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Ciao Emilio, un saluto a pugno chiuso!

Emilio Quadrelli ci ha lasciato.

É stato un militante della sinistra rivoluzionaria ed un pezzo di storia vivente della cultura operaia e comunista di Genova, ed in generale del suo paese.

Una militanza che ha pagato anche con periodi piuttosto lunghi di carcerazione.

É stato un ricercatore poliedrico che si è sforzato di ripercorrere non solo alcuni tratti distintivi del tentativo dell’Assalto al Cielo portato avanti dalla generazione politica di cui aveva fatto parte, ma che ha più volte cercato di interpretare il presente con uno sguardo mai scontato, sempre dal punto di vista dei subordinati, in particolare dagli strati meno garantiti della classe.

É stato un culturista che ha saputo trasmettere la passione per uno sport che ha praticato finché ha potuto con disciplina e la tenacia, nonché uno sfegatato tifoso blucerchiato che ha saputo leggere le trasformazioni del mondo del calcio dall’ottica di chi si opponeva al “calcio moderno”.

É stato un compagno con cui il confronto non era mai banale e che non lesinava critiche a volte piuttosto severe espresse in modo caustico, ma con cui abbiamo condiviso un “pezzo di strada” in particolare quando più di un decennio fa, demmo alle stampe una sua raccolta di scritti “Cogliere l’Occasione” e con cui abbiamo condiviso momenti di approfondimento importanti come il Convegno “Resistere alla NATO” del 30 maggio 2015.

E qui vogliamo ricordare altri due suoi contributi ancora utili come la raccolta di testi da lui curata per la Bordeaux edizioni: “Togliatti internazionalista. Antologia degli scritti 1926-1944” e “Algeria 1962-2012. Una storia del presente. Dalla guerra di liberazione alla guerra asimmetrica”, pubblicato da la casa Usher.

Di Emilio vorremmo ricordare la ripresa della riflessione leninista sull’organizzazione in tempi in cui la cultura della sinistra di classe nel nostro paese l’aveva posta nel dimenticatoio, dando luce a differenti lavori spesso scritti “a più mani” e che avevano rimesso al centro del dibattito la forma-partito come idea-forza per i comunisti.

Come ha ben scritto un nostro compagno nel suo personale ricordo: “un vulcano di idee, di passione e di umanità”.

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