Ultimatum degli Stati Uniti alla Svizzera: entro martedì deve fornire dati dettagliati sui conti bancari di cittadini americani sospettati di utilizzare banche svizzere per evadere le tasse negli Stati Uniti. L’ultimatum è arrivato in Svizzera il 31 agosto in forma di lettera di tre pagine firmata dal vice ministro della giustizia Usa James Cole, secondo quanto hanno rivelato oggi due giornali svizzeri, Nnz am Sonntag e SonntagsZeitung. Le autorità americane vogliono sapere quanti e quali clienti americani hanno depositato in Svizzera tra il 2002 e il 2010 fondi superiori ai 50 mila dollari.
La richiesta riguarda in particolare il Credit Suisse, seconda banca elvetica, e nove altri istituti minori, tra cui Julius Baer, Wegelin e le banche cantonali di Zurigo e Basilea, che in caso si rifiutassero di collaborare rischierebbero una pesante ammenda. Secondo anonime fonti finanziarie citate dal SonntagsZeitung, le banche svizzere rischiano per questa vicenda una multa di circa due miliardi di franchi, (2,5 miliardi di dollari) e anche di perdere la licenza bancaria negli Stati Uniti.
Contattato dalla stampa, Mario Tuor, portavoce del dipartimento svizzero per le questioni finanziarie internazionali, si è limitato ad affermare che la Svizzera «è alla ricerca di una soluzione sulla base delle leggi esistenti». Vale a dire una soluzione che non richieda un passaggio in Parlamento, che probabilmente bloccherebbe qualsiasi passo contro il tradizionale segreto bancario elvetico, già di fatto scavalcato lo scorso anno proprio per far fronte ad analoghe pressioni dagli Stati Uniti. In base ad un accordo su «assistenza amministrativa» firmato nel 2009, la Svizzera ha infatti fornito l’anno scorso agli Stati Uniti 4.450 dossier di clienti della banca Ubs sospettati di aver evaso il fisco statunitense.
Nel 2008, le competenti autorità Usa avevano aperto un’inchiesta contro Ubs, sospettata di aver aiutato migliaia di clienti ad evadere il fisco degli Stati uniti. Per evitare l’avvio di procedimenti contro la grande banca svizzera negli Usa, il governo svizzero scese in campo. Lo scenario che si apre ora, sembra del tutto analogo. Anche in questo caso, le autorità di Berna sono al lavoro per trovare un accordo di compromesso. Quiesta volta però i tempi appaiono molto stretti.
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