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Da Pisa. Lettera aperta per il 1 ottobre

PROPOSTA DI INCONTRO A TUTTE LE REALTA’ FIRMATARIE E INTERESSATE ALL’APPELLO.

La velocizzazione della crisi economica internazionale ha costretto anche i governanti più riottosi ad adottare le misure della Banca Centrale Europea.

L’esecutivo berlusconiano non è riuscito nell’intento di traghettare il proprio governo alla sua scadenza “naturale” (il 2013) con “manovrine” da pochi miliardi di euro. Durante l’estate è stato indotto dalla triade Trichet/Draghi/Napolitano a varare due manovre che – per pesantezza e vastità dell’attacco allo Stato sociale e ai diritti dei lavoratori – ridisegnano gli assetti economici, sociali, politici e democratici del paese.

La crisi si manifesta anche in Italia per quello che è: una voragine senza fondo aperta da un modello che dimostra i propri limiti sistemici, in termini economici, sociali, politici, ambientali e di tenuta democratica.

Si apre una fase di grandi sommovimenti sociali, contro i quali l’Unione Europea si prepara con provvedimenti di ogni tipo: dalla cooptazione del sindacalismo confederale, all’allineamento bipartisan delle rappresentanze politiche ai diktat della BCE, alle politiche repressive contro i movimenti sociali, sino alla pianificazione di aggressioni coloniali dirette (oggi la Libia, domani l’Iran?).

Le soggettività antagoniste, anticapitaliste e comuniste in campo nel nostro paese arrivano all’appuntamento con livelli di organizzazione e coordinamento inadeguati a rispondere all’offensiva dei poteri economici e militari dell’Unione Europea.

Esistono punte avanzate di resistenza sociale e sindacale che permettono a importanti settori del nostro blocco sociale di riferimento di essere in campo, come dimostrato con lo sciopero generale dello scorso 6 settembre promosso dal sindacalismo di base. Le decine di manifestazioni in tutta Italia, molto partecipate e combattive, hanno riconfermato una presenza che ha superato da anni il terreno della rappresentazione di vertenze e bisogni.

 

Manca un livello più alto di coordinamento delle soggettività sociali e politiche, presenti sui territori contro le politiche concrete del padronato, del governo e delle amministrazioni locali.

 

Sabato 10 settembre si è svolta un’importante assemblea nazionale, indetta da Roma Bene Comune, che ha visto convergere decine di realtà sociali e sindacali intorno ad una piattaforma generale che indichi comuni denominatori per le lotte del prossimo autunno.

 

L’assemblea del prossimo primo ottobre ha l’ambizioso obiettivo di dare risposte sul terreno politico generale, indicando intorno a 5 punti discriminanti una prospettiva alternativa e indipendente per le lotte che si determineranno nel prossimo autunno.

 

Molte realtà politiche, sociali e sindacali pisane hanno aderito all’appello, arricchendo così un elenco impressionante di soggettività che hanno sottoscritto il documento di indizione dell’assemblea. La Rete dei Comunisti, a livello nazionale e locale, ha contribuito attivamente alla realizzazione dell’appuntamento del primo ottobre.

 

Si tratta prima della scadenza del primo ottobre, di entrare nel merito dei contenuti dell’appello, ragionando concretamente sul modo con il quale tradurre sui territori – a partire dal nostro – un’indicazione generale che, da sola, non avrà gambe sulle quali marciare.

 

Proponiamo a tutte le realtà che hanno sottoscritto l’appello “dobbiamo fermarli” – ma anche alle soggettività individuali e collettive interessate al percorso – un incontro pubblico da tenersi a breve in una sede aperta a tutta la cittadinanza.

 

La Rete dei Comunisti – Pisa

contropiano.pisa@alice.it 3357698321

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