente di sinistra perché si è contro Trump o Putin non ha alcun senso logico.
Il ragionamento che molti fanno è: Trump e Putin sono autoritari, quindi essendo contro di loro sono contro l’autoritarismo, quindi sono di sinistra.
Corollario: se mi unisco a chi manifesta contro Trump e Putin, mi unisco ai “miei” e faccio qualcosa di sinistra.
Ora, se essere contro l’autoritarismo violento è sicuramente una condizione necessaria per essere di sinistra, non è una condizione sufficiente.
Infatti si può essere contro Trump e Putin anche esprimendo un’altra forma di autoritarismo o principi altrettanto nefandi. Altri “Trump e Putin” possono opporsi a Trump e Putin per loro interessi di parte che nulla hanno a che vedere con democrazia e lavoro.
È esattamente questo il caso della EU, un organismo basato per statuto su capitale e impresa, non democrazia e lavoro e che ha modalità di gestione e comando (via banca centrale europea e l’alleata commissione) che bypassano gli organi rappresentativi effettivamente eletti nelle singole nazioni. Sulla sua natura solidale possono per tutti testimoniare i greci. Sulla sua natura democratica i rumeni proprio adesso (o vince il mio o annullo le elezioni). Sulla sua natura pacifica i diversi stati suoi membri che hanno partecipato a guerre senza alcuna legittimità internazionale.
Questo organismo ora vorrebbe investire miliardi di euro non in democrazia e lavoro, ma in armi che in genere si usano per fare la guerra.
Appoggiare l’EU dunque non ha nulla di sinistra, ha semmai molto di sinistro in particolare ora che si cerca di far passare come qualcosa di progressivo una generale chiamata alle armi.
C’è ovviamene chi lo fa in malafede appartenendo alla cricca che ingrassa dalla guerra; ma c’è chi lo fa in buona fede, perché ormai non ci capisce più niente, si fida di quelli che crede essere suoi punti di riferimento per tradizione, oppure vive in un mondo intellettuale dell’Occidente libero tutto di fantasia (è infatti da sempre lordo di sangue) al quale si aggrappa disperatamente.
Concludendo: l’EU già com’era non promuoveva democrazia e lavoro, ma capitale e impresa. Ora vuole continuare a farlo armandosi e facendola per giunta passare come una cosa progressista! Chi dorme, si desti.
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