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Grecia: 10 giorni di sciopero nelle raffinerie

Guai ai deboli! La pressione sulla Grecia cresce, e i suoi problemi economici esplodono. La Germania, per esempio, pretende circa un miliardo di euro che Atene deve a varie compagnie tedesche.

Le misure di austerità – secondo molti osservatori – potrebbero esser rese ancora più stringenti. L’Istituto statistico greco (Elstat) ha comunicato alla Commissione Europea che il deficit di bilancio del 2010 è dell’1% superiore a quanto stimato in precedenza: il 10,6% del pil.

Diverse le ragioni dello “sforamento”. I fondi di previdenza sociale, per esempio, invece di avere un surplus di 900 milioni di euro, avrebbero registrato 500 milioni di euro di debito. Del resto era prevedebile che, abbassando drasticamente i salari – a cominciare da quelli della pubblica amministrazione – ci sarebbero stati anche meno cotributi previdenziali versati nelle casse dei fondi.

Oggi ritornano ad Atene gli esperti della Commissione Europea, della Banca centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale (la “troika”). Le previsioni degli esperti economici parano di una richiesta di “aggiustamento” tramite misure urgenti per recuperare entro quest’anno fra i tre e i tre miliardi e mezzo di euro.

 

Aumentano perciò anche le proteste sociali e sindacali. Uno sciopero di 10 giorni è stato indetto da ieri dai dipendenti della Compagnia petrolifera ellenica Elpe (che controlla il 60% del mercato di carburante in Grecia), che chiedono nuove assunzioni per gli stabilimenti di Salonicco e di Eleusina e la firma del contratto del lavoro collettivo. Scontro fra compagnia e sindacati anche su salari e benefit. La Elpe vorrebbe ovviamente ridurli al minimo, evocando la crisi (che per il petrolio e i carburanti, però, proprio non si vede).

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