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Se la disinformazione arriva anche “da sinistra”

Intervista di Radio Popolare a studente dell’Unione degli Universitari(UDU):

D.- “cos’è che vi ha spinto alla mobilitazione proprio ora?

R.- “la Global Sumud Flotilla sicuramente, ma anche il grande sciopero generale 19 settembre che è stato una marea”.

La cosa incredibile è stata che il giornalista in studio non è minimamente intervenuto per correggere – come lo vogliamo chiamare… – il lapsus? Lo strafalcione? Non dico per precisare che quello della Cgil è stato uno “sciopericchio” ma, almeno per ristabilire la verità fattuale e ormai di comune dominio che “il grande sciopero” e la “marea” per le strade si sono verificati il 22 settembre, non certo il 19 settembre, come, peraltro, largamente riportato dalla stessa grande stampa maistream, certo non vicina né alla causa palestinese, né alla missione della Global Sumud Flotilla.

È appena il caso di rammentare che l’Unione degli universitari (UDU) è un’associazione studentesca universitaria ma è anche una costola della Cgil. Radio Popolare – ad eccezione di alcuni bravi cronisti che ci collaborano o ci lavorano – da emittente di movimento, nei decenni si è trasformata in un media “collaterale” al mondo PD+cespugli ed alla Cgil. E tuttavia non mi sento di escludere che tanti giovani e meno giovani che stanno partecipando alle continue mobilitazioni di questi giorni e che fanno riferimento a questo mondo siano animati da intenzioni sincere.

Tuttavia, non posso esimermi da interpretare alcuni segnali che tradiscono i soliti, maldestri, tentativi, più o meno organizzati, di appropriazione politica e culturale, da parte degli apparati politici e sindacali che sono dentro la prospettiva politico-elettorale del cosiddetto “campo largo” a fronte di un imponente movimento di massa che ha coperto il vuoto politico delle organizzazioni della cosiddetta “sinistra” politica e sindacale.

Ai tempi delle mie lotte universitarie, davanti, a questo tipo di situazioni, ci allertavamo subito dicendo fra di noi “questi vogliono mettere il cappello sul movimento”. Cambiano i tempi ma i “capppellai” son sempre lì, pronti a svolgere il loro ruolo di pompieri e di strumentalizzatori dei movimenti nati dal basso per piegarli ai fini dei loro committenti politici e sindacali.

La lotta per far finire la macelleria a Gaza e per sostenere la Global Sumud Flotilla non credo sarà breve e toccherà difendere l’autonomia e l’indipendenza di questo movimento dalle grinfie di coloro che cercano soltanto di recuperare un consenso che hanno perso da parecchio tempo.

Io non vedevo un movimento di solidarietà con un popolo in lotta contro l’oppressione neocoloniale, così vasto e determinato, da parecchi anni. Un movimento che sta manifestando tutti i santi giorni occupando strade, piazze e, soprattutto, porti, e che deve rapportarsi quotidianamente (e qualche volta anche scontrarsi) con tutti i dispositivi della repressione e della menzogna di Stato.

Ma una cosa mi sento di dirla a tutti coloro che stanno animando questo fantastico movimento per la libertà e la vita del popolo palestinese e contro lo Stato terrorista e genocida di Israele: attenti al fuoco amico.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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3 Commenti


  • Ta

    Verissimo.
    Radio Popolare, che ormai dovrebbe chiamarsi “Radio Liberale”, è il PD vestito da radio. Per due anni e mezzo ha trattato il genocidio a Gaza come “conflitto” o come pura questione umanitaria, affidando le analisi a corrispondenti israeliani in Italia o italiani a Tel Aviv, e ignorando ostinatamente (ed è una radio milanese!) le mobilitazioni per la Palestina che riempivano le strade di Milano ogni sabato.
    Solo da quando a finanziare il genocidio non è più il “buon” Biden, “progressista” e democratico, ma il cattivo Trump, la radio ha modificato la sua posizione, naturalmente seguendo a ruota il PD nel suo tentativo di infiltrarsi nel movimento.


  • Oigroig

    Il PD non è «fuoco amico», né «fuoco» né «amico»… Lo sappiamo bene che per decenni questa gente ha promosso e incoraggiato in ogni modo il neoliberismo, il mercato e la fine delle ideologie. Quando emergerà un’organizzazione seria con un chiaro programma rivoluzionario, queste ombre del «centrosinistra» si dissolveranno come sogni al risveglio. Ma finché si spera di «spostare a sinistra» questi «amici» che sbagliano, o si pretende da loro un’onestà intellettuale che non hanno mai avuto da Berlinguer in avanti, vuol dire che ancora non ci siamo svegliati del tutto…


  • Anna M.

    Completamente d’accordo nel giudizio su Radio Popoloea

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