Aumentano ogni giorno in Grecia i casi di aggressioni e di insulti da parte di cittadini contro gli uomini politici, sopratutto contro i parlamentari del Pasok, il partito socialista al governo, «colpevoli» di aver votato a favore del Programma Economico a Medio Termine varato dal governo in collaborazione con i creditori del Paese.
Sono già più di 80 i politici che sono stati vittime di attacchi da parte di cittadini indignati, mentre nello stesso tempo salgono i toni del confronto fra il Pasok e il piccolo partito di sinistra, Syriza, sul problema. Il Pasok insiste nell’accusare il Syriza e il suo presidente, Alexis Tsipras, di istigare le violenze contro i propri parlamentari, mentre Tsipras – da parte sua – accusa il governo di voler strumentalizzare la questione per sminuire l’importanza della violenza utilizzata dalla polizia contro i manifestanti durante lo sciopero di 48 ore della settimana scorsa. «Sappiamo che quando lo Stato collabora con il parastato, tutto è possibile. Abbiamo detto ai nostri di tenersi pronti ad una eventuale provocazione contro Syriza» ha detto Tsipras. Oggi il problema sarà fra gli argomenti di cui si occuperà il Consiglio dei ministri convocato sotto la presidenza di Giorgio Papandreou. Il premier, secondo i giornali, farà un appello a tutti i partiti in Parlamento affinchè si assumano le proprie responsabilità ed inviterà i politici ad evitare dichiarazioni che possano fomentare ulteriormente l’indignazione dei cittadini. Papandreou si rivolgerà anche ai cittadini invitandoli a desistere dalle aggressioni contro gli uomini politici di tutti i partiti. Intanto sono state rafforzate le misure di sicurezza intorno alla residenza del ministro per la Protezione del Cittadino, Christos Papoutsis, dopo che questi ha ricevuto minacce contro i propri famigliari. (Ansa)
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