Dopo la diffusione, da parte della RIAA (Recording Industry Association of America), dei dati sui download illegali che ogni anno vengono effettuati tramite internet è in atto una presa di posizione volta a limitare un fenomeno che costa circa 16 miliardi di dollari all’industria dell’entertainment.
Ad esser in crisi a causa della pirateria informatica, soprattutto in Usa, sono prevalentemente le case discografiche e major hollywoodiane. Così dopo anni di battaglie e tentativi falliti volti ad arginare il fenomeno è stato stilato un patto dalla RIAA e dai provider che trasforma gli ISP in giudici della rette. Quest’accordo in pratica serve per far si che i provider vigilino sui download andando così a limitare l’uso della connessione per chi scarica illegalmente materiale illegale da internet. La connessione verrà prima rallentata (così da non permettere lo scaricamento di file pesanti) ed infine finirà per esser interrotta completamente. Non si tratta di certo di uno dei più democratici modi per porre fine al problema, difatti sono già molte le polemiche sulla decisione che sono state espresse sul web.
Il New York Times ha dichiarato che l’operazione “anti-download” è stata raggiunta grazie alla fusione tra i colossi Comcast (distribuzione via cavo) e l’emittente televisiva Nbc, ed all’appoggio di produttori e distributori che hanno i loro stessi interessi.
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