Menu

Università. Una giornata nazionale di agitazione per invertire le priorità!

Ieri in tutta Italia ci sono stati presidi e iniziative di protesta davanti a diverse università italiane. Da Bologna a Napoli gli studenti hanno risposto all’appello lanciato dagli studenti di Torino che da settimane lottano contro la presenza di privati dentro le mura dell’Università.

La chiamata allo stato di agitazione (Leggi Qui) era stata lanciata per dare un primo segnale di estensione geografica della lotta, ma anche di generalizzazione delle rivendicazioni oltre la questione specifica torinese. Si legge nella convocazione:

Questa logica ci ha stancati: se l’interesse è il progresso comune, lo si dimostri. Bisogna che nella cornice di una battaglia a tutti i livelli per un maggior investimento nella formazione, si inizi intanto a destinare le risorse esistenti ai giusti obiettivi. Se nessuno lo fa, chiamiamoci a raccolta e lottiamo!

Sul piano nazionale, la recente questione della Normale di Pisa e del progetto di scuola d’élite da ospitare nei locali della Federico II di Napoli rappresenta un esempio lampante. Il progetto prevede infatti che all’interno dell’Università napoletana si realizzi lo spazio per una Scuola d’Eccellenza per la quale l’attuale governo ha già stanziato 50 milioni – con uno sbilanciamento enorme rispetto ai timidi aumenti d’investimento del FFO e per i CNR – dimostrando che per il processo di elitalizzazione e di selezione classista del corpo studentesco le risorse esistono, mentre vengono meno prospettive di redistribuzione e uguaglianza.

Ne facciamo una questione politica, le priorità che le classi dirigenti d’ieri e di oggi si sono date non corrispondono agli interessi della maggioranza delle persone. Il lavoro non c’è e qando c’è è sotto pagato e senza tutele, il welfare viene abbattuto, l’emigrazione è forzata mentre intanto ci chiedono di metterci giovani contro anziani, bianchi contro neri. Punto.

Nel mondo universitario vige la stessa regola, non è una battaglia delle idee, non bisogna convincere dell’irrazionalità di questo sistema, bisogna lottare e organizzarsi qui e ora. Per questo abbiamo deciso di lanciare l’appello per una giornata di agitazione nazionale sui territori, giovedì 7 febbraio, che sappia individuare i punti in cui i processi generali di elitarizzazione, di regressione classista dell’università e d’ingerenza dei privati si manifestano nelle nostre città. Organizziamoci per riprenderci ciò che ovunque ci viene tolto […]

Queste le iniziative che si sono svolte:

A Torino, forti della battaglia contro Burger King che ha fatto il suo ingresso in UniTO a seguito di un appalto concesso dall’Università per “mancanza di fondi” (Leggi Qui) oggi gli studenti hanno organizzato un pranzo sociale proprio davanti alla catena di fast food, per poi partire in corteo lungo le strade della città, per denunciare che la formazione universitaria deve essere libera e accessibile. Non è mancata la solidarietà contro lo sgombero in città dell’Asilo, segno di consapevolezza che non esistono lotte che si possono vincere da sole. La giornata si è conclusa con un’assemblea dentro Palazzo Nuovo per decidere le nuove tappe lanciando già un Atto IV (Leggi Qui) della protesta.

Anche a Siena, Urbino, Bologna, Roma, Firenze e Napoli si sono mobilitate, con tante striscionate nei luoghi simbolo del sapere. Lanciano un allarme contro le politiche messe in atto negli ultimi anni, che sta portando l’Università a un istituzione chiusa ed elitaria.

A Bologna, contro il numero chiuso, che premi la vera eccellenza e non la razionalità economica, “proposta dal presidente della BCE Mario Draghi (che l’Unibo vuole insignire della Laurea ad honorem venerdì 22 febbraio) e quindi antitetica alla disoccupazione, all’austerità e all’emigrazione giovanile che essa ha prodotto in questi anni”.

A Siena, “il privato ha già ampiamente dimostrato di essere fallimentare nel gestire settori come quello dell’istruzione” denunciano. Dopo il crollo del Monte dei Paschi, la prima cosa che sono stati tolti sono tutti i finanziamenti su cui avevano fatto affidamento scuole ed università, in mancanza di quelli pubblici”.

A Roma, i compagni sanzionano direttamente l’Unicredit, istituzione che in tutto il Paese finanzia in modo scellerato politiche di privatizzazione e di esclusione sociale.

A Urbino i compagni della Libreria De Carlo si scagliano contro il Career Day, “dove Università e azienda portano lo studente “capolavoro”, non solo all’impossibilità d’utilizzo pratico degli spazi universitari, ma anche a una deformante opportunità per il suo futuro occupazionale”.

Una denuncia insomma, che in tutta Italia tocca un nodo cruciale del futuro del Paese, e che distrugge la politica degli Atenei virtuosi, attraverso la quale l’Europa ha messo in competizione gli atenei tra loro per l’accaparramento delle briciole, creando università di serie A e di serie B, e trasformando l’eccellenza del sistema educativo italiano in una mera succursale della ricerca privata.

Da Firenze il Collettivo Politico Scienze Politiche mostra la sua solidarietà contro la violenza della polizia perpetuata in queste settimane a Torino contro gli studenti in lotta, non è un dato da poco, in solo 3 settimane infatti l’accanimento repressivo sta già vedendo coinvolti – tra denunce, fermi e identificazioni – decine e decide di studenti, senza poi contare le manganellate distribuite gratuitamente nel tentativo di sedare la protesta.

Infine i compagni di Napoli del Gruppo Studentesco Interfacoltà prendono parola per denuncia l’elargizione di 50 milioni per un progetto di scuola di eccellenza dentro i locali della Federico II mentre per il resto dell’Università rimangono le briciole.

In un comunicato (Leggi Qui) anche il compartimento scuola dell’Unione Sindacale di Base aveva espresso solidarietà e vicinanza con l’appello lanciato dai compagni di Noi Restiamo Torino.

Questi piccoli tasselli messi uno dopo l’altro ci rendono un quadro potenzialmente dirompente sul piano della lotta nel mondo della formazione, fortunatamente non sono gli unici segnali che provengono da questi ambienti, già il 30 novembre scorso un’interessante convergenza di collettivi riuniti sotto la bandiera comune della lotta contro l’Alternanza scuola-lavoro aveva lanciato una manifestazione nazionale sotto al MIUR che aveva visto la partecipazione anche di docenti e lavoratori della scuola.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *