(Ansa). Continua a essere tesa la situazione nelle Maldive dove nei giorni scorsi è scoppiata una protesta popolare contro il governo, ritenuto responsabile del caro vita e della crisi che attanaglia l’arcipelago musulmano, famosa meta turistica. Le dimostrazioni, scoppiate cinque giorni fa sull’onda delle rivoluzioni dei Paesi arabi, hanno provocato finora circa 300 feriti in violenti scontri con la polizia, secondo quanto riporta la stampa locale. Decine sono stati arrestati. I manifestanti hanno accusato le autorità di usare il pugno di ferro e per reazione hanno vandalizzato strade e negozi nella capitale Malè. A soffiare sul fuoco della rivolta è il partito dell’opposizione, il Maldivian People party (Drp) che chiede le dimissioni del presidente Mohammed Nasheed, salito al potere nel 2008 dopo aver sconfitto il regime autoritario di Maumoon Abdul Gayoom. Tuttavia, il governo accusa l’ex leader di cospirazione e di sobillare sul malcontento popolare per l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e del carburante che hanno causato un inflazione del 30% nell’arcipelago popolato da 400 mila abitanti con alti tassi di disoccupazione e vaste sacche di povertà e disagio giovanile, nonostante gli alti ricavi della ricca industria turistica.
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